Quando non è necessario il collaudo?

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La Cassazione, con la sentenza 25178/2019, esclude dallobbligo di collaudo le strutture non realizzate in cemento armato o metallo. Pertanto, costruzioni come quelle in legno non rientrano nella normativa sul collaudo delle opere in conglomerato cementizio armato.

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Collaudo statico: quando non è obbligatorio? Il caso delle strutture in legno.

La normativa sul collaudo statico, fondamentale per garantire la sicurezza delle costruzioni, non si applica indistintamente a tutte le tipologie di opere. La Cassazione, con la sentenza n. 25178 del 2019, ha chiarito un aspetto cruciale in materia, escludendo dall’obbligo di collaudo le strutture non realizzate in cemento armato o metallo. Questa pronuncia ha aperto la strada a una maggiore flessibilità per le costruzioni realizzate con materiali diversi, in particolare il legno, che sta vivendo un crescente interesse nel settore edilizio.

La sentenza si basa sull’interpretazione dell’articolo 67 del DPR 380/2001 (Testo Unico dell’Edilizia), che prevede l’obbligo di collaudo statico per le “opere in conglomerato cementizio armato, normale e precompresso, e per le strutture metalliche”. La Cassazione, con un’interpretazione letterale della norma, ha stabilito che l’obbligo si limita espressamente a queste due tipologie di materiali, escludendo di conseguenza tutte le altre.

Questo significa che, ad esempio, le strutture in legno, pur dovendo ovviamente rispettare tutti i requisiti di sicurezza previsti dalla normativa vigente, non sono soggette all’obbligo di collaudo statico così come inteso per cemento armato e acciaio. Ciò non implica una minore attenzione alla sicurezza, ma semplicemente una diversa modalità di verifica. Infatti, la sicurezza delle strutture in legno viene garantita attraverso altri strumenti, come la progettazione accurata da parte di professionisti abilitati, il rispetto delle normative tecniche specifiche per il legno, e i controlli di qualità sui materiali e sulle fasi di costruzione.

La sentenza della Cassazione, dunque, introduce una semplificazione burocratica per le costruzioni in legno, senza compromettere la sicurezza. Anzi, questa distinzione permette di focalizzare l’attenzione sulle specifiche esigenze di ciascun materiale, promuovendo l’utilizzo di tecniche costruttive innovative e sostenibili. Resta inteso che la responsabilità della sicurezza dell’opera rimane in capo al progettista, al direttore dei lavori e all’impresa costruttrice, che devono garantire la conformità alle normative e l’adozione di tutte le misure necessarie per la stabilità e la sicurezza della struttura.

La crescente diffusione di materiali alternativi al cemento armato e all’acciaio, come il legno, apre nuove prospettive per l’edilizia sostenibile. La chiarezza normativa offerta dalla Cassazione contribuisce a creare un quadro più definito per l’utilizzo di questi materiali, incentivando l’innovazione nel settore e aprendo la strada a un futuro più ecologico per le nostre costruzioni.