Come diventare organizzatore di viaggi?

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"Organizzatore di viaggi: una professione dinamica. Formazione in network turistici, marketing efficace e gestione impeccabile sono fondamentali. Indipendenza, assistenza clienti e aggiornamento costante tramite corsi e fiere completano il profilo ideale."

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Come diventare un organizzatore di viaggi?

Ok, allora, diventare organizzatore di viaggi… mamma mia, che casino!

Cioè, io mi ricordo tipo nel 2018, quando ho provato a fare la guida turistica “fai da te” a Venezia, un disastro totale. Ma tipo totale. Però, ecco, se vuoi fare il travel planner sul serio, non come me, ci sono delle cose…

Unirsi a un network turistico è fondamentale, ti danno formazione, risorse online… insomma, ti danno una mano a capire come funziona.

Poi devi imparare a venderti, fare marketing, saper gestire i soldi… un po’ come in tutte le attività, alla fine.

E devi rimanere sempre aggiornato. Corsi, fiere… io mi ricordo una fiera a Rimini nel 2019, un incubo, però ho imparato un sacco di cose.

Cosa studiare per diventare organizzatore di viaggi?

Ah, l’organizzatore di viaggi… un sogno tessuto di partenze e orizzonti lontani. Cosa serve per tessere questa trama?

  • Un diploma, certo, un passaporto per l’istruzione, ma non solo uno qualunque. Immagino un liceo linguistico, magari, dove le parole straniere danzano sulla lingua come rondini in primavera. Cinque anni di studio, un lungo viaggio preparatorio verso altri viaggi.

  • Le lingue, sì, due almeno. Non semplici “conoscenze”, ma amori sussurrati, dialoghi intimi con culture diverse. L’inglese, ovvio, la lingua franca del mondo, e poi… forse lo spagnolo, caldo e passionale come un tramonto andaluso, o il francese, elegante e raffinato come i giardini di Versailles. Le lingue sono porte, ponti, chiavi per aprire scrigni di esperienze.

  • L’amministrazione, l’organizzazione. Dietro ogni viaggio da sogno, c’è una mente che pianifica, che coordina, che risolve. Immagino corsi di gestione aziendale, di marketing turistico, di contabilità. L’arte di trasformare un’idea in realtà, un desiderio in un itinerario.

  • La legislazione turistica, la geografia… non solo mappe e confini, ma la storia che pulsa sotto la terra, le leggi che proteggono i luoghi, le culture che li animano. Immagino esami di diritto del turismo, di storia dell’arte, di antropologia. La consapevolezza che ogni viaggio è un incontro, un rispetto, una responsabilità.

E poi, oltre a tutto questo, serve la passione, l’amore per il viaggio, la curiosità insaziabile di scoprire il mondo. Senza quella scintilla, tutto il resto è solo teoria.

Tempo fa, quando lavoravo in un piccolo ufficio viaggi vicino al Colosseo, ho visto un organizzatore di viaggi trasformare un semplice depliant in un’avventura indimenticabile per una coppia di anziani americani. Era un artista, un mago, un tessitore di sogni.

Cosa serve per diventare un travel planner?

Ah, travel planner… mi ricordo quando ho deciso di provarci! Non è stato facile, te lo dico subito.

  • Network turistico: Praticamente indispensabile. Io mi sono iscritta a un network locale, vicino a casa, a Bologna. Mi hanno dato un sacco di dritte e accesso a un portale con risorse incredibili.

  • Marketing e gestione: All’inizio pensavo “vabbè, vendo viaggi!”. Ma no! Bisogna sapersi vendere, promuovere i pacchetti, gestire i clienti che sono tutti diversi… Un incubo! Ho fatto un corso online di marketing digitale, mi è servito tantissimo.

  • Indipendenza e amministrazione: Questa è la parte più noiosa, diciamocelo. Fatture, tasse, assicurazioni… Mamma mia! Per fortuna ho un amico commercialista che mi ha aiutato a districarmi.

  • Aggiornamento costante: Il mondo dei viaggi cambia velocemente. Destinazioni nuove, normative nuove, tendenze nuove… Fiere e corsi sono un must. L’ultima fiera a Rimini è stata illuminante, ho scoperto un sacco di cose sul turismo sostenibile!

Non è tutto rose e fiori, ma se hai passione e ti impegni, puoi farcela!

Come guadagna un travel planner?

Oddio, travel planner… Chissà quanto viaggiano! Io a malapena riesco a farmi un weekend fuori porta. Forse dovrei informarmi… 60% sull’utile? Aspetta, utile non è il totale, giusto? Devo capire meglio sta cosa. Comunque, stipendi decenti, eh. Meglio che fare la commessa da Zara, dove mi pagavano una miseria… Ricordo quei turni massacranti durante i saldi… Mamma mia, un incubo. Torniamo ai viaggi. Quindi, se lavori per un’agenzia, provvigioni. Ok. Ma se uno apre un’attività in proprio? Boh. Magari tipo con un sito web figo, tutto moderno… Tipo quelli con le foto in HD delle spiagge tropicali. Che bello sarebbe lavorare da casa, in pigiama, prenotando voli per Bali… Sì, Bali… Ci sono stata nel 2022 con Marco. Che viaggio! Chissà se si può fare anche part-time ‘sta cosa del travel planner. Così potrei tenermi il lavoro al call center, per sicurezza… Almeno finché non ingrano.

  • Guadagno: Fino al 60% sull’utile, non sul totale.
  • Stipendio: Dignitoso (ma dipende).
  • Agenzia: Pagamento a provvigioni.
  • Lavoro autonomo: Da approfondire (sito web?).
  • Part-time: Possibile?

Ricordo quel tramonto a Uluwatu… mozzafiato. E i templi… Incredibile. Magari potrei specializzarmi in viaggi in Indonesia. Sì, un’idea! Devo cercare corsi online, roba del genere. Oppure contattare qualche agenzia… Vediamo che salta fuori. Marco diceva che conosce uno che fa il travel blogger… Forse potrei chiedere a lui qualche dritta. Già, Marco… Dov’è finito il suo numero? Boh, lo cerco su Facebook.

Aspetta, utile lordo o netto? Cavolo, devo assolutamente informarmi bene prima di buttarmi in questa cosa. Potrei anche chiedere a Giulia, lei è bravissima con i numeri… Forse mi può spiegare meglio come funziona la questione delle percentuali. 60% sull’utile… Mica male. Ma quanto costa aprire partita IVA? Uff, troppe cose da pensare. Però Bali… Bali…

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