Quanti bar ci sono a Roma?

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Negli ultimi dieci anni, Roma ha assistito a una significativa riduzione del numero di bar. Nel 2012, la città contava 5454 locali, mentre nel 2022 questo numero è sceso a 4206, con una perdita di circa un quarto degli esercizi.

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Il declino silenzioso dei bar romani: un’analisi di un’icona cittadina in crisi

Roma, città eterna, custode di monumenti millenari e di una cultura gastronomica impareggiabile, sta vivendo un fenomeno meno appariscente ma altrettanto significativo: il declino dei suoi storici bar. Se l’immagine della Capitale è spesso associata al fragoroso chiacchiericcio di un caffè affollato, la realtà degli ultimi dieci anni racconta una storia diversa, una storia di chiusure silenziose e di un’identità cittadina in lenta trasformazione.

I dati sono impietosi: nel 2012, Roma vantava la presenza di 5454 bar. Dieci anni dopo, nel 2022, questo numero si è ridotto a 4206, segnando una drastica diminuzione di circa 1248 locali, pari a quasi un quarto del totale. Questa contrazione non rappresenta semplicemente una fluttuazione economica passeggera, ma riflette una complessa serie di fattori che minacciano il cuore pulsante della vita sociale romana.

La crisi economica globale, ovviamente, ha giocato un ruolo determinante. L’aumento dei costi di gestione, tra affitto, materie prime e personale, ha messo a dura prova la redditività di molti esercizi, soprattutto quelli più piccoli e meno strutturati, spesso veri e propri punti di riferimento di quartiere. La concorrenza agguerrita di nuove catene di caffetterie, spesso con strategie di marketing più aggressive e prezzi più bassi, ha ulteriormente aggravato la situazione.

Ma la questione va oltre la mera economia. La crescente diffusione del consumo “on the go”, con l’ascesa di servizi di delivery e la tendenza a consumare bevande e cibo velocemente, ha modificato le abitudini dei romani, riducendo la permanenza nei locali e quindi la redditività. Allo stesso tempo, la trasformazione urbanistica della città, con la gentrificazione di alcune zone e l’abbandono di altre, ha contribuito a creare un ambiente sfavorevole per la sopravvivenza dei bar tradizionali.

La perdita di questi luoghi non è solo una questione economica. I bar romani sono da sempre punti di incontro, luoghi di scambio sociale e culturale, veri e propri salotti cittadini dove si intrecciano storie, si formano amicizie e si discute della vita quotidiana. La loro chiusura rappresenta la perdita di un tessuto connettivo fondamentale per la comunità, un impoverimento del patrimonio culturale immateriale della città.

Affrontare questa crisi richiede un approccio multiforme. È necessario promuovere politiche di sostegno alle piccole imprese locali, incentivando la creazione di nuove attività e la riqualificazione di quelle esistenti. Allo stesso tempo, è fondamentale promuovere la cultura del consumo consapevole, valorizzando la qualità del servizio e dei prodotti offerti dai bar tradizionali. Solo così si potrà evitare che il declino silenzioso dei bar romani porti alla perdita di un’icona inestimabile della vita cittadina.