Quanto ci si mette a visitare Verona?

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Verona in un giorno? Si può fare, ma ti sentiresti come un maratoneta dopo una gara! A me, sinceramente, due giorni sembrano il minimo per assaporare davvero la magia di quella città. Un giorno per lArena, Giulietta e il centro storico, magari un bel giro in bici lungo lAdige… ma il secondo? Quello lo dedicherei a perdermi tra le stradine, a scoprire angoli nascosti, a respirare quellatmosfera speciale… e magari a fare una gita fuori porta! Insomma, Verona merita tutto il tempo che le puoi dedicare!

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Ok, ecco la mia versione, spero ti piaccia!

Quanto ci si mette a visitare Verona? Beh, domanda da un milione di dollari! Un giorno? Un solo giorno? Mah, tecnicamente si può fare, certo. Ma… non lo so, mi sentirei come quando corri la maratona e alla fine dici: “Ok, l’ho fatta!”, ma ti sei perso tutto il panorama. Capito cosa intendo?

Io, ad esempio, la prima volta che sono andata a Verona… Oddio, sarà stato tipo… boh, 10 anni fa? Avevo solo un giorno! Arena (velocissimo!), la Casa di Giulietta (una fila incredibile per toccare quella statua, ma dai!), un giretto in centro… bello, eh? Però… però mi è rimasto un senso di incompiuto. Di “Oddio, avrei voluto fermarmi di più”.

Secondo me, sinceramente, almeno due giorni. Due giorni sono perfetti. Un giorno lo dedichi al “classico”: Arena, Giulietta, Piazza delle Erbe… magari anche un giro in bici lungo l’Adige, che è bellissimo, diciamocelo. Ma il secondo giorno? Ecco, quello è il giorno della magia, secondo me.

Quello è il giorno in cui ti perdi nelle stradine. Senza una meta precisa. Ti fermi a bere un caffè in un bar sperduto, magari dove parlano solo veronese stretto (e tu cerchi di capire!), scopri angoli nascosti che non trovi nelle guide… Respirei l’atmosfera. Sul serio. Poi, magari, se hai tempo, anche una gita fuori porta! Il lago di Garda è lì, eh?

Insomma, Verona… Verona è come un bel libro. Se lo leggi di fretta, capisci la trama, ma ti perdi i dettagli, le sfumature… non so se mi spiego. Merita tutto il tempo che le puoi dedicare, davvero. Altrimenti, rischi di dire: “Sì, bella, però…”. E quel “però” è un peccato. No?