Quanto viene pagato il latte all'agricoltore?
Il prezzo al litro del latte al supermercato (1,25 euro) si suddivide in 0,50 euro per il produttore, e 0,75 euro per le fasi successive: trasporto, lavorazione, confezionamento, distribuzione e marketing.
Il Latte: Un Mare di Differenze tra Prezzo al Banco e Ricavo dell’Agricoltore
Il latte, bevanda fondamentale nella dieta di miliardi di persone, cela dietro la sua apparente semplicità una complessa rete di costi e margini che spesso lasciano l’agricoltore, il primo anello della catena, con un guadagno decisamente inferiore rispetto al prezzo finale al consumatore. Un litro di latte al supermercato, con un prezzo medio che si aggira attorno a 1,25 euro, restituisce al produttore, in molti casi, una cifra di circa 0,50 euro. Questo significa che solo il 40% del prezzo finale arriva effettivamente a chi si impegna nella faticosa attività di allevamento e mungitura.
La discrepanza tra il prezzo al dettaglio e il corrispettivo per l’agricoltore è un tema complesso e multisfaccettato. I rimanenti 0,75 euro del costo finale del litro vengono distribuiti tra una serie di intermediari e fasi della filiera produttiva. Trasporto refrigerato, processi di lavorazione e pastorizzazione, confezionamento in cartoni o bottiglie, distribuzione attraverso centri logistici e infine marketing e promozione del prodotto: ogni passaggio richiede investimenti e genera margini di profitto.
Ma la cifra di 0,50 euro per il produttore è una media, e la realtà è spesso molto più sfumata. Infatti, il prezzo pagato all’agricoltore è soggetto a notevoli fluttuazioni, influenzate da diversi fattori: la sovrapproduzione, la stagionalità, le oscillazioni del mercato globale, la tipologia di latte (intero, scremato, parzialmente scremato) e la presenza o meno di contratti di fornitura con specifiche industrie casearie. Agricoltori più piccoli, spesso con meno potere contrattuale, potrebbero ricevere un prezzo inferiore alla media, mentre realtà più grandi e organizzate possono negoziare condizioni migliori.
Questa disparità crea un problema significativo per il settore lattiero-caseario. L’esiguo guadagno per gli allevatori mette a rischio la sopravvivenza di molte aziende agricole, soprattutto quelle di piccole dimensioni, che faticano a coprire i costi di produzione, manutenzione degli impianti e del benessere animale. Questo porta a un progressivo abbandono delle campagne e a una concentrazione sempre maggiore del mercato in mano a poche grandi aziende, con conseguenti ripercussioni sulla biodiversità e sulla qualità del prodotto stesso.
Per garantire un futuro sostenibile al settore lattiero-caseario, diventa fondamentale ripensare l’intera filiera, promuovendo una maggiore trasparenza dei costi e una più equa distribuzione del valore aggiunto tra tutti gli attori coinvolti. Soluzioni come il sostegno pubblico agli agricoltori, l’incentivazione dei circuiti di vendita a filiera corta e la maggiore consapevolezza del consumatore riguardo all’origine e al prezzo del latte possono contribuire a un cambiamento significativo, assicurando un giusto compenso a chi si impegna nella produzione di questo alimento essenziale. Solo così si potrà garantire la sopravvivenza di un settore fondamentale per l’economia e la cultura del nostro paese.
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