Come alimentare un paziente con disfagia?

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Per una corretta alimentazione in caso di disfagia, è fondamentale prediligere cibi omogenei e privi di componenti dure o fibrose. Eliminare bucce, semi, lische, pelle e riso. Le verdure devono essere ben cotte e frullate se necessario. Pastiglie e cibi con consistenze diverse vanno evitati.
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Nutrire con delicatezza: una guida all’alimentazione del paziente con disfagia

La disfagia, ovvero la difficoltà di deglutizione, rappresenta una sfida significativa per la salute e il benessere del paziente. Non si tratta semplicemente di un disagio minore; una corretta alimentazione, adattata alle specifiche necessità, è fondamentale per prevenire la malnutrizione, la disidratazione e le pericolose infezioni polmonari da aspirazione. Affrontare la disfagia richiede un approccio multidisciplinare, in cui la nutrizione gioca un ruolo chiave. Questo articolo si concentra su come adattare l’alimentazione a chi soffre di questa condizione, offrendo indicazioni pratiche e consigli per una nutrizione sicura ed efficace.

Il principio cardine dell’alimentazione in caso di disfagia è la semplicità. È necessario prediligere cibi omogenei, con consistenza pastosa o cremosa, evitando accuratamente qualsiasi elemento che possa rappresentare un ostacolo per la deglutizione. La regola aurea è: niente di duro, fibroso o che richieda una masticazione prolungata. Questo significa eliminare categoricamente:

  • Bucce di frutta e verdura: Anche quelle più sottili possono rappresentare un rischio di ostruzione.
  • Semi: Semi di frutta, di verdura o di cereali, di qualsiasi dimensione.
  • Lische di pesce: Presenza assolutamente da evitare.
  • Pelle di pollo o altri volatili: La consistenza coriacea rappresenta un ostacolo significativo.
  • Riso integrale o riso non ben cotto: La consistenza granulosa è inadatta.

La preparazione dei cibi richiede una particolare attenzione. Le verdure, ad esempio, devono essere cotte a lungo fino a raggiungere una consistenza morbida. Se necessario, si può ricorrere alla frullatura, ottenendo un composto omogeneo e privo di grumi. Frutta e verdura crude sono generalmente da evitare, a meno che non siano state sottoposte a processi di cottura e frullatura che le rendano perfettamente lisce.

È fondamentale evitare la combinazione di cibi con consistenze diverse all’interno dello stesso pasto. Questo può compromettere la sicurezza della deglutizione e aumentare il rischio di aspirazione. Anche le pastiglie, per la loro consistenza e dimensioni, vanno rigorosamente eliminate, preferendo alternative liquide o in forma di sciroppo, previo consulto medico.

Inoltre, è importante ricordare che la quantità di cibo non deve necessariamente corrispondere a quella di un soggetto sano. Porzioni più piccole e più frequenti possono essere più facilmente gestibili e meno faticose per il paziente. L’idratazione è altrettanto cruciale; si consiglia di assumere liquidi frequentemente, scegliendo quelli più adatti alla capacità di deglutizione del paziente.

In conclusione, la nutrizione di un paziente con disfagia richiede un’attenta pianificazione e un approccio personalizzato, in stretta collaborazione con un team multidisciplinare composto da medici, logopedisti e dietisti. L’obiettivo è garantire un apporto nutrizionale adeguato, preservando la sicurezza e la dignità del paziente, migliorando la sua qualità di vita. Questa guida offre solo indicazioni generali; è fondamentale seguire le indicazioni specifiche fornite dal medico e dal dietista, adattando l’alimentazione alle esigenze individuali di ogni paziente.