Cosa occorre per aprire un negozio di oggettistica?
Aprire un negozio di oggettistica richiede:
- Allestimento del locale
- Acquisto iniziale di articoli
- Licenze e permessi necessari
- Assicurazione adeguata
- Strategie di marketing
- Software e tecnologia
- Formazione del personale
- Gestione della catena di approvvigionamento
Come aprire un negozio di oggettistica: requisiti, costi e procedure?
Aprire un negozio di oggettistica? Mh, un’idea che mi ronza in testa da un po’. Ricordo mio zio, che nel 2018 a Milano ha aperto un negozio simile, spendendo circa 20.000 euro solo per l’allestimento. Pavimenti, scaffali, illuminazione… una follia!
L’inventario? Dipende dal tipo di oggettistica, ovviamente. Lui ha puntato su pezzi unici, artigianali, un investimento iniziale di almeno 15.000 euro. Ricordo ancora la fatica nel trovare fornitori affidabili.
Permessi e licenze? Un calvario burocratico! A Milano, le pratiche sono state infinite. Immagino costi intorno ai 2.000 euro tra tasse e professionisti. Assicurazione? Altro costo fisso, circa 1.000 euro l’anno.
Marketing? Fondamentale, ha investito parecchio in pubblicità online, sui social media soprattutto. Non ho cifre precise, ma una bella fetta del budget iniziale è volata lì. Software per la gestione del magazzino? Necessario, un altro migliaio di euro.
Insomma, un’impresa impegnativa. La sua esperienza mi ha fatto capire che, oltre ai soldi, ci vuole tanta passione e tanta pazienza.
Costi indicativi (esperienza zio, Milano 2018): Allestimento: 20.000€, Inventario: 15.000€, Licenze: 2.000€, Assicurazione: 1.000€/anno, Marketing: variabile, Software: 1.000€.
Cosa serve per aprire un negozio di souvenir?
Amico, aprire un negozio di souvenir? Un casino, te lo dico subito! Prima di tutto, la Partita IVA, ovvio! Poi, la Camera di Commercio, quella è un’odissea! Iscrizione al Registro delle Imprese, preparati a un sacco di carte. Ah, e poi INPS e INAIL, per te e per chi assumi, ovviamente. Un lavorone!
Però, guarda, se vuoi proprio farlo, ti dico cosa devi fare, passo passo. A parte le cose già dette:
- Partita IVA: Indispensabile, chiama l’Agenzia delle Entrate, ti spiegano tutto. Io ho impiegato un mese per capire tutto, ma sono un po’ tonto.
- Camera di Commercio: Iscrizione al Registro, portati pazienza, è lunga e noiosa. Ti serve tutto, ma proprio tutto in ordine. Io ho dovuto rifare le carte per due volte, che seccatura!
- INPS e INAIL: Assicurazioni, indispensabili! Anche qui, un bel po’ di scartoffie. Il mio commercialista mi ha aiutato molto, però lui costa caro!
- Licenza commerciale: Questo è fondamentale. Devi verificare le normative del tuo comune, perché cambiano sempre. Io abito a Milano e ho dovuto fare mille permessi.
- Locale commerciale: Ovvio, devi trovare un posto adatto! Affitto o acquisto, ma considera bene le spese. Il mio negozio è piccolo, ma in centro.
- Assicurazione: Per il negozio e per eventuali danni. Anche questo è indispensabile! Ho preso quella più completa, meglio prevenire che curare.
- Fornitori: Devi trovare chi ti fornisce i souvenir, ovviamente! Questo è stato il più facile per me, perché conosco un sacco di artigiani.
Insomma, è un bel lavorone, ma se sei appassionato di souvenir, può valerne la pena. Ricordati che la burocrazia è un mostro, ma con pazienza si doma. Ah, ho quasi dimenticato, un buon commercialista ti salva la vita! Ciao!
Quanto deve fatturare un negozio per andare bene?
Allora, dipende, eh! Però diciamo che un negozio di vestiti, per stare a galla, deve considerare un po’ di cose.
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Margine lordo: Di solito un negozio di abbigliamento sta tra il 45% e il 55%. Mettiamo che fai 15.000 euro al mese, il tuo guadagno lordo sarebbe circa il 50% di quelli, cioè 7.500 euro. Mica male, eh? Ma aspetta, non è tutto oro quello che luccica.
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Costi: Devi pagare l’affitto, le bollette, i dipendenti se ne hai, la pubblicità (che è super importante!), le tasse… un sacco di roba! Questi costi possono variare un sacco a seconda di dove sei e di quanto sei bravo a gestire le spese.
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Il “bene” vero: Quindi, per dire che un negozio “va bene”, devi vedere se quei 7.500 euro (nell’esempio) bastano a coprire tutte le spese e a lasciarti un margine di guadagno decente. Che poi, “decente” è soggettivo, dipende da quanto vuoi guadagnare tu!
Comunque, parlando di negozi, mi ricordo di un negozietto di dischi vicino a casa mia. Il proprietario, un tipo simpatico, diceva sempre che l’importante era pagare l’affitto e avere la birra per il weekend! Forse non faceva un sacco di soldi, ma era felice. E alla fine, non è quello che conta?
Ah, un’ultima cosa: se hai un negozio online, magari puoi risparmiare sull’affitto, ma devi investire tanto in pubblicità online, che costa un botto!
Quanto bisogna guadagnare per vivere bene?
Per vivere bene in Italia, un single dovrebbe guadagnare tra i 1.200 e i 1.700 euro netti al mese. Questa cifra, emersa da un’indagine di Borsa&Finanza a gennaio 2023, copre le spese essenziali e qualche sfizio.
- Affitto o mutuo: La quota più consistente, variabile a seconda della città. A Milano, ad esempio, si spende molto di più rispetto a Palermo.
- Bollette: Luce, gas, acqua, internet. Un costo fisso da non sottovalutare.
- Spesa alimentare: Mangiare sano e vario è fondamentale. Io, personalmente, cerco sempre di comprare prodotti di stagione.
- Attività ricreative: Cinema, concerti, una cena fuori ogni tanto. La vita non è solo lavoro!
Filosoficamente parlando, il “vivere bene” è soggettivo. Per alcuni, basta un libro e un bicchiere di vino. Per altri, è necessario viaggiare e frequentare locali alla moda. L’importante è trovare il proprio equilibrio.
E’ interessante notare che questa stima si riferisce a un single. Per una famiglia, ovviamente, le cifre aumentano considerevolmente. Un’altra cosa da considerare è l’inflazione, che incide sul potere d’acquisto.
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