Cosa posso fare se non mi fanno la fattura?

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Trascorsi quattro mesi dallemissione senza ricevere fattura dal fornitore, è possibile emettere unautofattura entro 30 giorni. Questa autofattura, valida ai fini fiscali, riporta il fornitore come mittente e il cliente come destinatario.

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L’incubo della fattura mancante: come tutelarsi quando il fornitore latita

Ricevere una prestazione o un bene e non ottenere la relativa fattura è un problema più comune di quanto si pensi. La mancanza di questo documento fondamentale può generare non pochi grattacapi, sia per la gestione contabile personale o aziendale, sia per la corretta dichiarazione dei redditi. Ma cosa fare quando, nonostante i solleciti, il fornitore si dimostra inspiegabilmente silente?

Trascorrere mesi nell’attesa di una fattura che non arriva è frustrante e genera un’incertezza che può compromettere la pianificazione fiscale. La legislazione italiana, però, offre uno strumento per tutelare i propri diritti e regolarizzare la situazione: l’autofattura.

L’autofattura: una soluzione legale e necessaria

Dopo un lasso di tempo ragionevole – solitamente considerato di quattro mesi dalla data di emissione della prestazione o dalla consegna del bene – e dopo aver esaurito tutte le possibilità di sollecito formale (raccomandate A/R, email con ricevuta di ritorno, ecc.), è possibile emettere un’autofattura. Questa non è un’azione illegale, ma un rimedio previsto dalla legge per ovviare all’inerzia del fornitore.

Requisiti fondamentali per una corretta autofattura:

  • Tempistica: L’autofattura va emessa entro 30 giorni dalla scadenza del termine di quattro mesi dalla data di emissione della prestazione o consegna del bene. Superato questo termine, si rischia di perdere il diritto di emettere l’autofattura.
  • Documentazione: È indispensabile possedere tutta la documentazione comprovante la transazione: contratto, ricevute di pagamento, ordini d’acquisto, comunicazioni con il fornitore (email, etc.). Questa documentazione dovrà essere conservata accuratamente, in quanto costituirà la prova in caso di contestazioni.
  • Correttezza formale: L’autofattura deve essere compilata con precisione, rispettando tutte le indicazioni previste dalla normativa vigente. Deve riportare tutti i dati fiscali del fornitore (partita IVA, codice fiscale, indirizzo, etc.) e del cliente, oltre a una descrizione dettagliata della prestazione o del bene ricevuto, la data di emissione e l’importo.
  • Invio al fornitore: Anche se si tratta di un’autofattura, è buona norma inviare una copia al fornitore tramite raccomandata A/R, a dimostrazione della buona fede e per evitare future controversie.

Attenzione: L’autofattura non è un’azione da intraprendere con leggerezza. È fondamentale assicurarsi di aver rispettato scrupolosamente tutti i requisiti di legge, per evitare di incorrere in sanzioni. In caso di dubbi, è sempre consigliabile consultare un commercialista o un professionista del settore per una guida precisa e personalizzata.

In conclusione, la mancata emissione di una fattura da parte del fornitore non deve essere sottovalutata. L’autofattura rappresenta un valido strumento per tutelare i propri diritti e garantire la correttezza fiscale, ma richiede attenzione e precisione nella sua redazione e invio. La prevenzione, con solleciti puntuali e documentati, rimane comunque la strategia migliore per evitare di dover ricorrere a questa procedura.