Che livello di inglese si ha dopo le superiori?

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Al termine degli studi superiori, il Ministero dellIstruzione indica il raggiungimento del livello B2 di inglese come obiettivo formativo per gli studenti. Questo livello garantisce una buona competenza linguistica per affrontare studi universitari e contesti internazionali.

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Oltre il B2: il vero livello d’inglese al diploma e le sfide future

Il Ministero dell’Istruzione indica il livello B2 del Quadro Comune Europeo di Riferimento per le Lingue (QCER) come obiettivo finale per la conoscenza dell’inglese al termine degli studi superiori. Ma questa dichiarazione, pur ufficialmente corretta, cela una complessità che merita un’analisi più approfondita. Possedere un B2 certificato garantisce effettivamente una solida base per l’università e gli ambiti internazionali? La realtà, spesso, è più sfumata.

Il B2, secondo il QCER, indica la capacità di comprendere il nucleo principale di informazioni su argomenti concreti e astratti, inclusi i dibattiti specialistici. Significa sapersi esprimere in modo chiaro e dettagliato su un’ampia gamma di argomenti, saper redigere testi coerenti e ben strutturati e interagire con un buon grado di spontaneità e scioltezza. Tuttavia, la reale competenza linguistica di uno studente al diploma, pur ambendo a questo livello, varia considerevolmente.

Diversi fattori incidono sulla discrepanza tra l’obiettivo teorico (B2) e la realtà. Il primo è la qualità dell’insegnamento ricevuto, che non è omogenea su tutto il territorio nazionale. Scuole con risorse limitate, docenti con poca specializzazione o metodologie didattiche obsolete possono compromettere il raggiungimento di un livello B2 effettivo. Un altro fattore critico è l’impegno individuale dello studente. La semplice frequenza scolastica, senza studio autonomo, pratica costante e un approccio proattivo, difficilmente porta a una padronanza fluida della lingua.

Inoltre, il B2 è un livello intermedio, e non rappresenta la piena competenza linguistica. Mentre alcuni studenti raggiungono un B2 solido e quasi prossimo al C1, altri si attestano su un B2 minimo, con lacune significative in alcune aree, come la grammatica complessa, il lessico specialistico o la pronuncia. Questo significa che affrontare un contesto universitario internazionale, o un’esperienza lavorativa all’estero, potrebbe rivelarsi più impegnativo del previsto per questi ultimi.

In conclusione, affermare che gli studenti diplomati raggiungono il livello B2 d’inglese è una semplificazione. Si tratta di un obiettivo ambizioso, che, se raggiunto, offre un solido punto di partenza. Tuttavia, è fondamentale superare la mera certificazione e concentrarsi sulla reale competenza linguistica, promuovendo un insegnamento di qualità, incentivando l’apprendimento autonomo e riconoscendo la variabilità dei livelli di competenza tra gli studenti. Un impegno collettivo, da parte di istituzioni, docenti e studenti stessi, è necessario per colmare il divario tra la teoria del B2 e la pratica dell’inglese nel mondo reale. Solo così si potrà garantire ai giovani un’adeguata preparazione per le sfide globalizzate del futuro.

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