Come definire il titolo di studio?

Un titolo di studio… cos’è davvero? Una pergamena, certo. Un pezzo di carta. Ma è molto di più, no? È la prova, tangibile, di un percorso. Un cammino, a volte faticoso, fatto di notti insonni sui libri, di ansia prima degli esami – chi non la ricorda quella sensazione allo stomaco? – di pomeriggi passati a studiare invece di uscire con gli amici. Ricordo ancora il mio diploma di maturità, stretto tra le mani, la sensazione di… liberazione, forse? O forse era l’inizio di qualcosa di nuovo, di più grande. Un titolo di studio certifica che hai superato degli esami, delle prove, d’accordo. Dice che hai acquisito delle competenze specifiche, che ne so, in matematica, storia, letteratura… Ma certifica anche la tua tenacia, la tua forza di volontà. Quanti hanno mollato lungo la strada? Quanti non ce l’hanno fatta? E io… io ci sono riuscita. Lo so, magari adesso qualcuno penserà: “Vabbè, dipende anche dal tipo di studi…” Certo, ovvio! Non tutti i percorsi sono uguali. Ma ognuno, a suo modo, richiede impegno. E poi, cosa conta davvero? Il voto? La media? Sì, insomma, contano anche quelli, per carità. Ricordo che mi dissero che, in base a delle statistiche – non so quali, sinceramente – chi ha una media alta all’università poi trova lavoro più facilmente. Ma…sarà vero? Boh, non lo so. Io credo che un titolo di studio, alla fine, sia un punto di partenza, non di arrivo. È la base su cui costruire il tuo futuro. Il mio, per esempio. E ditemi, voi cosa ne pensate?