Come si calcola il punteggio su altra classe di concorso?

Ma dai, questo punteggio per altra classe di concorso… che stress! Un punto al mese, fino a sei all’anno… sei punti! Sembra una miseria, vero? A me, lo so, sembra sempre poco, sempre insufficiente. Ricordo ancora quando, dopo anni di supplenze, ero a un soffio dalla graduatoria definitiva… mancano solo tre punti! Tre! E quanti mesi ancora di precariato? Che ansia, è indescrivibile. Quanti moduli compilati, quanti giorni di lavoro sotto pressione, solo per quei miseri punti… Quasi ti viene da ridere, ma è un riso amaro, sapete?

Ricordo un collega, Luigi, che aveva messo via tutto per un anno per fare solo supplenze brevi, pensando di far punti. È stato un anno duro, ha dovuto stringere la cinghia parecchio, ma alla fine… niente. Non è bastato. E allora ti chiedi: vale la pena? Ma poi, che scelta c’è? Si continua, perché, sai, è la speranza di un futuro migliore, di una stabilità che ti tiene ancora in piedi. È una corsa a ostacoli senza fine, una lotta contro i numeri, contro la burocrazia, contro la precarietà… e contro se stessi, a volte.

Calcolarlo poi, questo punteggio… una roba complicata! Deve essere preciso, non si può sbagliare un punto. E ti ritrovi lì, con la calcolatrice in mano, a fare conti e riconti, a controllare e ricontrollare, sottolineando ogni singola riga sulla graduatoria, con il cuore che ti batte forte. Per non parlare dei punteggi degli altri! Quanta invidia, eh? Scherzo… più che invidia, è ansia. Ansia da prestazione, ansia per il futuro.

Ma la speranza, dicevo, è l’ultima a morire. E quindi si va avanti, un punto alla volta, sperando che, prima o poi, basti. Che basti per avere una vita meno precaria, meno stressante, meno… incerta. Speriamo.