Cosa vuol dire essere professore ordinario?

Cosa vuol dire, davvero, essere professore ordinario? Boh, a volte me lo chiedo anche io. Sai, sembra una cosa così… ufficiale, così lontana dalla persona che ero vent’anni fa, quando studiavo notte e giorno, con la faccia piena di caffè e libri sparsi ovunque. Ricordo ancora l’ansia del dottorato, le notti insonni a scrivere la tesi, il terrore di non farcela…e poi, quella telefonata. Ricordi quella telefonata? Ricordo ancora il tremore alle mani.

Professore ordinario… suona quasi pomposo, no? Ma in realtà, è semplicemente…essere me, con tutte le mie imperfezioni, le mie paure, le mie gioie. È essere responsabile di un gruppo di studenti, cercando di trasmettere non solo nozioni, ma anche, spero, un po’ della mia passione. Un concorso pubblico, dicono, rigoroso. Rigoroso, si, ma anche, a volte, un po’ assurdo, non trovi? Quanti anni di studio, di sacrifici, per arrivare a questo punto… anni che ti cambiano, ti segnano.

È il grado accademico più alto, sì, lo so. Eppure, a volte, mi sento ancora una studentessa, una che impara ogni giorno. C’è sempre qualcosa di nuovo da scoprire, una nuova ricerca da iniziare. Come quella volta, ricordo, che abbiamo scoperto una correlazione inaspettata tra… ma no, forse è meglio non dirlo adesso, è un po’ complesso. Insomma, essere professore ordinario non è solo una posizione, è un percorso, un cammino fatto di tante piccole conquiste, e, a volte, qualche bella delusione. Ma soprattutto, è una continua sfida, una sfida che, nonostante tutto, mi fa sentire viva. E questo, alla fine, è ciò che conta davvero, no?

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