Perché prendere una laurea?

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Una laurea apre molte porte:

  • Settore pubblico: facilita laccesso tramite concorsi.
  • Stabilità: aiuta a superare il precariato.
  • Realizzazione: concretizza le aspirazioni professionali.
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Ok, ecco come reinterpretarei l’articolo, cercando di dargli un’impronta più personale e meno “fredda”:

Perché, alla fine, farsi venire il mal di testa con una laurea?

Ecco, parliamoci chiaro, quante volte mi sono chiesta se ne valesse la pena? Anni sui libri, notti insonni, un mutuo da pagare per i manuali… E poi? Perché, dannazione, uno dovrebbe investire così tanto in una laurea?

Beh, diciamo che una laurea è come un biglietto d’ingresso, no? Apre certe porte che altrimenti rimarrebbero sbarrate. E non parlo solo di porte di legno massiccio, intendo proprio opportunità.

Settore pubblico: il sogno del posto fisso?

Chi non ha sognato almeno una volta il famoso “posto fisso”? Ammettiamolo! Una laurea, diciamocelo, aiuta. Ti permette di accedere a quei concorsi che, senza il pezzo di carta, te li sogni. Mia cugina, ad esempio, ha fatto il concorso per l’Agenzia delle Entrate. Senza la laurea in Giurisprudenza… niente da fare! Sarebbe rimasta a fare la commessa, con tutto il rispetto per le commesse, eh! Ma lei voleva altro. Voleva la sicurezza di un lavoro statale.

Stabilità: basta contratti a termine, please!

E poi c’è la questione della stabilità. Anni fa, prima di laurearmi, ho lavorato come traduttrice freelance. Carino, per carità. Ma quante volte mi sono ritrovata a fine mese senza sapere se avrei avuto lavoro il giorno dopo? Quanta ansia! Con la laurea (in Lingue e Letterature Straniere, per la cronaca) e una specializzazione, sono riuscita a trovare un contratto a tempo indeterminato. Non che sia la felicità assoluta, eh! Però dormo più tranquilla. Il precariato è una bestia nera, e una laurea ti aiuta a tenerla a bada, almeno un po’.

Realizzazione: dare un senso a tutto questo casino

Ma la cosa più importante, secondo me, è la realizzazione personale. Non è solo una questione di soldi o di sicurezza. È la sensazione di aver concretizzato un sogno, un’aspirazione. Io, da bambina, volevo fare l’archeologa. Poi ho scoperto che le zanzare in Egitto sono insopportabili e ho virato sulle lingue. Ma ho studiato con passione, ho approfondito, ho imparato. E oggi, quando traduco un testo che mi appassiona, sento di aver trovato il mio posto nel mondo. Non so se mi spiego… È una cosa che va al di là del semplice “lavoro”. È come aver dato un senso a tutti quei libri divorati, a tutte quelle notti passate sui libri.

Ecco, forse è questo il vero motivo per cui vale la pena prendere una laurea. Non solo per le porte che ti apre, ma per la porta che ti apre dentro.

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