Quali elementi caratterizzano il sistema economico capitalista?
Oddio, che meccanismo complesso! Mi affascina e allo stesso tempo mi inquieta questo capitalismo. La libertà individuale di scelta, la spinta del profitto... è un motore potente, ma anche spietato. Quella decentralizzazione delle decisioni, in teoria bellissima, può diventare un caos, una giungla dove i più forti sopravivono. E poi, il ruolo del mercato: unentità astratta, che detta legge con le sue informazioni, a volte manipolate, a volte imprevedibili. Un gioco emozionante, ma rischioso, dove la ricchezza si concentra, lasciando molti indietro.
Oddio, il capitalismo… che casino! Mi lascia sempre un po’ sbalordita, sapete? Da una parte c’è tutta questa libertà, la possibilità di scegliere, di costruirsi da soli… mia nonna, per esempio, ha aperto un piccolo negozio di merceria quando era giovane, solo con tanta grinta e un prestito da uno zio. Un esempio di quella “libera iniziativa” che si sente tanto nominare, no? Ma poi… poi arriva la parte brutale. La rincorsa al profitto, che diventa una specie di ossessione. Ricordo quel mio amico, Marco, che lavorava 16 ore al giorno nella sua startup, sacrificando tutto. E poi? La startup è fallita, lui è rimasto con un debito enorme e un’amarezza che ancora oggi porta dietro. Giusto?
E la decentralizzazione… sulla carta è una meraviglia, una grande democrazia economica. Ma poi ti ritrovi immersa in questa giungla selvaggia, un mercato che sembra quasi una creatura vivente, con le sue fluttuazioni, i suoi alti e bassi imprevedibili. Leggevo un articolo, pare che l’80% della ricchezza sia nelle mani del 20% della popolazione… ma davvero? E il resto? Dove finiscono? Lasciati indietro, schiacciati dal sistema.
Poi c’è il ruolo delle informazioni, manipolate, distorte, usate per creare bolle speculative… ricordo il crack del 2008, che sembrava uscito da un film catastrofico. E il mercato, questo gigante astratto, che detta le sue regole senza pietà… a volte mi sento piccola, insignificante di fronte a tutta questa potenza. È un gioco, questo, un gioco emozionante, sì, ma anche terribilmente rischioso. Un gioco dove si vince o si perde tutto, e spesso, spesso, si perde. E allora… che senso ha tutto questo? Mi chiedo ancora.
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