Quali sono i CCNL meno pagati?

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Il CCNL dei servizi fiduciari, che riguarda ad esempio le guardie giurate, figura tra i meno remunerativi. Un addetto al controllo e alla vigilanza al livello D percepisce circa 1000 euro al mese, con uno stipendio lordo minimo di 5,78 euro allora.
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I CCNL meno pagati in Italia: un’analisi del settore sicurezza e prospettive future

Il mondo del lavoro italiano presenta un’ampia disparità salariale tra i diversi settori. Mentre alcune professioni garantiscono retribuzioni elevate e prospettive di crescita significative, altre si trovano a confrontarsi con stipendi al di sotto della soglia di dignità, generando un disagio sociale ed economico non trascurabile. Tra i CCNL (Contratti Collettivi Nazionali di Lavoro) meno remunerativi spicca, senza dubbio, quello dei servizi fiduciari, che comprende figure professionali come le guardie giurate e gli addetti alla vigilanza.

La precarietà salariale all’interno di questo settore è un dato di fatto. Prendiamo ad esempio la figura di un addetto al controllo e alla vigilanza inquadrato al livello D: il suo stipendio lordo minimo orario si aggira attorno ai 5,78 euro, traducendosi in uno stipendio mensile lordo di circa 1000 euro. Una cifra che, considerando il costo della vita attuale, difficilmente consente una condizione di vita dignitosa e stabile, soprattutto in contesti urbani ad alto costo abitativo. Si tratta di un importo che, seppur variabile in base ad anzianità di servizio, straordinari e altri fattori, rimane complessivamente basso rispetto alla media nazionale e ancor più se paragonato alla responsabilità e alle potenziali situazioni di rischio che queste figure professionali affrontano quotidianamente.

Questa situazione di sottopagamento ha diverse implicazioni: la difficoltà di attrarre giovani nel settore, creando un’impasse generazionale; l’aumento del turnover e la conseguente perdita di esperienza professionale; la possibile riduzione della qualità del servizio offerto a causa della demotivazione derivante dalle basse retribuzioni. Inoltre, la mancanza di adeguati stipendi può tradursi in una maggiore esposizione al rischio di corruzione o di comportamenti scorretti, compromettendo ulteriormente la sicurezza e la legalità.

Per affrontare questa problematica, si rende necessario un intervento a più livelli. Da un lato, è fondamentale rivedere e rimodulare i CCNL dei servizi fiduciari, garantendo un adeguamento degli stipendi alle responsabilità e ai rischi connessi al lavoro. Questo richiede un confronto costruttivo tra le parti sociali, sindacati e datoriali, per raggiungere un accordo equo e sostenibile.

Dall’altro lato, è altrettanto importante investire nella formazione e nella qualificazione professionale degli addetti alla sicurezza, valorizzando le loro competenze e creando percorsi di carriera che incentivino la professionalità e la permanenza nel settore. Solo attraverso un approccio integrato, che tenga conto sia degli aspetti salariali sia di quelli formativi, sarà possibile garantire un futuro più equo e dignitoso ai lavoratori dei servizi fiduciari e, contemporaneamente, migliorare la qualità dei servizi di sicurezza offerti al Paese. In definitiva, la questione non è solo di giustizia sociale, ma anche di sicurezza pubblica e di efficienza del sistema nel suo complesso.