Quanto guadagna un bar da un pacchetto di sigarette?
Il margine di guadagno medio di una tabaccheria sulle sigarette è contenuto, circa il 10% del prezzo di vendita. Su un pacchetto venduto a 5 euro, il profitto è di circa 50 centesimi. Altri prodotti contribuiscono significativamente al fatturato complessivo.
Il fumo non fa più girare l’economia del bar: 50 centesimi di guadagno a pacchetto
L’immagine romantica del barista che si arricchisce con la vendita di sigarette è ormai un lontano ricordo. Se un tempo il tabacco rappresentava una fetta importante degli incassi, oggi il suo contributo al fatturato di un bar è decisamente marginale. Con un margine di guadagno che si aggira intorno al 10%, il profitto derivante dalla vendita di un pacchetto di sigarette è sorprendentemente basso.
Facciamo un esempio concreto: su un pacchetto venduto al pubblico a 5 euro, il guadagno del barista si attesta intorno ai 50 centesimi. Una cifra irrisoria se si considera il volume di vendite necessario per generare un profitto significativo. Cinquanta centesimi, sufficienti forse per un caffè ristretto, non bastano certo a coprire i costi di gestione di un’attività complessa come quella di un bar, che deve far fronte a spese per affitti, utenze, personale, materie prime e tasse.
Questo esiguo margine è imposto dai Monopoli di Stato, che regolano rigidamente il prezzo delle sigarette e lasciano ai rivenditori un piccolo spazio di manovra. Di conseguenza, i baristi non possono aumentare il prezzo di vendita per incrementare il proprio guadagno, e la vendita di tabacchi si configura più come un servizio offerto alla clientela che come una vera e propria fonte di reddito.
Allora, cosa permette ai bar di rimanere a galla? La risposta sta nella diversificazione dell’offerta. Caffè, cappuccini, aperitivi, brioche, pranzi veloci e altri prodotti contribuiscono in modo significativamente maggiore al fatturato complessivo. Sono queste le voci che permettono ai bar di coprire i costi e generare profitto, relegando le sigarette ad un ruolo di secondo piano.
In un contesto in cui la lotta al tabagismo è sempre più presente e il numero di fumatori è in calo, è evidente che i bar abbiano dovuto riadattare il proprio modello di business, puntando su prodotti e servizi più redditizi. Il fumo, insomma, non fa più girare l’economia del bar. I 50 centesimi guadagnati su ogni pacchetto rappresentano ormai una goccia in un mare di altre entrate, ben più consistenti e decisive per la sopravvivenza di queste attività commerciali.
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