Quanto viene pagato un volontariato?

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Il volontariato è unattività non retribuita. Il volontario può ricevere solo un rimborso per le spese effettivamente sostenute e documentate, entro limiti specifici, dallente per cui svolge lattività.
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Il Volontariato: Un Investimento di Tempo, Non di Soldi. Ma a Quali Condizioni?

Il volontariato, spesso celebrato come atto di generosità e impegno civico, è per definizione un’attività non retribuita. Questo principio fondamentale, che ne costituisce il cuore stesso, viene però a volte interpretato in modo semplicistico, generando dubbi e, talvolta, fraintendimenti. Quanto viene effettivamente “pagato” un volontario? La risposta, pur semplice in linea di principio, necessita di alcune precisazioni cruciali.

La premessa è chiara: il volontario non percepisce uno stipendio, né un compenso per il suo lavoro. La sua motivazione risiede nell’altruismo, nella solidarietà e nel desiderio di contribuire alla comunità o a una causa specifica. Tuttavia, l’assenza di retribuzione non implica l’assenza di un qualsiasi tipo di supporto economico.

La legge, infatti, prevede la possibilità di rimborsare al volontario le spese effettivamente sostenute e documentate per lo svolgimento dell’attività. È fondamentale sottolineare la parola “effettivamente”: si tratta di un rimborso spese, non di un compenso per il lavoro prestato. Questo significa che il volontario può essere risarcito per le spese di trasporto, di vitto (se necessario e documentato), di materiale specifico richiesto dall’ente ospitante, e altre spese direttamente correlate all’attività svolta.

Ma quali sono i limiti a questo rimborso? Non esistono norme nazionali univoche che definiscono un tetto massimo. La determinazione del limite di spesa rimborsabile varia a seconda dell’ente, dell’attività svolta e, in alcuni casi, dei regolamenti interni dell’organizzazione. È quindi fondamentale che il volontario, prima di intraprendere l’attività, chieda chiarimenti specifici sull’entità e sulle modalità di rimborso delle spese. La trasparenza in questo ambito è un elemento fondamentale per garantire la correttezza del rapporto tra l’ente e il volontario.

La questione del rimborso spese, dunque, non deve essere interpretata come un’elusione del principio fondamentale del volontariato. Al contrario, rappresenta un necessario strumento per evitare che il volontario si trovi a sostenere costi eccessivi per svolgere l’attività, rendendo così la partecipazione accessibile anche a chi ha limitate risorse economiche. Un rimborso spese adeguato e trasparente contribuisce a rendere il volontariato un’esperienza più equa e sostenibile per tutti, incentivando la partecipazione e valorizzando l’impegno dei volontari. In definitiva, il vero “compenso” del volontario risiede nella gratificazione personale, nella consapevolezza di aver contribuito a qualcosa di più grande di sé, e nella crescita umana che tale impegno comporta.