Che uva si usa per il vino rosato?

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Il Sangiovese, vitigno versatile, è impiegato nella produzione di rosati, in particolare in Corsica. Conferisce al vino un colore delicato e un bouquet aromatico complesso, caratterizzato da note di spezie, frutti rossi e agrumi.

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Oltre il Sangiovese: Un’esplorazione del mondo delle uve per il vino rosato

Il vino rosato, con la sua versatilità e la sua freschezza, sta conquistando sempre più estimatori. Ma quali sono le uve che contribuiscono a creare la sua delicata palette di colori e aromi? Mentre il Sangiovese, come giustamente sottolineato, gioca un ruolo significativo, soprattutto nella produzione di rosati corsi, la realtà è molto più sfaccettata e ricca di sorprese. L’idea che esista una sola “uva del rosato” è un’errata semplificazione. La complessità aromatica e stilistica dei rosati deriva proprio dalla varietà di vitigni utilizzati, ciascuno dei quali apporta la sua firma inconfondibile.

Il Sangiovese, con la sua capacità di esprimere sia note fruttate che speziate, dona al rosato un’eleganza particolare, un’intensità aromatica che va dalle vibranti note di ribes rosso e lampone a sfumature più delicate di pompelmo rosa e scorza d’arancia. La sua provenienza corsa, con il suo clima soleggiato e i suoli minerali, contribuisce ulteriormente a definire il profilo del vino, arricchendolo di una complessità che difficilmente si trova altrove.

Tuttavia, andare oltre il Sangiovese apre le porte a un mondo di possibilità. In Provenza, il Grenache, con la sua struttura morbida e le sue note di frutti a bacca rossa e spezie dolci, è un protagonista indiscusso. Il rosato da Grenache si distingue per la sua ricchezza aromatica e la sua capacità di invecchiare elegantemente. Allo stesso modo, il Cinsault, sempre in Provenza, contribuisce a vini rosati più leggeri e delicati, con sentori floreali e un’acidità rinfrescante.

In altre regioni, altri vitigni trovano la loro espressione ideale nella produzione di rosati. Il Pinot Noir, per esempio, dà vita a rosati di grande finezza e complessità, con note di fragola selvatica, ciliegia e una delicata mineralità. In Italia, oltre al Sangiovese, troviamo ottimi rosati ottenuti da uve come il Nebbiolo, che conferisce un’eleganza particolare e una struttura tannica più decisa, o il Nero d’Avola, che dona un’intensità fruttata e una piacevole sapidità.

In definitiva, la scelta dell’uva per il rosato è una questione di terroir, stile e preferenze del produttore. La diversità dei vitigni impiegati dimostra la grande versatilità di questa tipologia di vino, capace di esprimere sfumature infinite, dalle note più leggere e delicate a quelle più strutturate e complesse. Esplorare il mondo dei rosati significa quindi intraprendere un viaggio sensoriale alla scoperta di una ricca varietà di aromi e sapori, ben lontani dalla semplificazione di un’unica uva protagonista.

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