Come si dice sgombro in genovese?

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A Genova, lo sgombro è chiamato laxèrto. Altri termini dialettali per prodotti ittici e salumi includono léngoa per la sogliola e tésta n cascétta per la soppressata. Queste denominazioni locali offrono un esempio della ricchezza del lessico genovese legato alla tradizione culinaria.

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Laxèrto: un assaggio di mare e di genovesità

Genova, città dalle mille sfaccettature, custodisce gelosamente non solo un patrimonio architettonico e storico di inestimabile valore, ma anche un tesoro linguistico di straordinaria ricchezza: il genovese. Un dialetto vibrante, che si insinua tra i vicoli stretti e le antiche mura, rivelando la sua anima autentica anche nella più semplice conversazione, soprattutto quando si parla di cibo. E quale migliore esempio di questa genuinità se non la denominazione dello sgombro: laxèrto.

La parola, asciutta e gustosa come il pesce stesso, evoca immediatamente l’immagine del mare, del profumo salmastro e del sapore deciso di questo prelibato pescato. Laxèrto, a differenza del termine italiano più diffuso, trasporta con sé un bagaglio culturale e identitario profondo, radicato nella storia e nella tradizione gastronomica genovese. Non è semplicemente una traduzione; è un’esperienza sensoriale, un frammento di memoria collettiva che si tramanda di generazione in generazione.

Questo piccolo vocabolo, infatti, testimonia la vitalità del dialetto genovese e la sua capacità di adattarsi e evolversi nel tempo, conservando intatta la sua ricchezza lessicale. Non si limita a descrivere un semplice pesce, ma connota un rapporto intimo e profondo tra la città e il suo mare, fonte di sostentamento e ispirazione per la cultura locale.

La ricchezza del lessico genovese legato al cibo va ben oltre il laxèrto. Termini come léngoa, che indica la sogliola, e tésta n cascétta, pittoresca definizione della soppressata, rappresentano altrettanti esempi di un patrimonio linguistico che merita di essere preservato e valorizzato. Queste parole, con le loro sfumature e sonorità uniche, sono un vero e proprio patrimonio immateriale, un tesoro linguistico che arricchisce non solo la gastronomia genovese, ma la cultura della città nel suo complesso.

Studiare e preservare queste espressioni dialettali significa non solo comprendere meglio la storia della lingua, ma anche apprezzare la complessità e la varietà delle culture locali. Il laxèrto, dunque, è molto più di uno sgombro; è un simbolo di identità, un frammento di storia genovese racchiuso in una parola semplice ma potente, un invito a immergersi nella cultura autentica di una città dal cuore antico e dal sapore inconfondibile.