Come si fa il Metodo Classico?
La rifermentazione in bottiglia, cuore del Metodo Classico, prevede laggiunta di lieviti e zuccheri. Questultimi, trasformandosi in anidride carbonica, generano la pressione e le tipiche bollicine che caratterizzano questi vini.
Oltre la Schiuma: Un’Immersione nel Metodo Classico
Il Metodo Classico, sinonimo di eleganza e complessità nel mondo spumantistico, non è semplicemente un processo di produzione, ma una vera e propria alchimia. Dietro le raffinate bollicine, che danzano nel calice con grazia, si cela un’arte paziente e meticolosa, che affonda le sue radici nella tradizione e si perfeziona con l’esperienza di generazioni di vitivinicoltori. La sua essenza risiede nella rifermentazione in bottiglia, un’operazione delicata che trasforma un vino tranquillo in un capolavoro effervescente.
Diversamente da metodi più rapidi, il Metodo Classico non si limita a insufflare anidride carbonica nel vino. La sua magia è interamente biologica, ottenuta grazie ad una seconda fermentazione che avviene direttamente all’interno della stessa bottiglia. Questo processo inizia con l’aggiunta di una miscela precisa – il liqueur de tirage – composta da vino base, lieviti selezionati e una dose di zuccheri, attentamente calibrata per ottenere il livello di pressione desiderato. Questi zuccheri, in un ambiente controllato e al riparo dall’ossigeno, fungono da nutrimento per i lieviti.
Inizia così una lenta e silenziosa trasformazione. I lieviti, risvegliati dal loro sonno, intraprendono un’intensa attività metabolica, consumando gli zuccheri e producendo, come sottoprodotto, anidride carbonica. Questa CO2, intrappolata all’interno della bottiglia ermeticamente sigillata, crea la pressione necessaria per la caratteristica effervescenza del Metodo Classico. Ma il processo non si ferma qui.
Mentre la pressione cresce, i lieviti, esauriti i nutrienti, muoiono e si depositano sul fondo della bottiglia, formando il cosiddetto “dépôt” o “feccia”. Questa feccia, composta dai lieviti morti e da altre sostanze, non è un residuo indesiderato, ma un elemento fondamentale per la complessità aromatica e gustativa del vino finito. Infatti, durante il lungo periodo di affinamento sui lieviti (che può durare da mesi a diversi anni), si verificano processi di autolisi cellulare, che rilasciano preziose molecole aromatiche e contribuiscono all’arrotondamento e alla complessità del profilo organolettico.
Dopo il periodo di affinamento, inizia la fase cruciale del remuage, un’operazione manuale o meccanica che consiste nel posizionare gradualmente le bottiglie capovolte, per raccogliere il deposito sul tappo. Segue quindi il dégorgement, dove il tappo, insieme al deposito, viene espulso, e viene aggiunta la liqueur d’expédition, una miscela di vino e zucchero (o solo vino, per gli spumanti “brut nature”) che determina il livello di dolcezza finale. La bottiglia viene quindi tappata definitivamente, pronta per essere gustata.
Il Metodo Classico, dunque, non è solo un metodo produttivo, ma una filosofia enologica che privilegia la lentezza, la precisione e la complessità, dando vita a vini spumanti di straordinaria eleganza e persistenza, capaci di raccontare la storia del territorio e del savoir-faire di chi li ha creati. Un’esperienza sensoriale che va ben oltre la semplice effervescenza.
#Come Si Fa#Metodo Classico#Metodo TradizionaleCommento alla risposta:
Grazie per i tuoi commenti! Il tuo feedback è molto importante per aiutarci a migliorare le nostre risposte in futuro.