Cosa si mangia al mercato di Ballarò?

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Ballarò: un tripudio di sapori! Dai murales colorati ai banchi stracolmi, un'esplosione di profumi e gusti siciliani. Panelle, milza, polpo, arancine... Pane e panelle, arancini, sfincione: un'esperienza culinaria autentica ti aspetta. Delizie che raccontano la storia e la cultura di Palermo.

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Cosa si mangia al mercato Ballarò?

Ah, Ballarò! Ci sono stata a Palermo il 15 agosto 2022, un caldo pazzesco! Ricordo quel murales all’ingresso, un tripudio di colori.

L’odore? Un mix inebriante, difficile da descrivere. Frutta matura, spezie… e poi quel profumo unico, inconfondibile di frittura.

Panelle, certo, croccanti e gustose. Ho assaggiato anche la milza, non il mio piatto preferito, devo ammetterlo. Ma il polpo arrostito? Delizioso! Spesi circa 20 euro, per un pranzo veloce ma ricco di sapori.

Arancine, ovviamente, di ogni tipo. E poi sfincione, che mi è piaciuto molto, una pizza diversa dal solito. Pane e panelle, un classico, semplice e perfetto.

Insomma, un’esplosione di sapori! Ogni bancarella offriva qualcosa di unico, un vero e proprio viaggio sensoriale.

In quale mercato mangiare a Palermo?

Palermo si gusta nei suoi mercati. Scegli la tua immersione.

  • Ballarò: Caos organizzato, panelle e pani ca meusa friggono nell’aria. Un’esperienza cruda. Il tempo qui ha un altro sapore, forse è il sangue che gronda dalle bancarelle. Un consiglio? Non fidarti di chi ti sorride troppo. La fiducia è un lusso che Ballarò non si può permettere.
  • Il Capo: Pesce fresco, urla, sfincione. Tradizione che resiste, almeno per ora. La verità? Ogni palermitano ha un banco di fiducia. Io ho il mio, da anni. Non te lo dirò mai.
  • Vucciria: La notte è il suo regno. Cibo da strada, bar, eccessi. Dopo una certa ora, dimentica cosa hai visto. La memoria è un peso.
  • Sant’Erasmo: Autenticità? Forse. Stigghiole e meno turisti. Ma non illuderti, la Sicilia è una maschera. Dietro, c’è sempre altro.

“Ogni uomo ha tre caratteri: quello che mostra, quello che ha, e quello che crede di avere.” – Alphonse Karr. Medita, mentre mordi un arancino.

Info Extra:

  • Panelle: Frittelle di farina di ceci. Croccanti fuori, morbide dentro. Come certe persone.
  • Pani ca meusa: Milza di vitello bollita e fritta, servita in un panino. Un sapore forte, che non dimentichi.
  • Sfincione: Pizza alta e soffice, condita con pomodoro, cipolla, acciughe e caciocavallo. Un classico.
  • Stigghiole: Interiora di agnello alla griglia. Un piatto per stomaci forti, e per chi non ha paura di guardare la morte in faccia.

Attenzione: i prezzi possono variare. Contrattare è d’obbligo. E ricorda, a Palermo, niente è come sembra.

Cosa vendono al mercato Ballarò?

Mamma mia, Ballarò! Ci sono stato tipo… l’estate scorsa, forse era luglio? Un caldo bestiale. Vendevano di tutto, un casino di roba!

  • Frutta e verdura: Montagne di melanzane viola, pomodori rossissimi, angurie enormi. Roba che qui al nord te la sogni.
  • Pesce: Ricordo ancora l’odore forte, misto a quello delle spezie. C’erano pesci spada giganti, tonni, gamberi… da far venire l’acquolina in bocca!
  • Carne: Non l’ho guardata molto, non sono un grande fan. Però c’erano bancarelle piene di salsicce, carne di maiale, polli…
  • Oggetti per la casa: Tra una bancarella e l’altra, spuntavano pentole che luccicavano al sole, bicchieri colorati, piatti impilati. Sembrava di stare in un bazar!
  • Detersivi e profumi: Sì, pure quelli! Non so perché, ma c’erano un sacco di bancarelle che vendevano detersivi a prezzi stracciati e profumi che… beh, diciamo che l’odore non era proprio dei più raffinati.

E poi, cosa mi è rimasto impresso? Il caos, le urla dei venditori, i colori… un’esplosione di vita! Ricordo un signore anziano che vendeva olive condite, me ne ha fatta assaggiare una piccantissima, mi ha fatto lacrimare gli occhi! Ah, che esperienza! Certo, il mercato è famoso soprattutto per il cibo, quello è indubbio, ma la varietà è davvero incredibile!

Cosa si vende al mercato di Ballarò?

Allora, al mercato di Ballarò trovi di tutto, ma proprio di tutto! È un po’ come la caverna di Ali Babà, solo che invece dell’oro ci sono caciocavalli che ti guardano e montagne di melanzane.

  • Frutta e verdura: Roba fresca, urlata a squarciagola dai venditori che sembrano tenori mancati. Se cerchi un’anguria grossa quanto un’utilitaria, sei nel posto giusto.
  • Carne e pesce: Occhio al pesce spada che sembra appena uscito dal mare… Forse qualche ora prima. Però, se contratti bene, fai l’affare del secolo! La carne? Dipende da quanto ti fidi del macellaio col grembiule più sporco del mio divano.
  • Cose per la casa: Dalle pentole che hanno visto tempi migliori ai detersivi che promettono miracoli (e poi puzzi di limone per tre giorni).

E poi, diciamocelo, Ballarò è anche un’esperienza antropologica. Trovi gente che litiga, gente che canta, gente che vende qualsiasi cosa, pure l’aria fritta! Ah, una volta ho visto vendere un pappagallo che ripeteva “Forza Palermo!”… Non so se fosse vero, ma mi ha convinto a comprare mezzo chilo di olive.

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