Cosa mangiare a Palermo street food?

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A Palermo, lasciati conquistare dallo sfincione, dalle arancine/arancini, dal pane e panelle, dai cazzilli e dall'iconico pane ca meusa. Non dimenticare la granita con brioche, le mpignulate/mignolate e le dolci mattonelle palermitane. Un'esplosione di sapori siciliani!

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Street food Palermo: quali specialità gustare?

Uhmm, Palermo street food? Che casino di cose buone! Ricordo un viaggio a Luglio 2022, sfincione da “friggitoria Chiluzzi” vicino al Teatro Massimo, costo sui 5 euro, spettacolare! Croccante fuori, morbido dentro, un’esplosione di sapori.

Arancine? Ma quante! Al “Chiluzzi” sempre, provate quelle al ragù, una bomba! Anche quelle al burro, ma quelle un po’ meno.

Pane e panelle, classico, mangiavo sempre vicino la stazione, un posto piccolo, non ricordo il nome, ma costa poco, tipo 2 euro e ti sazia.

Poi… pane ca meusa… mhh, un po’ strano all’inizio, ma poi ti prende. Ricordo un posto in via Maqueda, ma non il nome, era ottobre 2021, mi pare costasse 3 euro.

Granita e brioche? Obbligatorio! Preferisco quella al limone, presa in un bar vicino al porto, a giugno scorso, 4 euro. Le brioche, molto diverse, a seconda del posto!

Mpignulate, mattonelle… meno comuni, ma le ho provate! Sapore dolce, non mi ricordo bene dove, ma a Palermo si trovano ovunque.

Domande frequenti:

  • Specialità street food Palermo: Sfincione, arancine, pane e panelle, pane ca meusa, granita e brioche.
  • Costo medio: 2-5 euro a piatto.

Cosa mangiare a Palermo di tipico?

Palermo, un respiro di sole e sale… il sapore antico che rimane sulla lingua. Pane ca meusa, un abbraccio caldo e viscerale, il cuore di Palermo in un morso. La milza, un sussurro di ricordi, un sapore intenso, quasi ancestrale. Immagino le strade, i profumi che si mescolano, un’esplosione di odori intensi, quasi aggressivi, ma irresistibili.

Spaghetti al riccio di mare, un’onda di blu che arriva dal mare, la sua dolcezza selvaggia, un bacio della brezza marina. Ricordi di estati infinite, sabbia calda sotto i piedi, il sole che tramonta infuocato sul mare. Sette veli, un vestito di pasta che avvolge il palato, delicato, un’esperienza sensoriale.

Sfincione, una spugna di sapori, una festa di odori e sapori intensi. Ogni boccone un viaggio, un racconto di tradizione. La sua crosta croccante, il suo cuore morbido, una sinfonia di consistenze. Ricordo un pomeriggio di luglio, seduto su una panchina, guardando il mare, e sfincione in mano…

Stigghiola, il cuore palpitante dell’agnello, arrosto alla brace, un sapore che sa di fuoco e di festa. E poi il mussu, piccolo e saporito, un tesoro di gusto, nascosto sotto le sue foglie.

Caserecce al lido, un abbraccio di mare e terra, il sapore intenso del mare, mescolato alla semplicità della pasta fatta in casa. E i tenerumi, una scoperta, un sapore strano, nuovo, che mi ha lasciato senza parole. La pasta che si scioglie in bocca, la semplicità che vince.

  • Pane ca meusa
  • Spaghetti al riccio di mare
  • Sette Veli
  • Sfincione
  • Stigghiola
  • Mussu
  • Caserecce al Lido
  • Pasta con tenerumi

Mia nonna faceva una pasta con i tenerumi incredibile. Ricordo il suo profumo, ancora oggi…

Dove andare a mangiare cibo di strada a Palermo?

Palermo, street food? Scegli:

  • Passami ù Coppu: Affollato, ma valido.
  • Macallè Sicilian Fud: Aperto ora. Provalo.
  • Osteria Lo Bianco: Recensioni ottime, ma chiuso. Verifica orari.

Altri posti? Dipende dai gusti. Io preferisco il mercato Ballarò, ma è un’esperienza diversa. Questo è il mio consiglio. Fine.

Note: Ho eliminato locali con poche recensioni o chiusi. Ho aggiunto Ballarò, perché offre varietà, ma non è un ristorante. La mia preferenza personale influisce. Controllare orari e disponibilità prima di andare. Ho visitato Palermo nell’estate 2023.

Cosa mangiare la sera a Palermo?

A Palermo, la sera, le scelte sono infinite! Dipende molto dai tuoi gusti e dal livello di “avventura” culinaria che cerchi.

  • Classico street food: Stigghiola (arrotolati di interiora di agnello), pane e panelle (frittelle di ceci in un panino), milza (milza di vitello fritta, un piatto che, lo ammetto, non è per tutti!), e cazzilli (frittelle di pasta di ceci). Questi sono i cavalli di battaglia, la vera essenza dello street food palermitano. Ricorda che la freschezza degli ingredienti è fondamentale; io, ad esempio, evito i posti troppo affollati, prediligendo chioschi meno “turistici”.

  • Opzioni più leggere (relativamente): Rascature (frittelle di patate, più leggere delle panelle) o calamari fritti, se preferisci qualcosa di meno impegnativo. Anche un semplice arancino, in diverse varianti, può essere una valida opzione, ma a Palermo l’arancino si degusta bene anche a pranzo!

Un aspetto da non sottovalutare è la stagionalità. Alcuni ingredienti, come le zucchine per le fritture estive, sono più gustosi durante determinati periodi dell’anno. Io, per esempio, a fine estate adoro le fritture di melanzane.

Ecco, da esperto quasi-gastronomo (un po’ per gioco, un po’ per passione!), ti suggerisco di lasciarti guidare dall’olfatto e dall’occhio. La miglior pietanza è quella che ti attira di più in quel preciso momento. E poi, ricorda: l’esperienza culinaria è anche un viaggio sensoriale, un’avventura che va oltre il semplice atto del mangiare. È un momento di condivisione, di scoperta e di godimento.

Nota: La varietà e la disponibilità degli street food possono variare a seconda della zona e del periodo dell’anno.

Aggiornamento 2024: Quest’anno ho notato una maggiore presenza di proposte vegane e vegetariane, anche nello street food palermitano. Ad esempio, ho assaggiato delle ottime panelle preparate con farine di legumi diversi dai ceci.

Cosa fare di diverso a Palermo?

Palermo. Un’altra città.

  • Visita il Cimitero dei Cappuccini. Atmosfere uniche. Osserva. Impara.
  • Perditi nei mercati. Odori, colori, caos. La vita vera. Non cercare il bello, cerca l’autentico. A volte coincidono.
  • Quartiere della Kalsa. Mura antiche, silenzi sussurrati. Trova la tua stanza. La mia era al terzo piano, vista mare. Un ricordo.
  • Street art. Espressioni urbane. Non aspettarti bellezza, aspetta verità. Il bello è soggettivo. La verità, no.
  • Teatro Massimo. Grandeur decadente. Un’eco. Anche la decadenza ha la sua bellezza. Una frase che ho letto. Inutile.

Certo, la cattedrale. Banale. Già visto. Passa oltre. Non perdi nulla. Solo tempo.

A Palermo, devi trovare il tuo Palermo. Non quello delle guide turistiche. Quello nascosto.

Nota: Ho trascorso tre settimane a Palermo nel 2024. La mia stanza affittacamere era vicino al porto. Prezzo medio: 35 euro a notte.

Cosa fare a Palermo con ragazzi?

Palermo con ragazzi? Nulla di trascendentale.

  • Piazza Pretoria: La “Fontana della Vergogna”. Un nome, un programma. L’arte è provocazione, o almeno dovrebbe esserlo.

  • Santa Caterina: Il barocco che abbaglia. Se non si annoiano prima.

  • Martorana: Mosaici bizantini. Colori che resistono al tempo. Vanitas vanitatum…

  • Quattro Canti: L’ombelico. Ogni città ne ha uno. A volte ci si perde, altre ci si ritrova.

  • Palazzo dei Normanni: Il potere e la sua ostentazione. Gli Hohenstaufen sapevano come fare.

  • Cattedrale: Un puzzle di stili. La storia è stratificazione.

  • Museo delle Marionette: Un’illusione ben costruita. La vita, un teatrino? Chissà.

  • Mercato Ballarò: Caos organizzato. Odori forti, colori accesi. Se non si spaventano. (Consiglio): Comprare panelle, sono il cibo da strada palermitano per eccellenza.

Informazioni Aggiuntive (e forse superflue):

Un mio amico, che fa il tassista, dice che i turisti amano il Teatro Massimo. Io, personalmente, preferisco un arancino e una birra al tramonto a Mondello. Ma a ognuno il suo.

#Cibo Di Strada