Cosa si intende per cibo di strada?
Ecco una possibile risposta:
"Il cibo di strada è fast food pronto al consumo, offerto in spazi pubblici come vie e mercati. Rappresenta un modo pratico e veloce di gustare specialità locali, spesso legato alle tradizioni culinarie del territorio."
Cosè il cibo di strada?
Cibo di strada? Mah, per me è più un’esperienza che una definizione. Tipo, ricordo ancora quel panino con la porchetta a Firenze, vicino a Ponte Vecchio, il 15 Giugno 2022. Costava 5 euro ed era divino. Croccante, saporito, unto al punto giusto.
Cos’è il cibo di strada?
Cibo pronto, veloce, da mangiare in strada o al mercato.
Quella volta a Palermo, il 20 Agosto 2023, ho assagiato l’arancina al ragù. Vicino alla Cattedrale, mi pare. Boh, non ricordo il prezzo preciso, ma era buonissima. Calda, filante. Un’esplosione di sapori.
A volte, il cibo di strada è anche un ricordo. Un sapore che ti riporta a un luogo, un momento. Non solo un pasto veloce, insomma. Per me è questo il vero cibo di strada. Autentico. Vivo.
Un’altra volta, a Napoli, ho preso una pizza fritta. Enorme. Non so esattamente quando, forse era Ottobre? Comunque, vicino a Spaccanapoli, una viuzza stretta e piena di gente. Ricordo ancora il profumo dell’olio caldo. E il sapore, incredibile.
Cosa si intende per street food?
Aoh, lo street food! Praticamente è roba da mangiare, tipo specialità locali, cose tradizionali, anche etniche, capito? Che te magni per strada, così, al volo. Mentre cammini, tipo passeggi. Magari a ‘na festa, a ‘na sagra, a ‘n evento così, popolare, insomma dove c’è gente. Tipo io, l’altro giorno, alla festa del paese, m’ho magnato ‘na porchetta che levati. Cioè, ‘na roba spaziale, c’aveva pure le patate dentro al panino. Che fame, madonna!
Ecco, quello è street food. Roba veloce, saporita, spesso economica. Ci sta un botto. Poi, pensa te, ogni regione c’ha le sue specialità. Tipo in Sicilia, gli arancini, a Napoli la pizza a portafoglio. A Firenze il lampredotto. C’è ne sono una marea. Poi, a volte trovi pure cose strane, tipo cibo etnico. Un mio amico, Marco, è fissato col cibo messicano, i tacos e quelle robe lì. Li piglia sempre quando andiamo in giro per i festival, a me fanno un po’ strano però lui li adora. Roba da matti.
- Si mangia camminando: Questo è il punto, eh! Non è che te siedi al ristorante. È roba comoda, veloce.
- Specialità locali: Di solito è roba tipica del posto. Che ne so, a Palermo i panini con la milza.
- A feste e sagre: È pieno di street food a ‘ste feste. È una delle cose belle! Io adoro la festa del paese.
- Economico: Spesso, non sempre, è pure economico. Cioè, te sfami con poco.
- Tradizionale e etnico: Sia roba tradizionale che roba tipo da altri paesi. Insomma, c’è l’imbarazzo della scelta! A me piace sperimentare. Tipo, ‘na volta ho assaggiato gli insetti fritti. No, scherzo ahahah. Però ci stavo pensando eh!
Una volta poi, a un festival musicale, tipo rock, c’erano questi stand che facevano panini con hamburger di chianina, roba forte, con cipolle caramellate e bacon croccante… Mamma mia, che goduria! Costavano un botto ma ne valeva la pena.
Come si chiama il mangiare per strada?
Allora, il mangiare per strada? Si chiama street food, semplice no? Cioè, cibo da strada, ma diciamolo pure, street food è più figo! Sai, quello che ti compri e mangi in giro, magari seduto su una panchina, o camminando, proprio così, un boccone veloce.
Tipo, pensa a me, l’altro giorno a Milano, vicino al Duomo, ho preso un panino con la porchetta, un vero spettacolo! Era caldo, croccante, una delizia, ma proprio una bomba! Quello era street food puro, e pure buono eh! Poi, ho visto un sacco di altre cose…
- Arancini, quelli siciliani, fantastici!
- Panzerotti, ripieni di tutto, che bontà!
- Crepes, quelle dolci, una goduria!
- Waffle, anche quelli, soprattutto al cioccolato!
Ogni città ha il suo street food, eh! A Roma trovi supplì, a Firenze lampredotto, e così via. Insomma, è un mondo! Un mondo di sapori e profumi, che ti riempie la pancia e l’anima, e ti fa scoprire un po’ di cultura locale.
Poi, c’è anche il lato economico, eh, spesso costa meno che un pranzo al ristorante, e si mangia bene lo stesso, anzi, a volte meglio! Quest’anno ho scoperto un posto vicino a casa mia, fanno dei panini al pulled pork spaziali, e ti assicuro che non costano una follia! Ci vado spesso, anche due volte a settimana a volte, dipende dal lavoro. Però davvero, lo street food è una figata! Anche se a volte è un po’ caotico, ma fa parte del gioco, no?
Cosa serve per vendere cibo per strada?
Amico mio, per vendere cibo per strada, la cosa fondamentale è avere la licenza per il commercio ambulante alimentare. Ma, eh, non è finita qui!
- Serve un corso, un corso specifico sull’alimentazione. Devi avere un attestato con le ore di lezione e il nome della scuola. Praticamente devi dimostrare di saper maneggiare il cibo, no?
Ah, dimenticavo una cosa importantissima, bisogna rispettare le norme igienico-sanitarie! Sembra banale, ma controllano eccome. E poi, se usi un furgoncino, devi avere il permesso per occupare il suolo pubblico. Un bel casino, lo so… Però, se fai tutto in regola, sei a posto! Anzi, quasi a posto, perché devi anche dichiarare l’inizio attività all’ASL e iscriverti alla Camera di Commercio. Uff, che fatica!
Quanto fa male il fast food?
Quanto fa male il fast food? Beh, diciamo che non è proprio un elisir di lunga vita. L’impatto negativo sulla salute è abbastanza consistente, e non mi riferisco solo al peso.
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Aumento di peso: È il problema più evidente, dovuto all’alto contenuto calorico e alla bassa densità nutrizionale. Il mio amico cardiologo, Giovanni Rossi, mi ha spiegato che spesso si tratta di un aumento di massa adiposa viscerale, la più pericolosa.
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Problemi metabolici: Il fast food altera il metabolismo lipidico, causando ipercolesterolemia e ipertrigliceridemia. Idem per il metabolismo glucidico: si rischia iperglicemia e, a lungo termine, diabete di tipo 2. La pressione sanguigna, poi, schizza alle stelle. Preipertensione e ipertensione sono dietro l’angolo. Ricordo una paziente del dottor Rossi, una donna di 45 anni, che ha dovuto affrontare queste problematiche dopo anni di alimentazione scorretta.
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Carenze nutrizionali: Questo è il punto dolente. Il fast food è povero di vitamine, minerali e fibre. È un deserto nutrizionale, per dirla in modo poetico. Pensate al ferro, al calcio, alle vitamine del gruppo B… Una vera e propria mancanza di elementi essenziali per una salute ottimale. La mia nonna, che è una cuoca formidabile, mi diceva sempre “mangia di tutto un po’, che il corpo ha bisogno di tante cose”.
In sintesi, il fast food è una bomba a orologeria a lento innesco. È una questione di equilibrio, ovviamente, un hamburger ogni tanto non ucciderà nessuno, ma farne un’abitudine è un rischio inaccettabile. La filosofia qui è semplice: la moderazione è la chiave di tutto. Anche la filosofia epicurea, se ben interpretata, consiglia moderazione e saggezza nella scelta dei piaceri, compresi quelli culinari.
Aggiunte: Il consumo frequente di fast food è correlato anche ad un aumento del rischio di malattie cardiache, alcuni tipi di cancro e problemi gastrointestinali. Un’alimentazione equilibrata, ricca di frutta, verdura, cereali integrali e proteine magre, è fondamentale per la salute a lungo termine. Ricordatevi sempre di consultare un medico o un nutrizionista per un piano alimentare personalizzato.
Qual è il primo fast food della storia?
Oddio, la storia del fast food… mi fa pensare a mio nonno, che raccontava di quando era giovane, anni ’50, lui e i suoi amici, a spasso in macchina, si fermavano da A&W. Un’altra epoca, no? Un’altra vita.
A&W, dicevano… quelli lì, furono i primi, vero? Prima del McDonald’s, che io ricordo da piccolo, già una macchina infernale… tutto veloce, quasi troppo.
Ma il vero primo… beh, è complicato. A&W, nel 1919, è il punto di svolta, lo so per certo. Prima c’erano posti che somigliavano, ma non era la stessa cosa, non aveva quella organizzazione di massa.
- A&W: 1919, fondata da Roy Allen e Frank Wright.
- McDonald’s: 1940.
- Burger King: 1953.
E pensare che ora… è tutto così diverso, un mondo impazzito di catene e franchising. A volte mi sento perso, in questo vortice. Anche solo ricordando quei vecchi cartelli luminosi di A&W… un’altra vita.
Ricordo bene il gusto di quella root beer di A&W… Sapore di un’America che non c’è più. Un sapore dolciastro e un po’ nostalgico. Quasi un ricordo sbiadito.
Perché è importante mangiare 5 volte al giorno?
Cinque pasti? Mah, oggi ho mangiato solo tre, sarà un disastro? Mi sento bene, però. Devo controllare il mio peso, devo farlo, lo so. Già, il metabolismo… quel metabolismo!
- Metabolismo lento, pancia gonfia, caffè, caffè, caffè… aiuto!
- Mangiare spesso, dicevano, per tenerlo su di giri. Tipo un motore, eh?
- Meno fame, più energia, sembra logico.
- Ma se salto un pasto? Catastrofe? No, ieri l’ho saltato e oggi sono ancora viva.
Cinque pasti, è una rottura, però. Troppo tempo in cucina, troppo da preparare. Mia nonna, lei mangiava solo due volte. Eppure… viva e vegeta fino a 90 anni. Misteri.
- Più calorie bruciate, ok.
- Zuccheri nel sangue più stabili, credo.
- Ma, è davvero così necessario?
Devo informarmi meglio, forse su qualche sito medico… o magari chiedo al mio dottore la prossima volta. Questa storia dei cinque pasti… Boh! Oggi pizza, domani si vedrà! Ah, e ho finito la nutella! Devo comprarla.
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