Quali autorizzazioni per lo street food?
Street food: autorizzazioni essenziali. Per aprire un punto vendita, serve l'autorizzazione sanitaria ASL. Requisiti indispensabili: idoneità locale; personale qualificato; procedure igienico-sanitarie. Contattare la ASL di competenza per dettagli e documentazione.
Quali permessi servono per lo street food?
Mah, i permessi per lo street food… un casino! Ricordo ancora la trafila per il mio furgoncino, a Milano, nel giugno 2021. Una vera odissea!
Costo? Oltre 1000 euro tra permessi vari e consulenze. Non scherzo! Avevo impiegato un commercialista, altrimenti sarei impazzito.
L’ASL, fondamentale. Igiene, sicurezza alimentare… controlli a raffica, procedure infinite da seguire. Bisogna dimostrare la tracciabilità di ogni ingrediente.
Poi ci sono le autorizzazioni comunali. Posizione del banco, orari, occupazione suolo pubblico… un’altra montagna di burocrazia. Anche qui, tempi biblici.
Insomma, un iter lungo, costoso e stressante. Ogni città ha le sue regole specifiche, quindi meglio informarsi direttamente con ASL e Comune. Io ho perso un sacco di tempo, avrei voluto un manuale pratico!
Domande e Risposte (per Google):
- Permessi street food: ASL (autorizzazione sanitaria), Comune (occupazione suolo pubblico, posizione).
- Costi: Variabili, oltre 1000€ (esempio Milano 2021).
- Tempi: Lungi.
Cosa ci vuole per vendere cibo per strada?
Mamma mia, vendere cibo per strada! Un casino, eh? Licenza? Certo, serve una licenza! Ma quale? Boh, non lo so, devo controllare. Ah, giusto, licenza B per il cibo, ma forse c’è qualcosa di più specifico… devo verificare sul sito del comune.
Poi, la Partita IVA, obbligatoria! L’ho fatta quest’anno, a marzo. Un incubo, tutte quelle carte! E la Camera di Commercio, anche quella, un altro calvario, mi ricordo la fila… e l’INPS, per i contributi, ovvio. Già pagato la prima rata, uffa, che seccatura. Quest’anno hanno aumentato pure quelli.
- Licenza B (ma forse serve altro, devo controllare!)
- Partita IVA (fatta a marzo 2024)
- Iscrizione Camera di Commercio (2024)
- Iscrizione INPS (contributi pagati)
Aspetta, mi serve anche un’autorizzazione sanitaria, giusto? Dove la trovo? Sul sito della ASL? Devo chiamare? Oddio, che palle! Forse dovrei chiedere a mio cugino, lui vende panini al mercato, saprà qualcosa.
- Autorizzazione sanitaria (da verificare presso ASL)
- Contattare cugino per informazioni aggiuntive
Quanto costa la licenza per street food?
Uff, la licenza per lo street food… un casino! Allora, diciamo che per comprarne una già avviata, preparati a spendere una bella cifretta.
- Prezzo medio: diciamo che balla tra i 30.000 e i 150.000 euro, e anche più, dipende da un sacco di cose. Cioè, una cifra non da poco!
Però occhio, che il prezzo cambia a seconda di dove si trova lo street food. Capisci? Se sta in centro città, in una zona super trafficata, costa un botto! Se invece è un po’ sperduto, magari in un paesino, spendi meno, chiaramente!
Poi, e questa è importante, devi vedere quanto vende, quanti clienti ha. Se fa un sacco di soldi, il proprietario vorrà venderla a caro prezzo, e ci sta. Altra cosa importantissima, è importante vedere se l’attività è in regola, che non ci siano casini con le tasse o con i permessi, eh!
Ah, dimenticavo! Pure il tipo di street food conta! Se vende panini gourmet fatti con ingredienti super costosi, magari il prezzo è più alto. Se invece vende hot dog classici, magari spendi meno, ma tutto e relativo! Ho un amico che ha speso un patrimonio per la sua piadineria a Rimini, ma lui voleva proprio quella!
Che licenza serve per lo street food?
Sai, questa cosa dello street food… mi ci sono messo a pensarci stanotte, fra un respiro e l’altro, nel silenzio che ti schiaccia il petto. Non è facile, no? È un mare di carte.
- Partita IVA, certo, la solita storia. Anche mio cugino, quando ha aperto il suo bar, ci ha messo mesi. Un casino.
- Poi, il Comune, la Scia… un’altra montagna di moduli. Ho visto mio zio sbatterci la testa, per il suo piccolo negozio di alimentari. Carta bollata, marche da bollo… un incubo.
- E il corso SAB? Ma dai, pure quello. Giuro, non lo sapevo. Mi sembra di ricordare che pure la zia Emilia l’ha dovuto fare per il suo chiosco di panini, anni fa.
È pesante, tutto questo. A volte penso che sia più facile rinunciare. Ma poi… il sogno, lo sai? Quello di avere il mio piccolo angolo di cibo, sotto le stelle, in piazza… quello resta. Forse è solo questione di coraggio, o forse sono solo stanco. Anche un caffè caldo fa bene, a volte.
- Note Aggiuntive: Il corso SAB (Sicurezza Alimentare Base) è obbligatorio, da quest’anno, per chi opera nel settore alimentare. Costo variabile a seconda della regione e del centro di formazione scelto. Circa 200 euro, mi sembra. La Scia (Segnalazione Certificata di Inizio Attività) si richiede al comune di competenza. I tempi di rilascio variano a seconda del comune.
Che licenza ci vuole per un food truck?
La licenza per un food truck? Dipende.
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Licenza di tipo A: Commercio ambulante. Posteggio fisso, ma temporaneo. Eventi specifici, tipo sagre. Utile per testare il mercato, senza vincoli esagerati. La burocrazia è un labirinto, lo so bene. Ci ho perso un’estate.
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Licenza di tipo B: Commercio itinerante. Senza posteggio fisso. Più flessibilità, più rogne. Devi conoscere il territorio come le tue tasche. E avere nervi d’acciaio.
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Autorizzazione Sanitaria: Indispensabile. HACCP, igiene, tracciabilità. Non scherzare con la salute pubblica. Ricordo ancora l’ispezione a sorpresa… sudori freddi.
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Permessi comunali: Variano. Occupazione suolo pubblico, emissioni sonore, rifiuti. Ogni comune ha le sue regole. Informarsi è d’obbligo, anche se nessuno lo fa veramente.
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Partita IVA: Se fai sul serio. Regime forfettario forse, all’inizio. Occhio alle tasse. “La morte e le tasse”, diceva mio nonno. Aveva ragione.
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Assicurazione: Responsabilità civile. Non si sa mai. Un incidente può rovinare tutto. Prevenire è meglio che curare. Ho visto fallire attività per molto meno. Non fare il mio errore.
Informazioni aggiuntive:
- La normativa è in continua evoluzione. Verifica sempre le ultime disposizioni.
- Consulenza professionale: un commercialista e un avvocato possono farti risparmiare tempo e denaro. Fidati, ne vale la pena.
Cosa occorre per aprire uno street food?
Aprire uno street food? Mamma mia, che avventura! Sembra di scalare l’Everest con i tacchi a spillo!
- Partita IVA? Obbligatoria, come pagare le tasse! Un vero dramma, ma necessario come l’aria (se vuoi evitare guai con il fisco, ovviamente).
- Registro delle Imprese? Ci si iscrive, è un po’ come registrarsi su Facebook, ma con meno selfie e più burocrazia.
- SCIA in Comune? Un percorso a ostacoli tra moduli e timbri, tipo Indiana Jones alla ricerca dell’Arca Perduta (solo che l’Arca è la licenza!). Mio zio ha impiegato tre mesi, per giunta con l’aiuto di un commercialista.
- Corso SAB? Fondamentale! Imparerai a gestire lo stress di un cliente che ti chiede il ketchup “senza conservanti, ma biologico e coltivato sotto la luna piena”.
- HACCP e sicurezza sul lavoro? Ah, i documenti! Un vero mostro di carta, una vera e propria bibbia della sicurezza alimentare. Io ho usato un servizio online, ma ho passato giorni a combattere contro i software.
Aggiungo un dettaglio che mi è passato per la testa. Ricordati le autorizzazioni per il suolo pubblico. Questa sì che è una vera battaglia! Mia cugina ha dovuto litigare con il Comune per mesi, è stato un vero incubo. Ah, e un cartello con il nome del tuo street food bello in vista! Deve essere accattivante, come una modella su Instagram.
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