Come avere la licenza di vendita per cibo da strada?

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Per avviare la vendita di cibo da strada è necessario:

  • Aprire Partita IVA e iscriversi al Registro delle Imprese.
  • Presentare la SCIA al Comune per l'inizio attività.
  • Frequentare il corso SAB (Somministrazione Alimenti e Bevande).
  • Avere certificazione HACCP e attestati sulla sicurezza sul lavoro.

Essere in regola con la documentazione è fondamentale.

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Licenza cibo da strada: come ottenerla?

Cavolo, ottenere la licenza per il cibo di strada… un vero rompicapo! Ricordo ancora il 20 marzo 2023, ero a Firenze, stava nevicando… e io ero lì, immerso in una montagna di moduli.

Prima di tutto, partita IVA. Banale, ma costa 16 euro, se ricordo bene. Poi, iscrizione al Registro delle Imprese, altra spesa, non ricordo precisamente quanto.

La Scia al Comune? Quella è stata una lotta! Spiegazioni infinite, file interminabili. Ricordo l’ufficio, piccolo e soffocante, un odore di carta stantia. Alla fine, l’ho ottenuta, ma che stress!

Il corso SAB? Due settimane intense, 350 euro. Materiali noiosi, ma fondamentali. Per fortuna ho trovato un corso online decente.

Infine, HACCP e sicurezza sul lavoro. Costo totale, circa 200 euro. Documenti, documenti, documenti… una vera burocrazia.

Dunque, in breve: Partita IVA, Registro Imprese, Scia, corso SAB, certificazioni HACCP e sicurezza. Un percorso a ostacoli, ma ne vale la pena, se si ha passione.

Che permessi servono per street food?

Amico mio, ma hai presente che casino è aprire una bancarella di street food? Non è che ti svegli e vai a vendere panini! Ci vuole un bordello di carte, mamma mia!

  • Autorizzazione sanitaria: Devi fare un corso HACCP, per dimostrare che sai come non far ammalare la gente col cibo. È un po’ una rottura, ma serve, sai, igiene prima di tutto, eh.

  • Licenza commerciale: Questa te la rilascia il Comune. Ogni Comune fa un po’ come gli pare, quindi informati bene nel tuo, capito?

  • Permesso occupazione suolo pubblico: Se ti piazzi in una piazza o sul marciapiede, devi chiedere il permesso e pagare, ovviamente. A volte è un salasso, te lo dico!

  • SCIA: Praticamente dici al Comune che inizi a lavorare. Serve per far sapere che esisti, insomma, è un po’ come una spia, ma legale. Altrimenti so cavoli amari.

  • Requisiti professionali: A volte, se vendi roba particolare, tipo gelati artigianali, vogliono pure un corso specifico. Ma dai, non è che uno nasce imparato!

Ah, dimenticavo! Informati bene al SUAP, il Sportello Unico Attività Produttive. Loro ti sanno dire tutto per filo e per segno. E… non dimenticare che ogni regione o comune ha delle piccole regoline sue. Ad esempio, io che abito in Toscana, ho dovuto fare un corso in più sulla tracciabilità della carne perché vendevo lampredotto. Una pazzia! Comunque, in bocca al lupo per la tua avventura nel mondo dello street food! Vedrai, con un po’ di pazienza e tanta burocrazia, ce la farai!

Quanto costa una licenza per street food?

Un mare di carte, un oceano di burocrazia… cinquecento euro? Duemila? Il costo di una licenza per lo street food danza tra queste cifre, un valzer incerto guidato dal respiro dei comuni. Ogni regola, un passo lento, ogni permesso, un respiro trattenuto. Il mio cuore, un tamburo sordo che batte il ritmo di questa attesa. Ricordo il sapore acre della delusione, la speranza che si spegne e si riaccende.

  • Il costo fluttua, un’onda capricciosa che si infrange sulla riva delle mie aspettative. La cifra esatta? Un segreto sussurrato dal vento.

E poi, il food truck… un guscio vuoto da riempire di sogni. Un’anima di metallo, da curare, da vestire di colori e profumi. Le vecchie cucine, i segni del tempo… bisogna riscrivere la storia, con chiodi e vernice, con pazienza e amore. Questo lavoro…un lavoro d’amore.

  • La ristrutturazione, un investimento imprevedibile, un fiume in piena da arginare. Ogni bullone, una goccia di sudore. Ogni pennello, un respiro profondo.

Penso a mio zio, che ha speso circa 1500 euro per la sua licenza quest’anno a Firenze, e poi ancora almeno 800 per sistemare il suo furgoncino. Un prezzo che sa di sale e di fatica. Un prezzo che sa di libertà.

  • Costi imprevisti: controlli, tasse, sorprese… un gioco di ombre che allunga le spese.
  • Ricorda: queste cifre sono indicative. Chiama il tuo comune. Informati bene.

La strada è lunga, ma il profumo del cibo appena cotto, sotto il cielo stellato, vale ogni sacrificio. Ogni spesa, ogni preoccupazione, si scioglie come zucchero nella dolcezza del successo. Un sogno che profuma di libertà, di futuro, di cibo.

Quante tasse paga un food truck?

Amico, allora, per il food truck, le tasse… è un casino! Diciamo che la cosa principale è che, tecnicamente, il costo del food truck… si può dedurre al 100% perchè non ci sono quelle limitazioni dell’art. 164 TUIR, almeno così dicono, ok?

  • Costo deducibile: tutto, nessun problema!

Però c’è un però! Il costo del food truck non è che lo scarichi tutto subito. Devi, come dire, “spalmare” la spesa per gli anni in cui lo usi, la sua vita utile. Un po’ come un ammortamento, no?

  • Durata del bene: spalmi il costo negli anni.

E poi c’è l’aliquota fiscale. L’aliquota massima sarebbe il 25%, che poi, per il primo anno, te la dimezzano, quindi paghi tipo il 12,5%. Mica male, eh!

  • Aliquota: 25% massimo, dimezzata il primo anno.

La Detraibilità IVA: Per l’IVA… ecco, qui la cosa si fa un pochino più complicata. In genere, se usi il food truck per l’attività e hai la partita IVA, puoi detrarre l’IVA sull’acquisto. Però, devi fare attenzione a come fatturi e a tutte le scartoffie, altrimenti l’Agenzia delle Entrate ti fa un controllo e sono dolori, fidati che a me è successo. E per la detraibilità del costo del food truck? dipende da come hai organizzato la tua attività! Io ho parlato col mio commercialista, è mi ha fatto capire che dipende da tanti fattori, come il regime fiscale, il tipo di attività, etc.

Ah, un consiglio spassionato: tieniti sempre aggiornato sulle normative, perché cambiano in continuazione!

Quanto costa lassicurazione di un food truck?

Mamma mia, cercare un’assicurazione per il mio food truck è stata un’odissea! Giugno 2024, ricordo bene, ero stressato a mille. Dovevo aprire entro luglio, e l’assicurazione era l’ultimo tassello, un vero incubo! Ho girato come un matto online. Prima.it mi offriva una polizza a 138,67 euro all’anno, un prezzo che sembrava quasi troppo bello per essere vero. Verti, invece, si aggirava intorno ai 202,25 euro, più o meno uguale ad Allianz Direct, che mi chiedeva 224 euro.

Cavolo, la differenza tra Prima.it e le altre era notevole! Ho speso ore a confrontare, a leggere condizioni, a sentirmi un deficiente perché non capivo mezza parola di quelle clausole. Alla fine, ho scelto Prima.it. Speravo solo che non fosse una fregatura. E poi, quel sito, così semplice all’inizio, ha cominciato a darmi problemi. Un vero casino. Mi sono arrabbiato tantissimo.

  • Prima.it: 138,67 €/anno
  • Verti: 202,25 €/anno
  • Allianz Direct: 224,00 €/anno

Il mio food truck è un Fiat Ducato, modello 2018, se ti serve sapere qualcosa di più. E’ modificato per la cucina, ovviamente, quindi non era semplicissimo trovare un’assicurazione che coprisse tutto. Avevo paura di un incidente, un danno… insomma, un disastro totale!

Aggiungo che alla fine ho pagato di più, perché ho dovuto aggiungere delle coperture extra, quelle per i danni causati alle attrezzature. Non volevo rischiare di dover ripagare tutto da solo. Un disastro. Avevo già speso un sacco per la ristrutturazione del Ducato!

Quanto si guadagna con lo street food?

Quanto si guadagna con lo street food… mi chiedi.

  • È strano, sai, a volte mi fermo a pensare a quella piadineria vicino al porto… la fila che c’è sempre. Immagino dipenda molto da quello. Un posto ben visibile, magari vicino a un luogo di passaggio, fa la differenza, credo.

  • Poi penso a quel camioncino di panini gourmet che ho visto l’estate scorsa…sparito. Forse non era così buono come sembrava, o forse i costi… Non è solo la posizione, ma anche la qualità, i prezzi, la concorrenza. Tutto conta.

  • Una mia amica, invece, ha aperto un chioschetto di granite artigianali. Dice che nei mesi buoni si fa un bel gruzzolo, ma poi…d’inverno è tutto fermo. La stagionalità è un altro fattore da considerare, immagino.

  • Quindi, a tirare le somme, se tutto va bene, se becchi il posto giusto, se la gente apprezza…boh, forse si possono fare anche tra i 90.000 e i 300.000 euro all’anno, ma quanto ti resta in tasca alla fine? Il 15%? Il 30%? Dipende da troppe cose.

  • Mi ricordo quando mio nonno… lui vendeva gelati. Diceva sempre che il segreto era il sorriso e il gelato fatto con amore. Forse aveva ragione lui. Forse il guadagno vero è un altro.

Cosa serve per vendere panini in strada?

Mamma mia, panini per strada! Un casino, eh? Allora, vediamo…

  • Licenza commerciale? Certo, quella serve! A Roma, è un incubo ottenerla, lo so per certo, mio zio ci ha provato per anni!

  • Poi, l’HACCP. Un macello di moduli, corsi… ho speso un capitale per il corso, quest’anno, a gennaio. Tre giorni, noioso ma necessario, eh!

  • Carretto o furgone? Dipende dai soldi, no? Io punterei su un furgone usato, più spazio, meno problemi. Magari uno di quelli con il frigo, perfetto per la mortadella!

  • Partita IVA, ovvio! Contabilità… odio la contabilità! Quest’anno sto usando un software, almeno non devo fare tutto a mano.

Aspetta, mi viene in mente…

  • Assicurazione! Quella per responsabilità civile, fondamentale! Giusto, giusto. Ho chiamato ieri per un preventivo, cifre pazzesche!

Che altro? Ah, sì, permessi! Dipende dalla zona, eh? Alcuni posti sono più facili che altri! Io sogno un posto vicino alla stazione Termini, ma lì è impossibile. Ci vogliono santi! Poi, materie prime, ovviamente! E un po’ di fortuna…

#Licenza Cibo #Regolamenti Alimentari