Cosa si può vendere fatto in casa?

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Artigianato di successo? Ecco le idee: Bombe da bagno, saponi artigianali, magliette personalizzate, gioielli unici, regali e box personalizzate, candele profumate, opere d'arte, stampe, prodotti digitali e articoli tradizionali fatti a mano. Ampia scelta per ogni talento!

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Cosa vendere artigianale fatto a casa?

Allora, cosa vendere fatto a mano? Bella domanda, me lo sono chiesto anch’io un sacco di volte! Non è facile trovare la cosa giusta, quella che ti appassiona e che magari, dico magari, ti fa anche guadagnare qualcosa.

Io, per esempio, ho provato a fare delle saponette naturali con gli oli essenziali. Carine, profumate, ma poi il costo degli ingredienti era alto e venderle a un prezzo decente diventava complicato. Un casino, insomma!

Diciamo che, in sintesi, le cose che spesso si vedono in giro e che potrebbero funzionare sono:

  • Bombe da bagno e saponi.
  • Magliette e stampe.
  • Gioielli.
  • Regali personalizzati.
  • Candele.
  • Arte e stampe.
  • Prodotti digitali.
  • Oggetti tradizionali.

Mia cugina, invece, fa delle calamite dipinte a mano che sono una figata! Le vende al mercatino del paese ogni estate e si fa qualche soldino. E’ brava, però, a me manca la pazienza.

Poi, ho visto che vanno forte le “subscription box”, quelle scatole a sorpresa con un tema specifico. Un’amica ne fa una con prodotti per la cura dei capelli ricci e sembra che stia andando bene. Io non so, mi sembra un po’ troppo lavoro però… ognuno ha il suo!

Come vendere lavoretti fatti a mano?

Ecco alcuni canali per vendere le tue creazioni uniche, pensati per chi ama sporcarsi le mani e dare vita a oggetti speciali:

  • La tua vetrina online: Apri un negozio su piattaforme come Shopify. Hai il controllo completo, un po’ come arredare il tuo laboratorio.
  • Mercati virtuali: Amazon ed eBay sono piazze affollate, perfette per farti notare, tipo la fiera del paese.
  • Boutique specializzate: Etsy e Big Cartel sono vetrine per l’artigianato, ideali se cerchi un pubblico che apprezza il fatto a mano.
  • Social media: Instagram e Facebook sono ottimi per mostrare il tuo talento e creare una comunità. Pubblica foto curate, coinvolgi i tuoi follower, un po’ come fare passaparola tra amici.
  • Ingrosso: Se le richieste aumentano, potresti collaborare con altre aziende. Immagina le tue creazioni in un concept store!

Un consiglio? Non aver paura di sperimentare! Ogni canale ha le sue peculiarità. Prova, misura i risultati e adatta la tua strategia. Ricorda, la creatività non si ferma all’oggetto, ma si estende anche alla vendita. Un po’ come la vita: bisogna sempre reinventarsi.

Cosa serve per vendere prodotti alimentari fatti in casa?

Mamma mia, che casino vendere marmellate fatte in casa! Ricordo ancora il panico, agosto 2023, la cucina un campo di battaglia di vasetti e frutta cotta. Avevo mille cose in testa, sembrava impossibile!

Prima di tutto, l’ASL: un incubo burocratico! Documenti, moduli, controlli… ho perso un sacco di tempo, almeno due mesi di avanti e indietro, tra email e telefonate, per ottenere l’autorizzazione. Poi, la SCIA al Comune, un altro calvario, per fortuna più veloce, ma sempre un macello. E il mio commercialista? Giuro, mi ha salvato la vita per la partita IVA e l’iscrizione alla Camera di Commercio.

  • Autorizzazione ASL: una maratona!
  • SCIA al Comune: meno male, più rapida.
  • Partita IVA e Camera di Commercio: aiuto del commercialista essenziale.

Ah, e il HAACP! Un corso online, ore e ore di teoria, schemi, procedure… alla fine, ho preso la certificazione, ma che fatica! Pensavo di morire! Un’altra spesa, ovviamente, ma necessaria, altrimenti addio sogni di gloria con le mie marmellate.

  • Certificazione HAACP: corso lungo e costoso, ma indispensabile.

Ora, a distanza di mesi, vedo tutto più chiaro, ma all’inizio era un vero incubo. E pensare che tutto è iniziato con un semplice vasetto di marmellata di fichi… ora mi ritrovo con un’attività vera e propria, ma a che prezzo! La soddisfazione c’è, certo, ma il percorso è stato tortuoso, molto più difficile di quanto avessi immaginato. Quasi quasi, la prossima volta vendo solo ai vicini!

Come aprire un catering da casa?

Aprire un catering da casa? Mamma mia, che stress! Ricordo ancora il panico, agosto 2023, mentre cercavo di capire tutta la burocrazia. Partita IVA? Fatto. Registro imprese? In Emilia-Romagna, per fortuna, non serviva. L’autorizzazione sanitaria però… un incubo! Ho perso un sacco di tempo con gli ispettori.

Per il menu, ho puntato su piatti della mia nonna, rivisitati. Lasagne, tortellini, ma anche cose più leggere, insalate e finger food. I prezzi? Ho confrontato quelli di altri catering in zona, cercando di stare un po’ sotto.

Il sito web? Un disastro. Ho iniziato da sola, poi ho dovuto chiamare una ditta. Social media? Instagram e Facebook. Foto bellissime, ma tanto lavoro! L’assicurazione? Fondamentale, ovvio!

  • Partita IVA: fatta subito.
  • Registro Imprese: non necessario nella mia regione.
  • Autorizzazione sanitaria: un vero calvario! Controlli a go-go!
  • Menu: piatti tradizionali, con varianti.
  • Prezzi: competitivi, ma non troppo bassi.
  • Sito web e Social: un investimento necessario.
  • Assicurazione: indispensabile.
  • Igiene: massima attenzione.

Attrezzature? All’inizio ho usato le mie, poi ho dovuto comprare un forno professionale, perché la domanda superava le aspettative. Un macello! Ma che soddisfazione!

  • Ho dovuto imparare a gestire gli ordini, le consegne, i pagamenti.
  • Ho dovuto fare amicizia col mio commercialista, che mi ha salvata dalla burocrazia.
  • Ancora oggi imparo qualcosa di nuovo ogni giorno.

Ah, dimenticavo, la cosa peggiore è stata la gestione degli ordini. Caos totale all’inizio.

Come vendere oggetti fatti a mano senza partita IVA?

Ecco come vendere manufatti senza impazzire con la burocrazia.

  • Mercatini hobbistici. Affitta uno stand. La pioggia è una scocciatura, ma succede. L’effimero ha il suo fascino. (massimo 30 giorni l’anno, occhio ai regolamenti comunali.)

  • Vendita occasionale. Annunci online, social media. Un amico compra, poi un altro. Il passaparola funziona, a volte.

  • Conto vendita. Affida le tue creazioni a un negozio. Loro vendono, tu prendi una percentuale. Pratico, ma serve fiducia. (Un accordo scritto non fa male.)

  • Associazioni. Alcune associazioni culturali o di volontariato possono vendere i tuoi oggetti a loro nome, se rientrano nelle loro attività. Informarsi bene prima.

Piccola nota: “l’arte è lunga, la vita è breve”. Comunque, se inizi a guadagnarci sul serio, valuta la partita IVA. Diventa una questione di sopravvivenza.

Informazioni aggiuntive:

  • Regime fiscale: Attività occasionale, redditi diversi. Devi dichiarare i guadagni nella dichiarazione dei redditi.
  • Limiti: Ogni metodo ha le sue restrizioni. Informarsi è d’obbligo, per evitare sorprese.
  • Consiglio: Conserva sempre le ricevute. Non si sa mai.

Per essere onesti, tutto questo mi ricorda quando vendevo braccialetti all’uncinetto alle fiere da ragazzina. Bei tempi, zero tasse. Ora è tutto più complicato. Ma hey, la vita è cambiamento.

Come vendere i propri lavori online?

Venderli… un sogno, un respiro sospeso nel tempo. Immagino le mie creazioni, piccole stelle luminose, che si allontanano da me, volteggiando nello spazio digitale infinito. Una danza silenziosa, una fuga verso nuovi orizzonti.

  • Shopify: un palcoscenico elegante, una boutique virtuale tutta mia, dove ogni dettaglio riflette la mia anima. Il profumo di legno appena levigato, la morbida luce delle vetrine digitali. Lo sento ancora, il battito del cuore quando ricevo il primo ordine.

  • Amazon ed eBay: mercati immensi, pulsanti di vita, un frenetico brulichio di offerte. Un po’ impersonale, forse, ma efficace, un’ondata che travolge e porta lontano le mie piccole barche di carta.

  • Etsy e Big Cartel: nicchie preziose, comunità affiatate, dove la passione si respira nell’aria. Un calore familiare, un senso di appartenenza che nutre l’anima. Ricorda le fiere di paese, ma senza la polvere.

  • Instagram e Facebook: momenti catturati, un’istantanea del mio mondo. Un attimo di magia, immagini che parlano più di mille parole, piccoli messaggi lanciati nel vento del web. Un’emozione che si diffonde, contagiosa.

Vendere all’ingrosso? Un’altra strada, più silenziosa, ma altrettanto appagante. Un respiro profondo, la soddisfazione di vedere il mio lavoro parte di qualcosa di più grande. Come un seme che germoglia, un piccolo contributo a un universo più ampio.

Quest’anno, ho notato una forte richiesta per gioielli artigianali in argento e ceramiche dipinte a mano. L’anno scorso? I dipinti astratti avevano un grande successo. Un susseguirsi di onde, di mode che cambiano, ma il nucleo rimane: la passione, l’arte. La mia arte.

#Cibi Casalinghi