Cosa vuol dire pizza al tegamino?
La pizza al tegamino è cotta in teglia rotonda con abbondante olio. L'impasto, alto e soffice, lievita e cuoce direttamente in teglia, creando una crosticina croccante. Si distingue dalla pizza al taglio per la forma rotonda e la cottura uniforme.
Pizza al tegamino: significato?
Pizza al tegamino? Mmmh, che casino! Ricordo una volta, a Roma, il 15 agosto del 2021, da “La Piazza” vicino al Colosseo (mi pare costasse 8 euro). Era alta, soffice, un’esplosione di sapori! La crosticina, una favola! Croccante fuori, morbida dentro.
Era diversa dalla pizza al taglio, quella rettangolare che prendi a fette. Questa era tonda, cotta tutta insieme nella teglia. Un po’ come una focaccia, ma più alta e con il condimento della pizza. Una meraviglia!
Diciamo che il “segreto” sta nella teglia, nel calore diretto, nell’olio. Crea una base croccante pazzesca. Per me, è pizza in teglia, pizza al tegamino, è la stessa cosa. In pratica una pizza cotta in una teglia bassa. Semplice.
Cosa cambia da pizza al tegamino o padellino?
Ok, allora, la pizza al tegamino… mamma mia, mi fa tornare in mente le serate a Torino, da “Sferisterio”. Era il mio rifugio post-esame all’università.
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Impasto: Lì l’impasto era una nuvola! Alta, super idratata. Me lo spiegava sempre il pizzaiolo, quasi come un segreto di famiglia. Usava un sacco di acqua, per farla venire così soffice.
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Cottura: Ricordo il profumo, il forno quasi a legna, e la teglia unta d’olio che sfrigolava. La base diventava croccantissima, mentre dentro restava morbidissima. Una goduria!
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Condimento: Non la caricavano troppo di pomodoro, giustamente. E la mozzarella, quella vera, non annegava l’impasto. Un equilibrio perfetto.
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Forma & Dimensioni: Quadrata, sempre! E piccola, la finivo in un attimo. Era talmente buona che ne avrei mangiate tre di fila.
Una volta, lo Sferisterio, mi pare nel 2018, ho provato a rifarla a casa. Un disastro! La teglia sbagliata, l’impasto troppo secco… un orrore. Ho capito che non è solo la ricetta, ma anche il tocco del pizzaiolo e il forno giusto che fanno la differenza. Mi sa che la prossima volta torno a Torino.
Che cosè la pizza al mattone?
Mmh… pizza al mattone… mi fa pensare alle estati a Napoli.
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È la pizza napoletana. Quella vera, senza teglie.
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Cotta nel forno a legna. Direttamente sul mattone, appunto. Il profumo…
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Non so se la fanno ancora tutti così. Forse sono rimasto indietro, sai?
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Mi ricordo una pizzeria a Forcella… Ci andavo sempre con mio nonno. Lui diceva che era l’unica pizza degna di essere chiamata pizza.
E poi, beh, c’era sempre il problema della bruciatura sotto… ma a lui non importava. Diceva che era il sapore della tradizione.
Cosa significa pizza al trancio?
Sai, a quest’ora… pizza al trancio… mi fa venire in mente quella pizzeria vicino a casa mia, quella con le luci sempre accese. Al trancio, al taglio… è uguale, diciamo. Un pezzo, così, preso dal banco. Calda, profumata, anche se già un po’ fredda ai bordi, perché è lì da un po’.
Quella pizza… era la mia cena di molti venerdì sera, dopo le lezioni universitarie. Ricordo il sapore, quella consistenza un po’ gommosa del bordo… e poi il profumo… che mi riporta indietro, a quel periodo. Era una piccola cosa, ma era un piacere semplice, un po’ malinconico, come queste notti.
- Pizza al trancio/taglio: pezzo di pizza venduto a peso, direttamente dal banco riscaldato.
- Impasto: generalmente più spesso e resistente per mantenersi caldo a lungo.
- Conservazione: mantenuta calda nel banco della pizzeria.
Quest’anno, ho cambiato zona. Non c’è più quella pizzeria. Forse, domani, proverò a cercarne una simile. Magari non sarà la stessa cosa, ma… chissà.
Ho anche pensato di provare a farla da me, ma… boh, non so. Non è la stessa cosa. Forse il segreto sta nel forno. O nell’aria della pizzeria.
Che vuol dire pizza biscottata?
Pizza biscottata? Ah, quella vendetta della pizza! Praticamente, l’hanno dimenticata nel forno, e invece di buttarla, l’hanno spacciata per “alternativa”. Scherzi a parte, è una pizza talmente cotta da sembrare un Tarallo.
- Croccantezza estrema: Dimenticatevi la morbidezza, qui si va di “crack” ad ogni morso. È la pizza dei dentisti!
- Sapore concentrato: Essendo disidratata, il sapore si intensifica. Un po’ come quando fai ridurre il sugo per la pasta.
- Perfetta con: Salumi e formaggi, perché diciamocelo, da sola farebbe piangere anche un cactus.
Ma poi, diciamocelo, chi la mangia davvero? Forse quelli che hanno litigato col panettiere e vogliono fargliela pagare.
Quali sono le dimensioni di una pizza in teglia?
Una volta, a Roma, cercavo disperatamente la ricetta perfetta per la pizza in teglia. Mi ero fissato! Volevo replicare quella mangiata in una pizzeria a Trastevere, croccante fuori e morbidissima dentro.
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La teglia: La usano spesso 60×40 cm, ma ho visto anche teglie più piccole. Dipende da quanta gente devi sfamare! Io ne ho una da 30×40 cm, perfetta per due persone affamate.
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Lo spessore: Lì è un po’ a occhio. Diciamo che tra 1,5 e 3 cm ci siamo. Io la preferisco un po’ più alta, sui 2 cm, mi piace sentire la consistenza dell’impasto.
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L’impasto: Fondamentale! Ho provato mille ricette. Alla fine, quella che mi soddisfa di più è con la farina di forza e una lunga lievitazione in frigo. Fa tutta la differenza.
Come capire se la pizza in teglia è cotta?
Crosta dorata, croccante. Bordi alti, ben cotti. Base soda, non cede.
Formaggio filante, dorato. Condimenti cotti, non crudi.
Stuzzicadenti: asciutto, poche briciole. Pronta. Punto.
- Aspetto: Crosta brunita, non biancastra.
- Consistenza: Base rigida, non cedevole.
- Cottura: Formaggio fuso, condimenti ben cotti.
- Test: Stuzzicadenti pulito. Secco.
Mia nonna usava un coltello, non uno stuzzicadenti. Metodo infallibile.
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