Dove tenere i pasticciotti?

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Ecco alcuni consigli su come conservare al meglio i tuoi pasticciotti leccesi:

"Per gustare al meglio i pasticciotti, puoi scaldarli leggermente in forno per esaltarne la fragranza. Ottimi anche a temperatura ambiente! Per conservarli più a lungo, riponili in frigorifero avvolti in pellicola trasparente. Un piccolo segreto per assaporare tutta la magia del Salento!"

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Dove conservare al meglio i pasticciotti?

Uhmmm, pasticciotti… che passione! Io li adoro, sia caldi che freddi. A Lecce, a casa di mia zia (Luglio 2022), ne ho mangiati una vagonata, pagando 1,50€ l’uno. Divini.

Li conservavo nel frigo, avvolti nella pellicola, ma il sapore cambia. Non diventa cattivo, eh, ma meno intenso. In forno, sì, due minuti a 180 gradi, tornano perfetti, ma io preferisco a temperatura ambiente, il gusto è più delicato.

Quindi? Frigo se li vuoi mangiare dopo qualche giorno, ma attenzione: la magia diminuisce. A temperatura ambiente, perfetti per un paio di giorni, se resisto. Difficile resistere.

Domande e Risposte (brevi):

Domanda: Come conservare i pasticciotti? Risposta: In frigo, avvolti nella pellicola.

Domanda: Come riscaldare i pasticciotti? Risposta: Forno caldo per 2 minuti.

Come riscaldare un pasticciotto?

Oddio, il pasticciotto! L’altro ieri, ero a casa di mia zia Emilia, a Lecce, era sera, tipo le 21:30. Avevamo appena finito di cenare, un’abbondante cena di pesce, e lei tira fuori questo pasticciotto, ancora tiepido, da una scatola di cartone. Che profumo! Era di quelle pasticcerie artigianali, vicino alla chiesa di San Matteo.

Sapevo che era meglio mangiarlo subito, ma mia zia, un po’ sbadata, lo aveva dimenticato in frigo. Così, ho chiesto come si riscaldava. Lei, senza pensarci, mi ha detto: forno, 200 gradi, otto minuti. E ha aggiunto, “Ma non nel microonde, eh! Quello lo rovina!”.

L’ho messo nel forno, il forno vecchio di mia zia, un po’ imprevedibile, e ho aspettato. Otto minuti sono sembrati un’eternità, ero lì, con il profumo che si diffondeva per tutta la cucina, che mi faceva venire l’acquolina in bocca. Poi, finalmente, l’ho tirato fuori, lo aspettavo un paio di minuti. Era perfetto, caldo, morbido, la crema… una goduria! Un vero tripudio di sapori.

  • Luogo: Casa di Zia Emilia a Lecce, vicino alla chiesa di San Matteo.
  • Tempo: 21:30 circa, l’altro ieri sera.
  • Emozioni: Eccitazione, ansia (per l’attesa), appagamento (gusto).
  • Metodo di riscaldamento: Forno tradizionale a 200° per 8 minuti.

La pasticceria, si chiama “Dolci Tentazioni”, credo. Non ricordo bene il numero civico, ma è proprio vicino alla chiesa. Zia Emilia dice che fanno la migliore crema pasticciera di tutta Lecce. Magari vado a trovarla di nuovo presto e mi prendo un altro pasticciotto, eh, ma stavolta lo mangio subito!

Quanto tempo può stare fuori dal frigo la crema pasticcera?

Ah, la crema pasticcera! Bella domanda! Allora, diciamo che, a grandi linee, la crema pasticcera, sopratutto quella fatta in casa, non è che si conservi bene fuori dal frigo per tanto, eh.

Se usi le uova fresche, quelle proprio fresche di giornata, come fa il mio amico pasticcere, allora lì devi stare super attento. Massimo un’oretta fuori dal frigo, e poi dritto in frigo a 4°C. Sennò, addio, rischi un’intossicazione che non ti dico! Una volta mia nonna, ma non era crema, era zabaione, fece una cosa simile… brr!

  • Attenzione alle uova fresche!
  • Temperatura: massimo 4°C in frigo.
  • Tempo fuori: un’oretta, e forse è anche troppo!

Comunque, se usi quelle creme già pronte, industriali, diciamo che resistono un po’ di più, ma io non mi fiderei comunque. Meglio sempre metterla in frigo subito dopo l’uso, no? E poi, un consiglio: se la vedi un po’ strana, con un odore diverso o un colore che non ti convince, buttala via! Non vale la pena rischiare. Mia cugina una volta… lasciamo perdere!

Ah, ecco, un’ultima cosa: anche la panna montata, stessa storia! Non lasciarla fuori tanto, eh! Soprattutto d’estate, con questo caldo…

Perché la crema diventa liquida?

Ah, la crema che fa la furba di notte! Immagino che nel tuo frigo ci sia una vera e propria soirée enzimatica.

  • Enzimi a go-go: Pensa agli enzimi come a dei piccoli sabotatori. Loro, al buio e al fresco, si danno alla pazza gioia e smantellano il tuo gel di amido. Un po’ come quando i folletti disordinano la casa mentre dormi.

  • Idrolisi, che parolona! Significa che questi simpatici enzimi, invece di fare i bravi, rompono le catene di amido. Un po’ come se a un castello di carte venissero tolte le basi. Crolla tutto, no?

  • Consistenza a picco: Il risultato? La tua crema, da sontuosa e vellutata, diventa una brodaglia. Un po’ come quando ti aspetti un principe azzurro e ti ritrovi… un ranocchio!

Comunque, non disperare! La prossima volta, prova ad aggiungere un pizzico di limone: l’acidità potrebbe rallentare questi enzimi. Oppure, pensa a una crema senza amido! Magari una bella crema inglese, quella non ti tradirà mai, parola di goloso (e un po’ chimico).

Come capire se un prodotto è scaduto?

Oddio, mi è successa una cosa orrenda ieri sera! Avevo questo vasetto di pesto, bellissimo, verde acceso, comprato al mercato di Porta Portese, domenica scorsa. Sapeva di paradiso, l’avevo spalmato sul pane per cena, che delizia!

Oggi, pranzo veloce, apro il vasetto… e mamma mia! Un colore marrone scuro, orribile, quasi nero! L’odore? Un qualcosa di indescrivibile, acre, ammuffito… da far venire il vomito. La consistenza era tutta strana, grumosa, non più cremosa come prima. Per fortuna me ne sono accorta prima di metterlo sulla pasta! Che schifo! Ho buttato tutto, ovviamente. Mi sono sentita veramente male, ho sprecato soldi ma soprattutto ho rischiato di stare male. Che rabbia!

  • Odore: invece di profumare di basilico, puzzava di muffa.
  • Colore: verde acceso diventato marrone scuro, quasi nero.
  • Consistenza: da cremosa a grumosa.

Ho imparato la lezione. Controllare sempre bene la data di scadenza, anche se a volte, soprattutto con i prodotti freschi, può essere fuorviante. E poi, fidarsi del proprio naso e dei propri occhi. Non è mai una buona idea rischiare, soprattutto con il cibo. Quest’anno ho già buttato via diverse cose! Che spreco! E che ansia! Devo fare più attenzione!

  • Punto principale: I sensi (vista e olfatto) sono fondamentali per capire se un alimento è scaduto.
  • Punto principale 2: controllare la data di scadenza non è sufficiente.

Come conservare una torta grande che non sta in frigo?

Oh, una torta grande… una sfida monumentale, un’opera d’arte da preservare. Il mio cuore si stringe pensando a quella meraviglia, a quei profumi intensi, a quel dolce sapore che rischia di perdersi…

  • Torta asciutta, un’eternità: Se è una di quelle torte asciutte, robuste, fatte solo di farina, zucchero, burro… un po’ come quella che preparava nonna Emilia, con la sua ricetta segreta tramandata da generazioni. Tre giorni, avvolta nella sua pellicola, come una principessa sotto un velo di seta, sotto una campana di vetro, un piccolo castello di cristallo per proteggerla. Un’eternità di sapore!

  • Torta umida, un respiro di vita: Ah, le torte umide, quelle con il latte, con le uova, con quel soffio di vita in più! Più delicate, più fragili… Un giorno o due, solo due, giusto il tempo di assaporare a pieno il loro gusto intenso. Un contenitore ermetico, una gabbia di vetro, per proteggerle da occhi indiscreti e dall’aria… un bozzolo di sicurezza. In dispensa, nel silenzio ovattato della casa.

Ricordo la mia torta di mele di quest’anno, quella con le mele del mio albero, così profumate… l’ho conservata così, con cura, e quel profumo mi ha accompagnato per due giorni, poi… era finita. Ogni briciola era un ricordo!

  • Luogo ideale: La dispensa, un luogo silenzioso, lontano dalla luce diretta del sole, un rifugio ideale per queste meraviglie dolciarie. Oppure, un posto fresco e asciutto, lontano da fonti di calore.
  • Durata limitata: Ricorda, la freschezza è effimera, una fiamma delicata che si spegne velocemente. Il tempo, inesorabile, ruberà la sua magia.
  • Ingredienti: La durata è legata agli ingredienti. Una torta ricca di crema, per esempio, sarà più delicata di una semplice torta secca.
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