Perché il vino Amarone si chiama così?

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LAmarone deve il suo nome al sapore inizialmente giudicato amaro, non apprezzato, rispetto al Recioto. Nasce accidentalmente da una botte di Recioto dimenticata. Un vino oggi simbolo del suo territorio.
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L’Amaro Miracolo di Valpolicella: Storia di un Nome e di un Successo

L’Amarone della Valpolicella. Il nome stesso evoca immagini di intense sfumature rubino, di profumi intensi e complessi, di un gusto potente e persistente. Ma pochi conoscono la curiosa, quasi accidentale, origine del suo appellativo, una storia che riflette la natura stessa di questo vino: sorprendente e inaspettato.

Diversamente da molti vini, la sua denominazione non è frutto di un’attenta pianificazione, di un marketing studiato a tavolino, ma piuttosto di una felice coincidenza, di un errore che si è trasformato in un trionfo. Tutto ha inizio con il Recioto, un vino dolce e vellutato, da sempre apprezzato nella Valpolicella. In un tempo non precisato, ma certo nel passato, una botte di Recioto fu dimenticata, abbandonata in cantina. L’appassimento delle uve, processo fondamentale per la produzione del Recioto, si protrasse inavvertitamente più del previsto. L’evaporazione dell’acqua concentrò gli zuccheri e gli aromi, ma soprattutto determinò una trasformazione radicale del sapore.

Quando finalmente la botte dimenticata fu riscoperta, il contenuto, invece della dolcezza attesa, rivelava un sapore deciso, intenso, amaro. Un sapore, per gli standard dell’epoca, inaspettato e persino sgradito. Era nato, per caso, un vino diverso, un vino “amaro”. E da questa semplice constatazione, da questo giudizio iniziale di “amaritudine”, nasce il nome Amarone. Un nome che, paradossalmente, anziché rappresentare un difetto, divenne il marchio di fabbrica di un vino destinato a conquistare il mondo.

L’errore, l’incidente, si rivelò una benedizione. Quel gusto inizialmente considerato un difetto, divenne la sua peculiarità, la sua identità. L’Amarone, con la sua complessità aromatica, la sua struttura robusta e il suo finale persistente, si impose, non solo come un’alternativa al Recioto, ma come un vino di grande carattere, capace di esprimere la ricchezza e la tipicità del territorio veronese.

Oggi, l’Amarone della Valpolicella è un’icona enologica internazionale, simbolo di un’eccellenza produttiva che affonda le sue radici in un passato ricco di storia e di tradizioni. La sua storia, un inno all’imprevedibilità e alla capacità di trasformare un “errore” in un capolavoro, rappresenta una lezione preziosa: a volte, le più grandi scoperte nascono da un semplice, inaspettato, “dimenticare”. E l’Amarone, con il suo nome che parla di un sapore inizialmente “amaro”, è la dimostrazione più eloquente di questa verità.