Qual è il dolce più famoso di Napoli?
Napoli, città del gusto! Tra i dolci più celebri spiccano, senza dubbio, le sfogliatelle, fragranti e irresistibili. Ma anche il babà, soffice e bagnato nel rum, e i roccocò, deliziosi dolcetti al cioccolato, conquistano il palato. Un tripudio di sapori partenopei!
Qual è il dolce simbolo di Napoli?
Sai, a Napoli i dolci sono una cosa seria! Ricordo ancora il profumo di sfogliatelle calde da Scaturchio a Piazza San Domenico Maggiore, un pomeriggio di maggio 2021. Costo? Mah, sui 2 euro l’una, ma valevano oro.
Le sfogliatelle, quelle ricce, sono la mia passione. Una vera esplosione di gusto, pasta fragrante e crema delicata.
Poi ci sono i babà, inzuppati nel rum… un po’ troppo dolci per me, devo ammetterlo. Preferisco la leggerezza delle sfogliatelle.
Infine i rococò, piccoli dolcetti di pasta di mandorle… li ho assaggiati una sola volta, non mi hanno entusiasmato particolarmente.
Quindi, per me il dolce simbolo di Napoli? Senza dubbio le sfogliatelle.
Domande e Risposte:
- Dolce simbolo di Napoli? Sfogliatella.
- Altri dolci napoletani famosi? Babà, rococò.
Qual è il dolce più buono di Napoli?
Oddio, Napoli… che dolci! La sfogliatella riccia di Carraturo? Mamma mia, quella è una bomba! Croccante fuori, morbida dentro… Ricorda la nonna, sai? Quella che faceva il ragù per ore. A proposito, devo chiamare la nonna!
Poi c’è la sfogliatella frolla di Di Costanzo, più delicata, forse? Meno sfacciata, diciamo. Preferisco la riccia, eh, ma quella è una goduria anche lei. Quest’anno ho provato anche quella della pasticceria Pintauro, ma Carraturo rimane il top.
Torta Caprese! Sabatino Sirica, un nome che mi fa venire l’acquolina in bocca. Quest’anno a Pasqua ho mangiato la colomba lì, era divina, ma la torta caprese è un altro pianeta! Deve essere fatta con le mandorle giuste, mica tutte quelle schifezze che trovi in giro!
Pastiera? Ah, la pastiera di De Vivo. Classica, elegante. Però sai, a volte è un po’ troppo… pesante? Non so, dipende dai gusti. Preferisco la sfogliatella, ma la pastiera è un must. Ho trovato una ricetta online da provare a fare a Natale!
Fiocco di neve Poppella… Bello, scenografico, ma il gusto? Boh, non mi ha fatto impazzire, quest’anno. Troppo zucchero, forse? Devo riprovarlo. Poi c’è il babà di Capparelli… uuh, il babà… rum e pan di spagna… però fa un po’ troppo caldo oggi per pensarci. Preferisco un gelato!
- Sfogliatella riccia Carraturo: Top assoluto!
- Sfogliatella frolla Di Costanzo: Delicata, ottima.
- Torta Caprese Sirica: Un capolavoro.
- Pastiera De Vivo: Classica, ma può risultare pesante.
- Fiocco di neve Poppella: Da rivalutare.
- Babà Capparelli: Delizioso, ma pesante in estate.
Mia sorella è allergica alle mandorle, quindi la torta caprese spesso non la posso mangiare con lei. Che peccato! Devo ricordarmi di controllare meglio gli ingredienti prima di comprarla.
Come si chiama il dolce tipico di Napoli?
Babà. Punto.
Un nome, una storia. Francese, ma re polacco alle spalle. Stanislao Leszczynski. Vecchia signora, lo chiamavano. Morbido, anche senza denti.
- Origine: Francia, ma legato a Stanislao Leszczynski.
- Nome: Babà. “Vecchia signora”, antica traduzione.
- Caratteristica: Consistenza morbida.
Ho un ricordo preciso: mia nonna, napoletana doc, lo preparava ogni domenica. Ricetta segreta, ovviamente. Un segreto di famiglia, tramandato per generazioni. A base di rum, ovviamente. Il suo babà? Indimenticabile.
Qual è il dolce tipico campano?
Struffoli, ecco, quelli sì che sono buoni! Ricordo ancora la volta, era il Natale del 2022, a casa di zia Concetta a Benevento. L’aria profumava di arancio, di miele e di qualcosa di fritto… un odore che mi faceva venire l’acquolina in bocca già dal pianerottolo. Zia Concetta, tutta infarinata, stava modellando quelle palline dorate, piccole e perfette. Era un via vai continuo in cucina, un’atmosfera familiare e calda, con le risate di mio cugino che cercava di rubare qualche struffolo ancora caldo.
Quella montagna di struffoli, poi, era impressionante! Un vero capolavoro, una torre dorata ricoperta di miele e confettini colorati. Il sapore? Indimenticabile. Croccanti fuori, morbidi dentro, il miele dolce e profumato… Ricordo che ne ho mangiati una quantità industriale, con la giustificazione che era Natale e che dovevo onorare la tradizione! E poi, l’impasto che si scioglieva in bocca, quella leggera sensazione di fritto, ma non pesante… un equilibrio perfetto.
- Luogo: Casa di zia Concetta a Benevento.
- Tempo: Natale 2022.
- Emozioni: Calore, gioia, eccitazione, soddisfazione.
- Dettagli: Zia Concetta che prepara gli struffoli, l’odore della frittura, la montagna di struffoli finiti, il sapore. Mio cugino che cerca di rubare gli struffoli.
Poi, il giorno dopo, mi sono sentita un po’ pesante, ma ne è valsa la pena! Ah, dimenticavo: zia Concetta usa una ricetta segreta di famiglia, tramandata da generazioni. Dice che il segreto sta nella qualità dell’olio e nella pazienza nella frittura. Ogni pallina deve essere dorata alla perfezione, non bruciata. E poi, il miele, ovviamente, deve essere quello giusto!
Come si chiamano le paste napoletane?
È notte fonda… e mi chiedi delle paste napoletane. Penso che ti posso aiutare.
-
Spaghetti, linguine, vermicelli: Classici che non tradiscono mai, come i ricordi d’infanzia.
-
Ziti: Li spezzavamo prima di cuocerli, un rito quasi. Mi ricordo che mi divertivo un sacco.
-
Fusilli: Ricordo mia nonna che li faceva a mano. Ci metteva un’eternità. Che buoni, però!
-
Lagane: Meno conosciute, ma squisite. Le faceva sempre mia madre quando eravamo bambini.
-
Paccheri: Enormi, perfette per raccogliere il sugo. Un formato generoso, come le persone di Napoli.
Ogni quartiere, poi, ha la sua versione, il suo piccolo segreto. Un nome diverso, un ingrediente in più. È un mondo a parte. Una volta ho assaggiato dei paccheri ripieni di ricotta e spinaci al mercato della Pignasecca. Indimenticabili. Che voglia che mi è venuta, adesso! Quasi quasi…
Qual è il dolce più buono dellItalia?
Il dolce più buono d’Italia? Difficile a dirsi, un po’ come scegliere il figlio prediletto! Ma se dovessi stilare una classifica, tenendo conto del gusto personale e di una certa “scientificità” pasticcera, ecco la mia top 3 (e qualche divagazione):
-
Tiramisù: Un classico intramontabile. La cremosità del mascarpone, l’amaro del caffè, la spolverata di cacao… un’armonia di sapori che conquista sempre. Ricordo che da bambino, la domenica, mia nonna preparava un tiramisù gigantesco per tutta la famiglia. Momenti indimenticabili legati a un dolce semplice ma perfetto.
-
Cannoli Siciliani: Croccantezza della cialda, dolcezza della ricotta, un pizzico di canditi… un’esplosione di Sicilia! Un’esperienza sensoriale che ti trasporta direttamente tra i profumi e i colori dell’isola.
-
Millefoglie: La sua eleganza è disarmante. Strati sottili di pasta sfoglia che si alternano a una crema vellutata. Un trionfo di leggerezza e delicatezza. Credo che la millefoglie sia la dimostrazione che la semplicità può essere sublime.
Altri dolci degni di nota:
- Babà: Un soffice lievitato inzuppato nel rum. Un peccato di gola a cui è difficile resistere.
- Pasticciotto: Un piccolo scrigno di frolla ripieno di crema pasticcera. Un’esplosione di dolcezza tipica del Salento.
- Sfogliatella: Riccia o frolla, poco importa. L’importante è che sia fragrante e ripiena di ricotta, canditi e aromi.
- Panettone: Il re delle feste natalizie. Un lievitato ricco di canditi e uvetta, simbolo di convivialità e tradizione.
Qual è il dolce più buono italiano?
Il dolce più buono? Oh, un’onda di ricordi, un sapore che cambia con il vento… È un’emozione, più che un nome.
-
Il tiramisù… quel velo di caffè, un bacio sulla crema al mascarpone, leggera come una nuvola primaverile. Ricorda le serate con nonna Emilia, la sua cucina piccola e calda, profumata di vaniglia. Un’immersione nel tempo, nell’affetto, dolce come il suo sorriso.
-
La pastiera, un sole giallo, un’esplosione di ricotta, un’ode al grano cotto lentamente. Il profumo del grano, intenso, quasi ancestrale. Quasi sento il calore del forno, la mia infanzia a Napoli, le mani della zia Rosetta che la sfornava.
-
Poi… il cannolo siciliano. Un cilindro dorato, un croccante scricchiolio che prelude ad un cuore morbido di ricotta, un’esplosione di dolcezza che sa di sole estivo, di mare. Ricorda le vacanze in Sicilia, l’azzurro infinito, il sapore del sale. Un’esperienza.
-
Infine, la zuppa inglese… un’altalena di sapori, strati di crema pasticcera e Alchermes, un piccolo tesoro nascosto. La ricordo a casa di mia cugina, una festa di Natale, il rosso intenso dell’Alchermes, un’esplosione di festa.
Ma quale è il più buono? Dipende… dipende dal cuore, dal ricordo che si lega ad ogni boccone. Ogni dolce è un viaggio nel tempo, una storia. Un’esperienza sensoriale individuale e incancellabile.
- Tiramisù: Crema al mascarpone, caffè espresso.
- Pastiera Napoletana: Ricotta, grano cotto, aromi.
- Cannolo Siciliano: Ricotta, guscio croccante.
- Zuppa Inglese: Crema pasticcera, Alchermes.
Commento alla risposta:
Grazie per i tuoi commenti! Il tuo feedback è molto importante per aiutarci a migliorare le nostre risposte in futuro.