Quali vini vanno serviti freddi?

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Alcuni vini rossi, sebbene meno comuni, godono di un servizio fresco. Tra questi, il Negramaro, Pinot Nero, Frappato, Dolcetto, Rossese, Marzemino e Gutturnio esprimono al meglio le loro caratteristiche a temperature leggermente inferiori alla norma.
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Oltre il Calore: I Vini Rossi che Amano il Fresco

La tradizione vuole il vino rosso servito a temperatura ambiente, ma questa regola, spesso interpretata con eccessivo lassismo, cela una verità più sfumata. Infatti, un numero non trascurabile di vini rossi, sebbene meno conosciuti rispetto ai loro “fratelli” che prediligono temperature più elevate, trovano la loro massima espressione solo se serviti leggermente freschi. Rinfrescarli adeguatamente non significa rovinarli, ma piuttosto esaltarne le caratteristiche organolettiche, aprendo a un ventaglio di sensazioni inedite per il palato.

L’errore comune risiede nell’interpretazione stessa di “temperatura ambiente”. In estate, una temperatura ambiente può facilmente superare i 25°C, una condizione che, per molti vini rossi, risulta eccessivamente calda, annullando le delicate sfumature aromatiche e accentuando invece l’alcolicità e i tannini più aggressivi. Servire questi vini leggermente più freschi, invece, permette di bilanciare queste componenti, rivelando una complessità altrimenti celata.

Tra i rossi che beneficiano di un servizio fresco, alcuni esempi degni di nota sono:

  • Negramaro: Questo vitigno pugliese, noto per la sua intensa struttura tannica e la sua spiccata aromaticità, può risultare persino aggressivo se servito troppo caldo. Una temperatura di servizio intorno ai 16-18°C ne smorza la potenza, lasciando spazio a note fruttate di ciliegia e prugna, e a un’eleganza altrimenti soffocata dal calore.

  • Pinot Nero: Un vitigno notoriamente delicato, il Pinot Nero, specie nelle sue espressioni più leggere, apprezza decisamente una temperatura di servizio più bassa, tra i 14 e i 16°C. Questo permette di evidenziare la sua finezza aromatica, con note di piccoli frutti rossi, fiori e spezie, e di apprezzare appieno la sua struttura elegante e sottile.

  • Frappato: Originario della Sicilia, il Frappato è un vitigno che si presta ad essere servito leggermente fresco, intorno ai 15-17°C. Questo permette di apprezzare appieno la sua freschezza, la sua acidità vivace e la sua complessità aromatica, che spazia dalle note floreali a quelle fruttate di lampone e ribes.

  • Dolcetto: Come suggerisce il nome, questo vitigno piemontese si contraddistingue per la sua dolcezza, che però non deve essere confusa con la mancanza di freschezza. Una temperatura di servizio intorno ai 14-16°C esalta la sua piacevolezza, accentuando la sua fragranza di amarena e la sua piacevole acidità.

  • Rossese: Questo vitigno ligure, conosciuto per la sua struttura robusta e la sua intensa aromaticità, trova il suo equilibrio ideale a una temperatura intorno ai 16-18°C. Il fresco mitiga la sua tannicità, rivelando un profilo aromatico complesso di frutti di bosco, spezie e note minerali.

  • Marzemino: Tipico del Trentino, il Marzemino, se servito tra i 15 e i 17°C, mostra la sua eleganza e la sua finezza, sprigionando note di ciliegia, viola e un delicato sentore speziato.

  • Gutturnio: Questo vitigno emiliano, dalla buona struttura tannica, trova il suo apice gustativo tra i 16 e i 18°C, dove la sua corposità viene mitigata da una piacevole freschezza, valorizzando le sue note di frutta rossa matura e di mandorla.

In conclusione, abbandonare la rigida regola del servizio a temperatura ambiente per i vini rossi, almeno per alcune varietà, apre a un mondo di nuove esperienze sensoriali. Sperimentare con temperature di servizio leggermente più basse può rivelare sfumature e complessità inattese, offrendo una prospettiva diversa e più completa sul vasto ed affascinante universo del vino.