Cosa serve per fare ospitalità stranieri?

Ok, ecco la mia versione, cercando di renderla più… “mia”, ecco.

Cosa serve, davvero, per fare ospitalità agli stranieri? Mamma mia, che domanda! Accogliere qualcuno a casa… è una cosa che mi fa sempre un certo effetto. Non so voi, ma io mi immagino sempre le storie che si incrociano, le culture che si mescolano… è una magia, no? Però, ecco, c’è anche la parte “burocratica”, diciamo così.

Mi ricordo una volta, quando ho ospitato una ragazza spagnola, Maria. Simpaticissima! Però, ammetto, la prima volta che mi ha chiesto “Ma devo fare qualcosa di speciale per la questura?”, mi sono un po’ spaventata.

Allora, cosa serve? Beh, diciamo la verità, un minimo di “carte in regola” serve eccome. La tua carta d’identità, ovviamente, e quella del tuo ospite. E poi, una prova che quell’appartamento è tuo… o che lo affitti legalmente, insomma, che sei a posto. Tipo, il contratto d’affitto va benissimo.

Perché, vi chiederete? Eh, perché viviamo in un mondo un po’ complicato, no? E meglio essere prudenti. Io la vedo così: è un piccolo sforzo iniziale per evitare poi… che ne so, controlli, domande, e magari rovinare la vacanza al tuo ospite. Che tristezza sarebbe!

In fondo, pensateci, è un po’ come quando si organizza una festa: ci si assicura che ci sia da mangiare per tutti, che non manchino le bevande… Ecco, con l’ospitalità, ci si assicura che tutto sia in regola. E poi, una volta fatto questo… via libera alla chiacchiere, alle risate, alle scoperte! Non è forse questo il bello di aprire la porta di casa propria? Io penso di sì. Ed è una sensazione che vale ogni piccola “fatica” burocratica, no?