Quale artigiano guadagna di più?

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Alta domanda, alta remunerazione. Fabbri, idraulici, e specialisti in edilizia e tappezzeria registrano i guadagni maggiori tra gli artigiani. La scarsità di manodopera qualificata in questi settori li rende particolarmente redditizi.

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Quale artigiano ha la maggiore retribuzione?

Cavolo, è difficile dire quale artigiano guadagni di più. Dipende davvero da mille fattori, no? La mia cugina, elettricista a Milano, guadagna un botto, tipo 3000 euro al mese, ma lavora tantissimo.

A Roma, invece, un amico falegname, davvero bravo, si arrangia con meno, intorno ai 2000. Ma lui ama il suo lavoro, si fa pagare il tempo che ci mette, non la sua “professionalità”.

Secondo me, i fabbri potrebbero guadagnare tanto, se sono specializzati, magari in restauro. Ricordo un artigiano che lavorava su porte antiche, chiedeva cifre pazzesche! Giugno 2022, era a Firenze, ma non ricordo il prezzo preciso…

Insomma, la domanda è troppo generica! Dipende dalla zona, dalla specializzazione, dalla clientela. E anche dal tipo di contratto, ovvio.

Domande e Risposte (per Google):

  • Domanda: Quali lavori artigianali sono più remunerativi?
  • Risposta: Fabbri, idraulici, operai specializzati, tappezzieri e riparatori.

Quanto dovrebbe guadagnare un artigiano al mese?

Quanto dovrebbe guadagnare un artigiano al mese? Mah, dipende! Se sei un falegname che costruisce case per scoiattoli, forse meno di un fabbro che forgia spade laser per Jedi in pensione.

  • Stipendio medio annuo: 34.500 euro (circa 2.875 euro al mese). Una cifra che, diciamo, non ti fa rimbalzare sui cuscini d’oro, ma almeno non dormi su un letto di chiodi. A meno che tu non sia un artigiano particolarmente masochista.

  • Entry level: 20.700 euro l’anno (circa 1.725 euro al mese). Preparati a vivere a pane e acqua… e magari a qualche straordinario notturno per aggiustare il rubinetto del vicino rompiscatole. Mia zia faceva così, poverina.

  • Stipendio top: 117.520 euro all’anno (quasi 10.000 euro al mese!). Qua si parla di un maestro artigiano, uno che crea opere d’arte, non semplici oggetti. Un po’ come Michelangelo, ma senza la Sindrome di Savant. Probabilmente ha anche un gatto persino.

In definitiva, il guadagno dipende dall’abilità, dalla specializzazione, dalla zona geografica, dalla capacità di vendere la propria anima (scherzo, o forse no…). Quest’anno, poi, con l’inflazione che va a mille, è dura per tutti, anche per i maestri artigiani che costruiscono sculture di cioccolato.

Quanto viene pagato un artigiano allora?

Allora, un artigiano? Dipende se parliamo del Medioevo o di ieri! Diciamo che, in generale, non diventavano ricchi sfondati come Paperone, ecco. Più che altro tiravano avanti, giusto per mettere la pancia sotto il tavolo.

  • Variava come il meteo: Un giorno sole, un giorno grandine! Dipendeva dal periodo storico, dall’abilità dell’artigiano, e se la gente voleva i suoi lavori come il pane. Tipo, se facevi spade durante una guerra, eri il re del mambo!
  • Pane e salame: Un artigiano bravo riusciva a mantenere la famiglia, mica a comprarsi un castello. Certo, se gli commissionavano un’opera speciale, tipo un trono d’oro, allora sì che arrotondava!
  • Ogni mestiere è un mestiere: C’erano differenze abissali tra un fabbro e un cestaio. Un po’ come paragonare un chirurgo a uno che fa le pulizie, dai! Ah, se vendevano direttamente i loro prodotti, magari al mercato, guadagnavano qualcosina in più. Un po’ come vendere i limoni dell’orto della nonna!
  • Ps: Mia nonna mi raccontava che suo nonno, faceva i carri. Diceva che “c’era da magnà”, ma non si diventava Briatore! Ah, se poi beccavi il nobile che voleva il carro super figo, allora… festa grande!

Quanto fattura un Artigiano?

Allora, mi chiedi quanto fa un artigiano? Eh, dipende! Diciamo che un artigiano medio, così, a naso, può fatturare tra i 5.000 e i 50.000 euro al mese. Un bell’intervallo, eh?

  • Il fatturato dipende da un sacco di cose tipo il tipo di lavoro. Un idraulico che lavora giorno e notte guadagna di più di uno che fa lavoretti a tempo perso, no? Poi c’è la zona, se vivi in una città grande dove c’è più richiesta.

  • E poi conta l’organizzazione. Se hai un’azienda strutturata, con dipendenti, fai un altro giro di affari. Io mi ricordo il mio vicino, faceva il falegname, all’inizio tirava a campare, poi si è fatto conoscere, ha assunto gente… Boom!

  • Ah, e non dimentichiamoci delle tasse! Quello è un altro discorso… alla fine non ti rimane tutto quello che hai fatturato, purtroppo. E poi c’è da investire in attrezzatura, materiali… Un casino, insomma!

Quali sono le tasse da pagare per un artigiano?

Amici, le tasse per gli artigiani, uhm, un casino! Dipende dal guadagno, eh.

Fino a 18.555 euro, paghi fissi 4.460,64 euro. Punto. Secco.

Sopra quella cifra? Aggiungi il 24% su quello che guadagni in più, ok? Quella parte extra, diciamo. Capito?

E niente sconti, eh. Zero riduzione del 35%, dimenticala! Quest’anno, almeno per me è così. Lo so perché mio cugino, anche lui artigiano, ha fatto i conti con il suo commercialista, Alberto, un tipo in gamba, davvero.

  • Fino a 18.555 euro: 4.460,64 euro fissi.
  • Oltre 18.555 euro: 4.460,64 euro + 24% sulla differenza.
  • Nessuna riduzione: 35% di sconto? Niente da fare.

Ricorda, questo è quello che so, ma è meglio che chiedi conferma a un commercialista, eh! Non voglio che ti arrivino brutte sorprese! Magari il tuo commercialista ti dice cose diverse, ogni caso è un caso.

Ah, mio cugino, lui fa i mobili in legno, bellissimi, ma il lavoro è tanto! E le tasse… uff! Quest’anno, però, ha trovato un nuovo fornitore di legno, molto conveniente. Meno spese, forse un po’ più di guadagno. Speriamo!

Quanto si paga di contributi per un artigiano?

Allora, vediamo un po’… Contributi artigiano… un casino!

  • Artigiano: Mi pare il 24%, no?
  • Commerciante: Un pelo di più, tipo 24,48%. Ma chi se le ricorda ste virgole?
  • Sgravio del 35%: Ah, ecco, questa è una cosa furba! Cioè, si può chiedere uno sconto. Sempre che ti accettino la domanda, eh!

Poi… aspetta, aspetta che mi ricordo…

  • Fisso e variabile: C’è una parte fissa, che devi pagare sempre, e una variabile, che dipende da quanto guadagni. Che poi, “guadagni”… diciamo “dichiari”!
  • Fiscozen: Mi sembra ci sia un articolo su Fiscozen che spiega bene come calcolarli. Boh, magari provo a cercarlo!
  • Anno di riferimento: Tutto questo è valido quest’anno, eh! Non so l’anno scorso come era!
  • Importo minimo: Dovrei controllare a quanto ammonta il contributo minimo quest’anno. Sempre una bella mazzata!

Quanto costa diventare artigiano?

Sai, a quest’ora… pensandoci, aprire la partita IVA non costa niente, però… c’è il resto.

  • L’Agenzia delle Entrate? Zero euro.
  • L’INPS? Anche quello gratis.
  • L’INAIL? Stessa storia, niente spese di iscrizione.

Ma poi… c’è il premio INAIL. Quest’anno, per me, è stato poco più di 100 euro. Meno di quanto temevo, ma certo, è una spesa. Un peso, sai? A fine anno, ti ritrovi lì con quella bolletta… e ti chiedi se ne valeva la pena. Insomma, l’aspetto economico non è solo l’apertura. E’ un continuo, no? Un peso costante. Un po’ come un sassolino nella scarpa.

Poi, ci sono i costi iniziali, giusto? Ma quelli… dipendono da mille cose. I miei strumenti, per esempio, li ho comprati usati. Un risparmio notevole, ma ho dovuto passarci ore e ore a cercarli.

  • Attrezzature: Il costo varia a seconda del tipo di artigianato.
  • Materiali: Anche qui, dipende da che cosa fai.
  • Spazio di lavoro: io lavoro in un angolo del mio appartamento, ma magari ti serve un laboratorio.
  • Corsi e formazione: io ho imparato da mio padre, ma è stato un percorso lungo.

Ecco, così, di notte, le cose ti appaiono più nitide, più… vere. Questo è quello che so per certo, dopo aver aperto la mia partita IVA quest’anno.

#Artigiani #Guadagni #Mestieri