Quanti mesi di congedo parentale spettano ai genitori?

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Entro i primi sei anni di vita del bambino, i genitori hanno diritto a un congedo parentale. Tre mesi sono retribuiti all80%, seguiti da sei mesi con unindennità ridotta al 30%. Ulteriori periodi di congedo sono possibili, ma non prevedono alcuna retribuzione.

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Quanti mesi di congedo parentale spettano ai genitori?

In Italia, entrambe i genitori hanno diritto al congedo parentale, ovvero a un periodo di assenza dal lavoro per accudire il figlio appena nato o adottato. Questo diritto è riconosciuto entro i primi sei anni di vita del bambino.

Durata del congedo retribuito

Il congedo parentale è suddiviso in due periodi:

  • Congedo obbligatorio: I primi tre mesi dopo la nascita o l’adozione sono obbligatori per entrambi i genitori e vengono retribuiti all’80%.

  • Congedo facoltativo: Dopo i tre mesi obbligatori, entrambi i genitori possono usufruire di un ulteriore periodo di congedo facoltativo di sei mesi, retribuito al 30%.

Congedo non retribuito

Oltre al congedo retribuito, i genitori hanno diritto a ulteriori periodi di congedo non retribuito, fino a un massimo di 10 mesi. Questi periodi non comportano alcuna retribuzione e vengono concessi su richiesta.

Come richiedere il congedo parentale

I genitori devono presentare la domanda di congedo parentale al datore di lavoro almeno 30 giorni prima della data di inizio del congedo. La domanda deve essere accompagnata da una copia del certificato di nascita o di adozione del bambino.

Ulteriori agevolazioni

Oltre al congedo parentale, i genitori hanno diritto ad altre agevolazioni, come:

  • Assegno di maternità: Un sussidio economico mensile erogato dall’INPS per i primi cinque mesi dopo la nascita o l’adozione.
  • Bonus bebé: Un contributo economico per l’acquisto di beni e servizi per il neonato.
  • Riduzioni fiscali: Detrazioni fiscali per le spese sostenute per il mantenimento e l’istruzione del figlio.

È importante notare che le normative e i benefici specifici del congedo parentale possono variare in base a fattori quali il settore lavorativo, il tipo di contratto e la situazione familiare. Si consiglia pertanto di consultare il proprio datore di lavoro o le autorità competenti per ottenere informazioni dettagliate.