Cosa fa alzare il calcio nel sangue?

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Lipercalcemia, ovvero leccesso di calcio nel sangue, può essere causata da disfunzioni paratiroidee, fattori alimentari, neoplasie o malattie ossee. I sintomi iniziali includono disturbi digestivi, sete intensa e poliuria. Nei casi gravi, si manifestano confusione mentale e coma.
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Un Eccesso Silenzioso: Capire e Gestire l’Ipercalcemia

L’ipercalcemia, una condizione caratterizzata da livelli eccessivi di calcio nel sangue, spesso si insinua silenziosamente, manifestandosi inizialmente con sintomi subdoli e facilmente attribuibili ad altri disturbi. Riconoscere i segnali e comprendere le cause sottostanti è fondamentale per una diagnosi tempestiva e un’efficace gestione di questa condizione potenzialmente pericolosa.

Il calcio, un minerale essenziale per la salute delle ossa, la funzione muscolare e la trasmissione nervosa, è finemente regolato dall’organismo. Quando questo delicato equilibrio si rompe, e i livelli di calcio nel sangue superano la norma, possono insorgere una serie di problematiche, a volte anche gravi.

Le principali cause dell’ipercalcemia possono essere raggruppate in quattro categorie principali:

  • Disfunzioni paratiroidee: Le ghiandole paratiroidi, situate nel collo, producono l’ormone paratiroideo (PTH), che regola i livelli di calcio. Un’iperattività di queste ghiandole, come nell’iperparatiroidismo primario o secondario, può portare ad un eccessiva produzione di PTH e conseguente aumento del calcio nel sangue.

  • Fattori alimentari: Sebbene meno frequente, un’eccessiva assunzione di calcio attraverso l’alimentazione o integratori, soprattutto in combinazione con una ridotta funzionalità renale, può contribuire all’ipercalcemia. Questo è particolarmente vero in presenza di un’intossicazione da vitamina D, che aumenta l’assorbimento intestinale del calcio.

  • Neoplasie: Alcuni tipi di tumore, come il mieloma multiplo, il carcinoma polmonare e il carcinoma mammario, possono rilasciare sostanze che mimano l’azione del PTH o distruggere direttamente il tessuto osseo, liberando calcio nel sangue.

  • Malattie ossee: Condizioni come l’osteoporosi, la malattia di Paget e le metastasi ossee possono alterare il rimodellamento osseo, causando il rilascio di calcio nel flusso sanguigno.

I sintomi iniziali dell’ipercalcemia sono spesso aspecifici e possono includere disturbi digestivi come nausea, vomito, stitichezza e dolori addominali. Spesso si manifesta anche polidipsia, ovvero una sete intensa e persistente, accompagnata da poliuria, cioè un aumento della produzione di urina.

Se non trattata, l’ipercalcemia può progredire e causare sintomi più gravi, tra cui:

  • Debolezza muscolare e affaticamento: L’eccesso di calcio interferisce con la funzione muscolare, causando debolezza generalizzata e facile affaticamento.

  • Confusione mentale, letargia e disorientamento: L’ipercalcemia può influenzare il sistema nervoso centrale, provocando alterazioni dello stato mentale.

  • Aritmie cardiache: Livelli elevati di calcio possono interferire con la conduzione elettrica del cuore, causando anomalie del ritmo cardiaco.

  • Coma: Nei casi più gravi, l’ipercalcemia può portare alla perdita di coscienza e al coma.

Data la potenziale gravità delle complicanze, è fondamentale rivolgersi al medico in presenza di sintomi sospetti. La diagnosi precoce e un trattamento mirato alla causa sottostante sono essenziali per prevenire le conseguenze più severe dell’ipercalcemia e garantire una buona qualità di vita.