Quando la pressione minima è alta?

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Pressione minima elevata indica una diastolica persistentemente sopra i 90 mmHg a riposo. Questo valore segna il passaggio da pre-ipertensione a ipertensione, richiedendo attenzione medica.

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Pressione minima alta: un campanello d’allarme silenzioso

La pressione arteriosa, misurata con due valori (massima e minima), rappresenta la forza esercitata dal sangue sulle pareti delle arterie durante il ciclo cardiaco. Mentre ci si concentra spesso sulla pressione massima (sistolica), un valore elevato della pressione minima (diastolica) può essere altrettanto insidioso, rappresentando un fattore di rischio cardiovascolare spesso sottovalutato. Ma quando la pressione minima è considerata alta? E perché preoccuparsene?

Un valore di pressione minima costantemente superiore a 90 mmHg a riposo è generalmente considerato un segnale d’allarme. Questo limite segna il passaggio da una condizione di pre-ipertensione, una sorta di “zona grigia” che richiede monitoraggio e modifiche dello stile di vita, ad una vera e propria ipertensione, che necessita di un intervento medico più mirato. A differenza della pressione massima, influenzata da fattori più variabili come stress e attività fisica, la pressione minima elevata riflette una condizione più stabile e persistente di rigidità e resistenza delle arterie.

L’ipertensione, anche se limitata alla minima, non va sottovalutata. Un costante “bombardamento” pressorio sulle pareti arteriose può, nel tempo, danneggiarle e ispessirle, favorendo l’accumulo di placche aterosclerotiche. Questo processo, noto come arteriosclerosi, restringe il lume dei vasi sanguigni, riducendo l’afflusso di sangue agli organi vitali come cuore, cervello e reni. Le conseguenze possono essere gravi e includere infarto, ictus, insufficienza renale e problemi alla vista.

Spesso l’ipertensione è asintomatica, soprattutto nelle fasi iniziali, rendendo ancora più importante il controllo periodico della pressione, specialmente dopo i 40 anni. Oltre all’età, altri fattori di rischio per la pressione minima alta includono: familiarità, obesità, sedentarietà, elevato consumo di sale, fumo, abuso di alcol e alcune patologie come il diabete e le malattie renali.

Cosa fare se la pressione minima risulta elevata? Innanzitutto, è fondamentale rivolgersi al proprio medico per una valutazione completa. Egli potrà escludere eventuali cause secondarie di ipertensione e consigliare il percorso terapeutico più appropriato. Oltre alla terapia farmacologica, se necessaria, modifiche dello stile di vita giocano un ruolo fondamentale nel controllo della pressione arteriosa. Una dieta sana ed equilibrata, ricca di frutta, verdura e povera di sale, l’attività fisica regolare, il mantenimento di un peso corporeo ideale e l’abbandono del fumo sono interventi che possono contribuire significativamente a ridurre la pressione minima e il rischio di complicanze cardiovascolari. La pressione minima alta, sebbene silenziosa, non va ignorata: un controllo costante e un’attenzione al proprio stile di vita sono le armi migliori per proteggere la salute del cuore e delle arterie.