Come scende il cibo nello stomaco?

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Ingerito dalla bocca, il cibo percorre lesofago raggiungendo lo stomaco. Prosegue poi nellintestino tenue e crasso, dove i nutrienti vengono assorbiti e le scorie eliminate. Il transito esofageo e intestinale (tenue) è piuttosto rapido.

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Il Viaggio Segreto del Cibo: Dalla Bocca allo Stomaco, un Percorso Meno Scontato di Quanto Sembra

Ogni giorno, più volte al giorno, compiamo un gesto apparentemente semplice: ingoiamo del cibo. Ma cosa succede realmente a quel boccone, a quella bevanda, una volta varcata la soglia delle nostre labbra? Spesso diamo per scontato il tragitto che il cibo percorre nel nostro corpo, concentrandoci sul sapore e sulla consistenza, ignorando l’orchestra complessa di muscoli, enzimi e processi chimici che entrano in gioco.

La verità è che il viaggio del cibo è un’avventura affascinante, un balletto sincronizzato che inizia nella bocca e culmina, per ora, nello stomaco. Come scende il cibo nello stomaco, dunque? Non si tratta di una semplice caduta verticale, come si potrebbe ingenuamente pensare. È un processo attivo, un’azione coordinata che coinvolge l’esofago, un tubo muscolare lungo circa 25 centimetri che collega la gola allo stomaco.

Una volta che il cibo è stato masticato e impastato con la saliva, formando il cosiddetto bolo alimentare, la deglutizione innesca una serie di eventi automatici. L’epiglottide, una cartilagine a forma di foglia situata alla base della lingua, si chiude sulla trachea, impedendo al cibo di finire nei polmoni. Contemporaneamente, i muscoli dell’esofago iniziano a contrarsi ritmicamente, in un movimento ondulatorio chiamato peristalsi.

Immaginate una fila di persone che si passano un secchio pieno d’acqua: ognuna stringe leggermente il secchio per spingerlo in avanti verso la persona successiva. La peristalsi funziona in modo simile. I muscoli circolari dell’esofago si contraggono dietro il bolo alimentare, spingendolo verso il basso, mentre i muscoli longitudinali si rilassano davanti al bolo, aprendo la strada. Questo movimento coordinato è inarrestabile e non dipende dalla gravità: anche se mangiassimo a testa in giù, il cibo raggiungerebbe comunque lo stomaco.

È importante notare che il transito esofageo è rapido, ma non istantaneo. In genere, ci vogliono pochi secondi affinché il bolo alimentare raggiunga lo stomaco. Durante questo tragitto, l’esofago rilascia del muco, una sostanza lubrificante che facilita il passaggio del cibo e protegge le pareti dell’esofago dagli eventuali danni causati da cibi particolarmente duri o acidi.

Una volta giunto alla fine dell’esofago, il bolo alimentare incontra lo sfintere esofageo inferiore (LES), un anello muscolare che funge da valvola tra l’esofago e lo stomaco. Questo sfintere normalmente è chiuso, impedendo ai succhi gastrici acidi dello stomaco di risalire nell’esofago, causando bruciore di stomaco. Quando il bolo alimentare spinge contro lo sfintere, quest’ultimo si rilassa, permettendo al cibo di entrare nello stomaco.

A questo punto, il viaggio del cibo nell’esofago è completo. Ma è solo l’inizio. Nello stomaco, il cibo verrà ulteriormente sminuzzato, mescolato con i succhi gastrici e trasformato in una poltiglia semi-liquida chiamata chimo, pronta per proseguire il suo viaggio attraverso l’intestino tenue e crasso, dove i nutrienti verranno assorbiti e le scorie eliminate.

Il transito intestinale, soprattutto nell’intestino tenue, è anch’esso relativamente rapido, grazie a movimenti peristaltici simili a quelli dell’esofago. Questo permette un’efficiente assorbimento dei nutrienti vitali per il nostro organismo.

In conclusione, il percorso del cibo dalla bocca allo stomaco è un processo complesso e finemente orchestrato, guidato dalla peristalsi e regolato da sfinteri che assicurano la direzione del flusso e proteggono le delicate pareti del nostro sistema digestivo. La prossima volta che deglutirete un boccone, ricordatevi di questo viaggio segreto e della meraviglia del vostro corpo che lavora instancabilmente per nutrirvi e mantenervi in salute.