Perché non bisogna mischiare le proteine?

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Le diverse proteine hanno tempi di digestione differenti. Questa variazione potrebbe causare problemi digestivi se consumate insieme in quantità elevate. Unassimilazione ottimale richiede unattenzione alla scelta degli abbinamenti.
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L’arte della combinazione proteica: perché non basta “mescolare”?

L’abitudine di integrare le proteine nella propria dieta è ormai diffusa, a ragionevole supporto di obiettivi salutistici e sportivi. Ma dietro la semplicità apparente di un frullato o di un piatto ricco di proteine si cela una complessità spesso sottovalutata: la sinergia, o meglio, la disarmonia, che può nascere dalla combinazione scorretta di diverse fonti proteiche. L’idea che “più proteine è meglio” è, in questo senso, una semplificazione pericolosa. La chiave non risiede nella quantità, ma nell’intelligente selezione degli abbinamenti.

Il problema principale è il diverso tempo di digestione delle proteine. Ogni fonte proteica, che si tratti di carne, pesce, legumi, uova o derivati del latte, presenta una cinetica digestiva propria. Una proteina ad alta digeribilità, come ad esempio l’albume d’uovo, viene metabolizzata velocemente, mentre altre, come il collagene o alcune leguminose, richiedono un tempo considerevolmente maggiore. Consumare contemporaneamente quantità elevate di proteine con tempi di digestione così disparati può sovraccaricare il sistema digestivo, generando disagio, gonfiore, meteorismo e, nei casi più gravi, vere e proprie difficoltà di assimilazione.

Immaginiamo un frullato contenente contemporaneamente whey protein (digestione rapida), semi di chia (digestione più lenta) e tofu (digestione intermedia). Mentre la whey viene rapidamente assorbita, il sistema digerente deve ancora lavorare sulla digestione dei semi di chia e del tofu. Questo sfasamento può compromettere l’efficacia dell’assimilazione di tutti i nutrienti, rendendo l’intero processo meno efficiente di quanto ci si aspetterebbe. Inoltre, la fermentazione prolungata delle proteine a digestione lenta nel tratto intestinale, in presenza di altre proteine in fase di digestione rapida, può aumentare la produzione di gas e la sensazione di pesantezza.

L’assimilazione ottimale delle proteine richiede dunque un’attenta pianificazione. Un approccio più consapevole consiglia di consumare proteine con tempi di digestione simili insieme, o di spaziarne l’assunzione nel corso della giornata. Ad esempio, un pasto a base di pollo (digestione intermedia) e riso integrale (digestione lenta) può essere meglio tollerato rispetto a un pasto che combina pollo con una notevole quantità di siero di latte.

In conclusione, l’idea di “mescolare” le proteine senza criterio è riduttiva e potenzialmente dannosa. Una comprensione più profonda della cinetica digestiva delle diverse fonti proteiche è fondamentale per ottimizzare l’assimilazione dei nutrienti e preservare la salute del nostro apparato digerente. L’obiettivo non è semplicemente ingerire elevate quantità di proteine, ma piuttosto favorire un’assimilazione efficiente ed equilibrata, ottenibile attraverso una scelta oculata e consapevole delle combinazioni.