Quali animali sono usati per trovare i tartufi sotto terra?

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Il Lagotto Romagnolo è il cane prediletto per la ricerca dei tartufi, grazie al suo olfatto sviluppato e predisposizione naturale. Tuttavia, anche altre razze come Labrador Retriever e Border Collie possono essere addestrate con successo a scovare i preziosi funghi ipogei.

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Oltre il Lagotto: Un’esplorazione del mondo canino alla ricerca del tartufo

Il tartufo, diamante nero della cucina italiana, cela la sua preziosa esistenza sotto terra, affidando la sua scoperta all’eccezionale fiuto di alcuni cani. Se il Lagotto Romagnolo regna incontrastato come il re indiscusso di questa particolare caccia al tesoro, la realtà è più sfaccettata e ricca di interessanti varianti. L’immagine del pelosetto romagnolo che si muove con grazia tra le radici degli alberi, guidato dall’inconfondibile profumo del tartufo, è ormai iconica, ma non rappresenta l’intera storia.

La capacità di individuare i tartufi, infatti, non è una prerogativa esclusiva di una singola razza. La selezione del cane ideale per questa attività si basa su una combinazione di fattori: olfatto acuto, temperamento docile e paziente, e, non meno importante, predisposizione all’addestramento. Il Lagotto Romagnolo, con la sua antica storia legata alla ricerca del prezioso fungo ipogeo, eccelle in tutti questi aspetti. Il suo olfatto, particolarmente sensibile ai profumi sotterranei, unito ad un’indole collaborativa e un’innata attitudine al lavoro, lo rende un partner ideale per il tartufaio.

Tuttavia, la dedizione e la competenza di un buon addestratore possono trasformare anche altre razze in efficaci cercatori di tartufi. Il Labrador Retriever, ad esempio, con la sua intelligenza vivace e la sua innata propensione a compiacere il padrone, si dimostra un allievo particolarmente ricettivo. La sua energia e la sua resistenza fisica lo rendono adatto a lunghe perlustrazioni nel sottobosco. Similmente, il Border Collie, noto per la sua intelligenza straordinaria e la sua capacità di concentrazione, può essere addestrato con successo, sebbene richieda un approccio più strutturato e stimolante.

Al di là delle razze più comunemente impiegate, l’esperienza dimostra che anche cani meticci, con una combinazione fortunata di geni, possono sviluppare un’eccellente capacità di ricerca. La chiave del successo, in definitiva, risiede nella combinazione di una predisposizione genetica all’olfatto sopraffino e di un addestramento specifico, paziente e coerente, che insegni al cane a segnalare la presenza del tartufo senza danneggiarlo. Questa simbiosi tra uomo e cane, un’antica alleanza basata sulla reciproca fiducia e sul rispetto, continua a rendere possibile la scoperta di questo prezioso tesoro della terra. E così, mentre il Lagotto rimane un punto di riferimento in questo ambito, l’universo dei cani alla ricerca dei tartufi si rivela più ampio e affascinante di quanto si possa immaginare.

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