Come gli interisti chiamano i milanisti?

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Secondo le radici storiche delle due squadre milanesi, i tifosi dellInter sono chiamati bauscia dai tifosi del Milan, che a loro volta vengono definiti casciavit.

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Bauscia e Casciavit: un Derby di soprannomi, uno spaccato dell’anima milanese

Il derby di Milano, una delle stracittadine più sentite e seguite al mondo, non è solo una partita di calcio, ma un vero e proprio scontro di identità, una battaglia che si combatte a colpi di coreografie, sfottò e, soprattutto, soprannomi. Al di là dei colori rossoneri e nerazzurri, dietro il Milan e l’Inter si celano due diverse anime della città, incarnate perfettamente da due appellativi che si tramandano di generazione in generazione: “bauscia” e “casciavit”.

Ma cosa significano realmente questi termini e qual è la loro origine? Per capirlo, è necessario scavare nelle radici storiche delle due società e nella composizione sociale dei loro primi tifosi.

Bauscia: l’eleganza presunta e l’ostentazione interista

Il termine “bauscia” (pronunciato “bau-sha”) è un termine dialettale milanese che può essere tradotto come “spaccone”, “sbruffone”, “persona che si dà delle arie”. Originariamente, si riferiva ai proprietari terrieri o ai nobili che, spesso, si pavoneggiavano con abiti lussuosi e atteggiamenti altezzosi.

Quando, nel 1908, un gruppo di soci dissidenti del Milan decise di fondare l’Internazionale Milano, la composizione sociale della nuova squadra rifletté questa spaccatura. L’Inter, fin da subito, attrasse una tifoseria più borghese, con una forte presenza di industriali, professionisti e persone benestanti. Questa affluenza di persone considerate “bauscia” diede origine al soprannome con cui i milanisti avrebbero, da quel momento in poi, identificato i loro rivali.

L’accusa di essere “bauscia” si riferisce quindi alla presunta ostentazione, all’eleganza ricercata e al desiderio di mostrarsi superiori tipici di una certa classe sociale. Un’etichetta che, nel corso degli anni, è diventata un motivo di orgoglio per alcuni tifosi interisti, che la interpretano come sinonimo di ambizione e aspirazione a traguardi elevati.

Casciavit: la laboriosità popolare rossonera

In contrapposizione all’immagine “bauscia” dell’Inter, i tifosi del Milan vengono etichettati come “casciavit” (pronunciato “cas-cia-vit”), che in dialetto milanese significa “cacciavite”. Questo soprannome affonda le radici nella storia più popolare e operaia del club rossonero.

Il Milan, infatti, nacque come espressione delle classi lavoratrici milanesi. I suoi primi sostenitori erano operai, artigiani e persone comuni che si identificavano con i valori del duro lavoro, della concretezza e della modestia. Il “casciavit”, lo strumento del lavoro manuale, divenne quindi il simbolo di questa identità popolare e operosa.

L’etichetta di “casciavit” per i milanisti sottolinea quindi l’origine umile e la capacità di “sporcarsi le mani” per raggiungere i propri obiettivi. Un’immagine che si contrappone nettamente alla presunta superiorità “bauscia” degli interisti.

Oltre lo sfottò: un derby di identità

Al di là dello sfottò e della rivalità calcistica, i soprannomi di “bauscia” e “casciavit” rappresentano un vero e proprio spaccato dell’anima milanese. Essi riflettono le diverse sfaccettature della città, le sue contraddizioni e la sua ricchezza sociale. Il derby di Milano, quindi, non è solo una partita di calcio, ma un confronto tra due mondi, due visioni della vita e due modi di essere milanesi.

L’uso di questi soprannomi, seppur spesso provocatorio, contribuisce a mantenere viva la passione e l’identità del derby, rendendolo un evento unico e imperdibile per tutti gli amanti del calcio. In fondo, che Inter e Milan si prendano in giro chiamandosi “bauscia” e “casciavit” è parte integrante del fascino di questa leggendaria stracittadina.