Cosa c'è nelle bombole da sub?

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Le bombole subacquee, identificabili tramite codici colore e marchiature sullogiva, contengono aria respirabile o miscele specifiche di gas, come ossigeno, azoto ed elio, a seconda delle esigenze della immersione. La composizione gassosa è dunque chiaramente indicata sulla bombola stessa.
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Il Respiro del Profondo: Un’analisi del contenuto delle bombole subacquee

Le bombole subacquee, cilindri di acciaio o alluminio resistenti a pressioni elevate, rappresentano la linfa vitale per ogni esploratore del mondo sottomarino. Ma cosa si cela dietro quella superficie robusta, spesso adornata di codici colore e marchiature criptiche? La risposta, apparentemente semplice, nasconde una complessità che riflette la varietà di esigenze e situazioni che un subacqueo può affrontare.

Contrariamente a un’idea comune, non tutte le bombole contengono semplicemente “aria”. Mentre l’aria compressa, con la sua composizione di circa il 78% di azoto, il 21% di ossigeno e l’1% di altri gas, è la miscela più utilizzata per immersioni ricreative a bassa profondità, la realtà è molto più sfaccettata. La scelta del gas respiratorio è infatti una variabile critica, strettamente legata alla profondità, alla durata dell’immersione e alle specifiche esigenze del subacqueo.

La composizione gassosa, elemento fondamentale e imprescindibile, è chiaramente indicata sulla bombola stessa attraverso etichette e marchiature conformi alle normative di sicurezza internazionali. Queste indicazioni, spesso in codice, forniscono informazioni precise sulla percentuale di ogni componente della miscela: ossigeno (O2), azoto (N2), elio (He), e talvolta idrogeno (H2) in miscele sperimentali, e indicano la pressione di riempimento. La presenza di elio, ad esempio, è frequente nelle immersioni tecniche a grandi profondità, dove contrasta gli effetti narcotici dell’azoto a pressioni elevate. L’uso di miscele arricchite di ossigeno (nitrox) è invece comune nelle immersioni ricreative, permettendo tempi di immersione più lunghi e riducendo i tempi di decompressione.

Oltre alle etichette, il colore della bombola stessa può fornire un primo indizio sulla natura del suo contenuto. Sebbene non esista una standardizzazione universale, alcune convenzioni cromatiche sono ampiamente utilizzate per identificare velocemente il tipo di gas. Una bombola di colore nero o grigio, ad esempio, è spesso associata all’aria compressa, mentre tonalità diverse possono indicare la presenza di nitrox o di miscele speciali. È fondamentale però ricordare che queste indicazioni cromatiche sono solo un ausilio visivo e non sostituiscono mai la lettura accurata delle etichette.

In definitiva, la bombola subacquea è molto più di un semplice contenitore. È un elemento di sicurezza essenziale, un concentrato di tecnologia e una testimonianza dell’attenta pianificazione che sta alla base di ogni immersione responsabile. La sua corretta identificazione, tramite la lettura precisa delle sue marcature e la comprensione dei codici, è fondamentale per la sicurezza del subacqueo e per la buona riuscita dell’esperienza sottomarina.