Cosa significa doppia distillazione?

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Caspita, la doppia distillazione! Praticamente prendi il wash, lo metti in un alambicco, lo fai bollire e quello che esce lo rimetti in un altro alambicco e lo fai bollire di nuovo. Un lavoraccio, ma il risultato è un distillato più puro e concentrato, che sprigiona aromi incredibili. Pensate allo scotch whisky, unesplosione di sapori grazie a questo processo! Affascinante, no?

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Doppia distillazione? Mah, che parola strana, no? Mi ricorda subito quell’estate, in Scozia, l’aria frizzante, il profumo di torba… Ricordo il vecchio distillatore, un tipo burbero ma con gli occhi che brillavano quando parlava del suo lavoro. Mi spiegava tutto, con un accento così forte che a volte dovevo chiedergli di ripetere… e la doppia distillazione era il cuore del suo racconto, quasi un segreto.

Allora, cosa significa? Beh, è un po’ come… prendi, diciamo, il liquido grezzo, quello che chiamano wash, e lo metti in quell’aggeggio di rame, un alambicco gigantesco, brillante come l’oro. Lo fai bollire, lentamente, con pazienza. Poi, quello che esce, che già è qualcosa di speciale, lo rimetti dentro un altro alambicco! Un doppio lavoro, faticoso, ma capisci che fatica, vero? Immaginate il calore, l’odore intenso… Quasi quasi mi sento ancora le mani bruciare solo a pensarci!

E il risultato? Incredibile. È come se… si togliesse tutto ciò che è superfluo, lasciando solo l’essenza, il cuore del distillato. Aromatico. Intenso. Ricordo lo scotch che abbiamo assaggiato dopo, un’esplosione di sapori, frutti maturi, fumo di torba, spezie… non so spiegare bene, era un’esperienza, un’emozione. Non era solo bere un whisky, era assaporare un pezzo di storia, di tradizione. Leggo da qualche parte che questo processo aumenta la concentrazione di aromi di un 30%, ma chi se ne frega delle percentuali, no? Conta l’esperienza, l’emozione… affascinante, davvero.