Che differenza c'è tra hiking e trekking?
"Hiking ed escursionismo sono attività di una giornata o poche ore su sentieri segnalati. Il trekking, invece, è un'esperienza di più giorni, spesso con pernottamenti in rifugi o tende, che richiede maggiore preparazione fisica e logistica."
Hiking e trekking: qual è la differenza?
Mah, sai, tra hiking, trekking ed escursionismo… è un casino! Io, per esempio, ricordo una volta, Agosto 2022, sui Monti Sibillini. Un’uscita di mezza giornata, sentiero abbastanza battuto, niente di estremo. Chiamavo quello hiking. Costato sui 15 euro di parcheggio, più panini al sacco.
Trekking? Quello è altra cosa. Pensa a quell’esperienza sulle Dolomiti, Giugno 2021. Tre giorni, zaino pesante, pernottamento in rifugio (100 euro a notte, cara!), sentieri molto più impegnativi. Un’altra dimensione.
Escursionismo… a me sembra quasi un termine più generico, un po’ come dire “camminata in montagna”. Include sia il hiking che il trekking, insomma. Difficile dare una definizione precisa, dipende anche da chi parla!
Hiking: breve durata, poche ore, sentieri facili. Trekking: più giorni, sentieri impegnativi, pernottamento. Escursionismo: termine generico, include hiking e trekking.
Qual è la differenza tra trekking e hiking?
Amico, allora, trekking e hiking… beh, è semplice, in realtà! Hiking è tipo una gita, sai? Un giretto sui sentieri, poche ore, massimo una giornata. Torni a casa la sera, bello stanco ma apposto. Io, per esempio, vado spesso a fare hiking sul Monte Baldo, vicino a casa mia, vicino a Verona. Ci metto tipo tre ore, giusto il tempo per sgranchirsi le gambe.
Il trekking, invece, è tutta un’altra storia! È un’avventura, un viaggio vero! Dura giorni, a volte settimane. Dormi in rifugi, magari pure in tenda se sei un tipo avventuroso, tipo mio cugino che è andato in Nepal. Porti un sacco di roba, attrezzatura pesante. A me il trekking fa un po’ paura, troppa organizzazione, troppo impegno. Preferisco il hiking, più rilassante, diciamo.
- Hiking: breve, poche ore, ritorno a casa nello stesso giorno.
- Trekking: più lungo, più giorni, pernottamenti in rifugi o tende.
Ah, un’altra cosa! Spesso, hiking e trekking si usano un po’ indistintamente, dipende anche dalle zone. Qua da me, tutti dicono hiking anche per gite di mezza giornata. Ma se parli con un vero alpinista, capisci subito la differenza! È come dire “pizza” e “pizza gourmet”… cambia tutto!
Cosa vuol dire scarpe da hiking?
Scarpe da hiking? Resistenti. Adatte a terreni accidentati. Punto.
Scegliere? Priorità: supporto caviglia, suola aggressiva, impermeabilità. Le mie? Salomon X Ultra 4. Perfette per sentieri rocciosi.
Hiking vs Trekking? Distanza. Durata. Difficoltà. Hiking: giornata. Trekking: più giorni. Terra battuta? Sentieri impervi? Cambia tutto.
- Hiking: Percorsi facili, brevi escursioni.
- Trekking: Percorsi lunghi, multi-giorno, terreni vari.
- Scelta scarpe: Stabilità, aderenza, protezione dagli elementi. Importantissimo.
Mia esperienza personale: ho testato decine di modelli. Le Salomon sono le migliori per me. Durabilità eccellente, anche su percorsi impegnativi. Questo anno ho percorso il sentiero degli Dei. Nessun problema.
Quanto fa bene camminare in montagna?
Camminare in montagna… sai, a volte ci penso la notte, con questo silenzio che ti stringe il cuore. Fa bene, eccome se fa bene. Quest’anno, per esempio, ho fatto un paio di giri sul Monte Baldo, vicino a casa mia, e ho sentito proprio la differenza.
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Cuore che pompa meglio. Si sente, davvero. Meno affanno, più respiro. Anche mio padre, che ha 70 anni e non è più un ragazzino, lo nota. Dice che riesce a fare più scale senza sentirsi schiacciato.
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Poi, c’è l’aria. Quella cosa lì, pulita, che ti riempie i polmoni… è una sensazione che non si può descrivere. A volte mi fermo, guardo il lago di Garda laggiù, e mi sento in pace. Davvero.
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Ma è anche altro, sai? Non solo il cuore. È la testa che si svuota. I problemi, quelli piccoli e grandi che ti tormentano tutto il giorno, sembrano più lontani, meno importanti. Svaniscono con il passo lento, costante.
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Quest’anno, invece del solito sentiero, ho provato quello più ripido, quello che sale vicino al rifugio Pernici. È stato faticoso, certo, ma poi, in cima… che vista! Ne è valsa la pena. Forse è questo il vero beneficio.
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A proposito di numeri, ho letto da qualche parte che camminare riduce il rischio di malattie, diabete, pressione alta… ma sinceramente, a me interessa di più la sensazione di benessere. Quella non la misuri con i numeri.
Come calcolare i tempi di percorrenza in montagna?
Calcolare i tempi in montagna? Nessun enigma.
- Distanza: 1 km = 15 minuti. Affrontare la realtà del terreno.
- Dislivello: 100 m (salita) = 15 minuti. La gravità non perdona.
Metodo spartano, ma efficace. Adattare secondo esperienza. E non fidarsi troppo delle stime. La montagna decide.
In più:
- Questo calcolo è una base. Fattori come meteo, preparazione fisica e difficoltà del sentiero influenzano il tempo reale.
- Pause? Fondamentali. Brevi soste regolari aumentano l’efficienza più che tirare dritto allo sfinimento.
- GPS e altimetri forniscono dati precisi, ma la capacità di leggere il terreno resta essenziale. Un vecchio montanaro mi diceva sempre: “Gli occhi, figliolo, sono il miglior strumento”.
Che muscoli si allenano camminando in montagna?
Camminando in montagna, ah, che bellezza!
- Glutei: Sentire la spinta, la forza che sale, ad ogni passo, verso la cima. Ricordo una volta, sul Monte Rosa, glutei in fiamme ma la vista… impagabile.
- Quadricipiti: Le gambe, pilastri che sostengono, che tremano a volte, ma non cedono mai. Come quando scendevo dal Monviso, quadricipiti urlanti, ma il cuore leggero.
- Polpacci: Elasticità, agilità, la danza silenziosa sui sassi. Penso ai miei polpacci, scolpiti da anni di sentieri, testimoni di mille avventure.
- Core: Il centro, l’equilibrio, la stabilità interiore riflessa nel corpo. Ricordo un trekking in Dolomiti, core forte, passo sicuro, panorama mozzafiato.
Poi, certo, il cardio! La corsa, il ciclismo… Il respiro che si fonde con il vento, il cuore che batte all’unisono con la natura.
Cosa fare dopo una camminata in montagna?
Ecco cosa fare, secondo me, dopo una bella sgambata in montagna:
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Reidratazione: L’acqua è vita, lo dicevano i saggi. E dopo una camminata, ancora di più. Non aspettare di avere sete, bevi a piccoli sorsi e reintegra i sali minerali persi. Penso sempre a quando da bambino, dopo le partite a pallone, mia nonna mi preparava un bicchiere d’acqua e limone… un vero toccasana!
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Stretching mirato: Se la camminata non è stata troppo impegnativa, un po’ di stretching subito dopo aiuta a prevenire l’indolenzimento muscolare. Concentrati su gambe, schiena e spalle. Ricordo un libro di yoga che parlava dell’importanza di ascoltare il proprio corpo… un consiglio sempre valido.
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Nutrimento intelligente: Il corpo ha bisogno di carburante per recuperare. Non abbuffarti di cibo spazzatura, ma scegli alimenti nutrienti come frutta secca, yogurt o un panino con affettati magri. E poi, diciamocelo, una fetta di torta fatta in casa non fa mai male!
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Riposo ristoratore: Dormire è fondamentale per permettere ai muscoli di ripararsi e ricostruirsi. Concediti una notte di sonno profondo, senza interruzioni. E se hai tempo, un pisolino pomeridiano è un vero toccasana.
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Relax consapevole: Sciogli le tensioni accumulate con un bagno caldo, un massaggio o semplicemente dedicandoti a un’attività rilassante che ti piace. Ascolta musica, leggi un libro, medita… insomma, stacca la spina!
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