Chi soffre di ipertensione può andare in alta montagna?

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Lascesa in montagna per ipertesi ben controllati, con patologie cardiache lievi e pressione ottimale, è possibile, purché si adottino precauzioni specifiche. Un monitoraggio costante e la gradualità nellaumento dellaltitudine sono cruciali per prevenire problemi.

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Ipertesi e alta quota: un’ascesa possibile, ma non scontata

L’immagine di vette imponenti e panorami mozzafiato attira molti, ma per chi convive con l’ipertensione, la tentazione di un’escursione in alta montagna può trasformarsi in un dilemma. La risposta, tuttavia, non è un semplice sì o no. L’ascesa in alta quota per un iperteso è possibile, ma richiede una valutazione attenta e l’adozione di precauzioni rigorose, dipendenti soprattutto dal grado di controllo della patologia e dalle condizioni di salute generali.

Non tutti gli ipertesi sono uguali. Un individuo con ipertensione ben controllata, con valori pressori ottimali e senza altre patologie cardiache significative, potrebbe affrontare un’escursione in montagna, a patto di seguire determinate linee guida. Al contrario, un soggetto con ipertensione severa, scarsamente controllata o con patologie cardiache concomitanti, dovrebbe fortemente evitare l’alta quota. L’aumento dell’altitudine, infatti, può comportare una serie di fattori che mettono a dura prova l’apparato cardiovascolare.

La minore pressione parziale di ossigeno ad alta quota stimola il corpo a produrre più eritropoietina, ormone che aumenta la produzione di globuli rossi. Questo processo, seppur fisiologico, può ispessire il sangue, aumentando la resistenza vascolare e di conseguenza la pressione arteriosa. Inoltre, lo sforzo fisico legato all’ascesa, anche se moderato, può ulteriormente sollecitare il sistema cardiovascolare già compromesso dall’ipertensione. Infine, la disidratazione, frequente in alta quota, può contribuire ad aggravare l’ipertensione.

Per questo motivo, la gradualità è fondamentale. Salire rapidamente a quote elevate è altamente sconsigliato. È preferibile un approccio graduale, con soste frequenti per permettere al corpo di adattarsi progressivamente alla diminuzione di ossigeno. Un monitoraggio costante della pressione arteriosa, sia prima, durante che dopo l’escursione, è essenziale. L’utilizzo di un misuratore di pressione portatile consente di intervenire tempestivamente in caso di aumenti significativi dei valori.

Prima di intraprendere qualsiasi escursione in alta quota, è indispensabile consultare il proprio medico curante o un cardiologo. Essi potranno valutare lo stato di salute del paziente, considerare la sua storia clinica e l’entità dell’ipertensione, fornendo indicazioni personalizzate e suggerendo eventuali accorgimenti specifici. Solo dopo una attenta valutazione medica, si potrà decidere se l’ascesa in montagna è fattibile e quali precauzioni adottare per garantirsi un’esperienza sicura e piacevole. Ricordarsi che la sicurezza e la salute devono sempre venire prima del desiderio di conquista di una vetta.