Come pescare le orate da riva?
Dalla riva, orate e mormore abboccano a esche naturali come cannolicchi, bibi e gamberi. Anche esche artificiali possono dare buoni risultati. Impiegare una canna da almeno due metri con piombo fisso, adattando la montatura alle condizioni meteo-marine.
La Sfida dell’Orata dalla Riva: Tecniche e Strategie per un Successo Garantito
L’orata, regina indiscussa delle nostre coste, rappresenta una sfida affascinante per il pescatore da riva. La sua astuzia e la sua predilezione per ambienti specifici richiedono una conoscenza approfondita delle tecniche e una buona dose di pazienza. Ma la ricompensa, sotto forma di un esemplare lucente e combattivo, vale ampiamente lo sforzo.
A differenza della pesca in barca, la pesca dell’orata dalla riva impone una maggiore attenzione alle condizioni ambientali e una scelta accurata dell’attrezzatura. La scelta dell’esca, poi, diventa un fattore determinante per il successo. Le esche naturali, come i cannolicchi, i bibi e i gamberi, rappresentano un classico intramontabile. La loro fragranza e il loro movimento naturale attirano irresistibilmente le orate, soprattutto quelle di taglia maggiore, più diffidenti nei confronti delle esche artificiali. La preparazione dell’esca è fondamentale: un cannolicchio ben infilzato, con la parte terminale leggermente sporgente, o un gambero integro, garantiscono una presentazione irresistibile.
Ma non bisogna sottovalutare le esche artificiali. Le piccole siliconiche, mimetizzate nei colori del fondale, possono rivelarsi sorprendentemente efficaci, soprattutto in presenza di corrente o quando l’orata è meno attiva. La scelta del colore va adattata alle condizioni di luce e alla trasparenza dell’acqua. Toni naturali, come il sabbia, il marrone chiaro o il verde oliva, sono generalmente preferibili.
L’attrezzatura gioca un ruolo altrettanto cruciale. Una canna da surfcasting di almeno due metri e mezzo, robusta ma sensibile, è l’ideale. La lunghezza extra permette di lanciare l’esca a distanza, raggiungendo zone più profonde e meno disturbate. Un mulinello di taglia adeguata, con una buona capacità di filo, è indispensabile per gestire efficacemente la combattività dell’orata. Il filo, meglio se in nylon o fluorocarbon di diametro compreso tra 0,20 e 0,25 mm, deve essere resistente all’abrasione e invisibile sott’acqua.
La montatura, infine, deve essere calibrata in base alle condizioni meteo-marine. Un piombo fisso, di peso variabile a seconda della corrente e della distanza di lancio, garantisce un’ottima presentazione dell’esca sul fondale. L’aggiunta di un bracciolo con girella e amo di misura adeguata completa la preparazione. In presenza di fondali rocciosi, è preferibile una montatura con terminale in fluorocarbon, per ridurre al minimo il rischio di rotture.
La pesca dell’orata dalla riva richiede pazienza, osservazione e una profonda conoscenza del territorio. Identificare le zone con fondali misti, presenza di rocce e vegetazione sottomarina, è fondamentale. L’alba e il tramonto sono le fasce orarie più propizie, quando l’orata si avvicina alla riva per alimentarsi. Ma anche durante la giornata, con un’attenta selezione del posto e un’esca calibrata, è possibile ottenere ottimi risultati. La pesca dell’orata, quindi, non è solo una questione di tecnica, ma anche di saper leggere il mare e di apprezzare la sfida che questa elegante predatrice ci propone.
#Orate Riva #Pesca Orate #Pesca RivaCommento alla risposta:
Grazie per i tuoi commenti! Il tuo feedback è molto importante per aiutarci a migliorare le nostre risposte in futuro.