Cosa visitare in Sicilia in 5 giorni?
Ecco un itinerario lampo per scoprire la Sicilia in 5 giorni:
- Palermo: Cattedrale, Palazzo dei Normanni e Cappella Palatina.
- Cefalù: Ammira la Cattedrale, scala la Rocca e rilassati a Mazzaforno.
- Taormina: Teatro Greco, Isola Bella e borgo di Castelmola.
- Siracusa: Neapolis, Ortigia e il Duomo.
- Agrigento: Imperdibile la Valle dei Templi, Scala dei Turchi e Kolymbethra.
Sicilia: itinerario 5 giorni? Cosa vedere?
Uff, la Sicilia… che dire? Ci sono stato tipo… boh, 3 anni fa? Forse 4? Era estate, un caldo pazzesco, ma ne è valsa la pena. Un’isola che ti entra dentro, davvero.
Partirei da Palermo, una città che ti spiazza. Ricordo la Cattedrale, imponente, e poi il Palazzo dei Normanni con la Cappella Palatina. Un tripudio di mosaici, mamma mia! Poi però, non so, mi sono perso nei vicoli, tra odori e colori che non dimenticherò facilmente.
Cefalù è un gioiellino. La Cattedrale, con quel Cristo Pantocratore che ti fissa, è qualcosa di unico. E poi la Rocca, una bella faticata per arrivare in cima, ma la vista ripaga di tutto. La spiaggia di Mazzaforno? Carina, ma forse preferisco altre calette più nascoste…
Taormina… beh, Taormina è Taormina. Turistica sì, ma con un fascino incredibile. Il Teatro Greco con l’Etna sullo sfondo è uno spettacolo. Isola Bella, raggiungibile con una funivia, è perfetta per un bagno. E Castelmola, un borgo arroccato con una vista mozzafiato.
Siracusa mi ha rubato il cuore. Il Parco Archeologico della Neapolis è impressionante, con il Teatro Greco e l’Orecchio di Dionisio. Ortigia, poi, è un’isola nell’isola, un labirinto di viuzze e palazzi barocchi. Il Duomo, costruito sopra un antico tempio greco, è una meraviglia.
Agrigento e la Valle dei Templi… un tuffo nel passato. Camminare tra quelle colonne doriche al tramonto è un’esperienza indimenticabile. La Scala dei Turchi? Una scogliera bianca a picco sul mare, uno spettacolo della natura. Il Giardino della Kolymbethra, un’oasi di verde tra i templi, è perfetto per una pausa.
Sicilia: Itinerario 5 giorni
Giorno 1: Palermo (Cattedrale, Palazzo dei Normanni, Cappella Palatina) Giorno 2: Cefalù (Cattedrale, Rocca di Cefalù, Spiaggia di Mazzaforno) Giorno 3: Taormina (Teatro Greco, Isola Bella, Castelmola) Giorno 4: Siracusa (Parco Archeologico della Neapolis, Ortigia, Duomo) Giorno 5: Agrigento (Valle dei Templi, Scala dei Turchi, Giardino della Kolymbethra)
Dove andare 4 giorni in Sicilia?
Sicilia in quattro giorni? Impossibile racchiuderla, ma si può assaporare.
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Palermo: Caos e arte. Mercato del Capo, Palazzo dei Normanni, Monreale. Una notte basta.
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Marsala/Agrigento: Saline al tramonto, Valle dei Templi. Pietra e sale, anima antica. (Agrigento è stata casa per me anni fa).
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Etna o Taormina: Scegli. Vulcano o teatro greco con vista mare. Potenza o bellezza.
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Partenza: Troppo presto. Ma la Sicilia chiama sempre.
Perché questo? La Sicilia è stratificata, complessa. Quattro giorni non la esauriscono, ma possono accendere la scintilla. Da sapere: non fidarti dei navigatori, chiedi alla gente del posto. E assaggia tutto.
Dove andare 4 giorni in Sicilia?
Quattro giorni in Sicilia? Mamma mia, che dilemma! È come avere una montagna di cannoli e poterne mangiare solo quattro. Ecco il mio consiglio, condito con un pizzico di follia:
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Giorno 1: Palermo, caotica e divina. Perdetevi nei mercati, dove “contrattare” è uno sport nazionale. Visitate Monreale, dove i mosaici bizantini vi faranno dimenticare di aver litigato per un parcheggio.
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Giorno 2: Marsala e Agrigento, tra sale e Dei. Le saline di Marsala sono uno spettacolo surreale, un po’ come vedere un fenicottero rosa a Milano. Agrigento? Templi greci che fanno concorrenza all’Acropoli, almeno per l’abbronzatura.
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Giorno 3: Dilemma amletico: Cefalù o l’Etna? Cefalù è un borgo marinaro da cartolina, perfetto per chi vuole un selfie instagrammabile. L’Etna, invece, è un vulcano che vi ricorderà che la Terra è viva e che voi siete solo granelli di sabbia. Scegliete in base al vostro tasso di avventura!
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Giorno 4: Rientro, ma con il cuore pieno di Sicilia. Portate con voi qualche arancino, perché la sindrome da astinenza è dietro l’angolo. E ricordate, la Sicilia è un’isola che si ama o si odia: non ci sono vie di mezzo. Io la amo, ovviamente.
P.S. Se mi chiedete, io farei una deviazione per assaggiare la granita con la brioche a Catania. È una roba che ti cambia la vita, più o meno come vincere al Superenalotto.
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