Quanto fattura in media uno stabilimento balneare?

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Nel 2022, gli stabilimenti balneari italiani hanno registrato un fatturato medio di circa 406.000 euro, con costi di produzione intorno ai 381.000 euro. Lutile lordo si è attestato a circa 26.000 euro, mentre quello netto a poco più di 10.000 euro.
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Sabbia, Sole e… Bilanci: La Realtà Economica degli Stabilimenti Balneari Italiani

L’immagine romantica dello stabilimento balneare, sinonimo di relax, tintarella e spensieratezza estiva, cela una realtà economica spesso più complessa di quanto si possa immaginare. Dietro l’apparente semplicità di ombrelloni, sdraio e chioschi bar, si nasconde un business che, seppur legato a un settore fortemente stagionale, richiede investimenti consistenti e una gestione attenta per garantire la sopravvivenza e la redditività.

I dati del 2022, seppur indicativi e suscettibili di variazioni a seconda della location e della tipologia di struttura, offrono uno spaccato interessante. Emergono infatti cifre che, pur mostrando un fatturato medio di circa 406.000 euro, rivelano un margine di guadagno sorprendentemente esiguo. Questo dato, ricavato da un’analisi di settore condotta su un campione rappresentativo di stabilimenti balneari italiani, mette in luce una forte pressione sui costi di produzione, che si sono attestati intorno ai 381.000 euro. Di conseguenza, l’utile lordo si è aggirato sui 26.000 euro, una cifra che, rapportata al fatturato, evidenzia una marginalità inferiore al 7%.

Questo magro risultato, ulteriormente ridimensionato dalle spese generali e fiscali, porta l’utile netto a poco più di 10.000 euro. Una cifra che, per un’attività che richiede ingenti investimenti iniziali per l’allestimento e la manutenzione delle strutture, nonché per l’acquisto di attrezzature e per il pagamento del personale, appare decisamente contenuta. Si tratta di una remunerazione spesso inferiore a quella percepita da altri settori economici che richiedono un investimento di capitale e competenze simili.

Questo scenario sottolinea la fragilità di un settore fortemente dipendente dalle condizioni climatiche e dalla congiuntura economica generale. L’aumento dei prezzi di energia, materie prime e personale, unito alla crescente concorrenza e all’incertezza legata alle normative sulla gestione delle aree demaniali, contribuisce a rendere la gestione di uno stabilimento balneare un’attività ad alto rischio, che richiede una costante attenzione ai costi e una capacità imprenditoriale di livello elevato.

L’analisi dei dati evidenzia quindi la necessità di una maggiore consapevolezza delle sfide che gli operatori del settore devono affrontare. Si impone una riflessione sulle strategie di diversificazione dell’offerta, sulla valorizzazione di servizi aggiuntivi e sull’innovazione, al fine di incrementare la redditività e la sostenibilità di un settore così importante per l’economia italiana e per il turismo balneare del nostro paese. L’obiettivo non è solo la sopravvivenza, ma la crescita e il consolidamento di un comparto che rappresenta un tassello fondamentale del paesaggio e della cultura italiana.