Quanto viene pagato il latte agli allevatori?

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Il prezzo del latte alla stalla è sceso di 8-9 centesimi a litro rispetto a gennaio, attestandosi intorno ai 51 centesimi. Questo contrasta con laumento del prezzo al consumo, con un litro di latte di qualità venduto a 2,26 euro. La differenza evidenzia unampia forbice tra il guadagno degli allevatori e il costo finale per i consumatori.

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Il Latte Amaro degli Allevatori: Una Forbice Inaccettabile tra Stalla e Scaffale

Il settore lattiero-caseario italiano sta vivendo un momento di profonda crisi, con gli allevatori alle prese con una situazione economica sempre più precaria. Mentre il prezzo del latte al consumo continua a salire, raggiungendo in media i 2,26 euro al litro per le qualità superiori, il compenso percepito dagli allevatori si è drasticamente ridotto, attestandosi intorno ai 51 centesimi al litro, un calo di 8-9 centesimi rispetto a gennaio. Questa discrepanza, una vera e propria forbice inaccettabile, mette a rischio la sopravvivenza di numerose aziende agricole e solleva interrogativi cruciali sul funzionamento della filiera.

La questione non è semplicemente un problema di fluttuazioni di mercato. Dietro questo crollo del prezzo alla stalla si nascondono meccanismi complessi che penalizzano sistematicamente chi produce il latte, il vero motore di un settore apparentemente florido. L’aumento dei costi di produzione, dall’energia ai mangimi, colpisce duramente gli allevatori, senza che questo si traduca in un adeguato aumento del prezzo pagato per il loro prodotto. La debolezza della posizione contrattuale degli allevatori nei confronti della grande distribuzione e dell’industria lattiero-casearia li rende vulnerabili alle pressioni che determinano un prezzo di acquisto sempre più basso.

La conseguenza diretta è un progressivo abbandono delle attività agricole, con la perdita di un patrimonio zootecnico di inestimabile valore e un impatto significativo sul paesaggio e sulla biodiversità. La diminuzione del numero di allevamenti comporta un rischio concreto di scarsità di latte in futuro, con conseguenti ripercussioni sulla disponibilità di prodotti caseari e un possibile ulteriore aumento dei prezzi al consumo, paradossalmente a discapito dei consumatori stessi.

È quindi necessario un intervento urgente da parte delle istituzioni per riequilibrare la filiera lattiero-casearia. Misure concrete potrebbero includere: l’introduzione di contratti di filiera più trasparenti ed equi, che garantiscano agli allevatori un prezzo minimo di riferimento; il sostegno pubblico agli allevamenti, tramite aiuti diretti e incentivi all’innovazione e alla sostenibilità; e una maggiore sensibilizzazione dei consumatori sulla reale situazione degli allevatori, promuovendo scelte consapevoli e sostenibili.

In definitiva, il prezzo del latte non è solo un dato economico, ma un indice della salute del nostro sistema agroalimentare. Solo affrontando con coraggio e determinazione questa forbice inaccettabile tra stalla e scaffale, si potrà garantire la sopravvivenza di un settore fondamentale per l’economia e la cultura italiana.