Quanto viene pagato il latte di pecora ai pastori?

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I pastori ricevono 60 centesimi per ogni litro di latte ovino. Considerando che per produrre un chilo di formaggio pecorino ne servono sei litri, la cooperativa verserà loro 2,40 euro per ogni chilo di formaggio prodotto. Questo contribuisce ad aumentare il loro guadagno, in un mercato dove il prezzo di vendita del formaggio varia tra i 12 e i 17 euro al chilo.

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L’Oro Bianco della Sardegna: Quanto Guadagnano i Pastori dal Latte di Pecora?

In un panorama agro-pastorale spesso segnato da difficoltà e incertezze, il latte di pecora rappresenta una risorsa preziosa, un vero e proprio “oro bianco” per molte comunità, soprattutto in regioni come la Sardegna, dove la tradizione ovina è radicata nel DNA culturale ed economico. Ma quanto effettivamente entra nelle tasche dei pastori per questa faticosa e quotidiana attività?

La risposta, sebbene apparentemente semplice, nasconde una complessità che merita di essere sviscerata. Stando ai dati, i pastori ricevono mediamente 60 centesimi di euro per ogni litro di latte ovino consegnato. Una cifra che, apparentemente modesta, assume un significato ben diverso se contestualizzata all’interno del ciclo produttivo e del mercato del formaggio pecorino, prodotto d’eccellenza che rappresenta il fulcro dell’economia ovina.

La connessione tra il prezzo del latte e quello del formaggio è cruciale. Si stima che per produrre un chilo di gustoso pecorino, un formaggio apprezzato in tutto il mondo, siano necessari circa sei litri di latte ovino. Questo significa che, indirettamente, la cooperativa o il caseificio verserà ai pastori circa 2,40 euro per ogni chilo di formaggio pecorino prodotto utilizzando il loro latte.

Questa “remunerazione indiretta” rappresenta un incentivo importante e un elemento stabilizzatore in un mercato che, altrimenti, sarebbe soggetto a fluttuazioni eccessive e imprevedibili. Basti pensare che il prezzo di vendita del formaggio pecorino al consumatore finale varia notevolmente, oscillando tra i 12 e i 17 euro al chilo, a seconda della stagionatura, della tipologia (es. Fiore Sardo, Pecorino Romano, ecc.) e del canale di distribuzione.

È evidente che il margine di guadagno lungo la filiera è notevole, e una maggiore equità nella distribuzione di tale guadagno è un tema costantemente dibattuto. Nonostante le sfide, il sistema attuale, con il suo prezzo fissato per litro di latte e la correlazione con la produzione di formaggio, fornisce una base, una sicurezza, per i pastori. Permette loro di pianificare la propria attività, di investire nel bestiame e nelle attrezzature, e di continuare a preservare una tradizione millenaria, che non è solo una fonte di reddito, ma anche un patrimonio culturale inestimabile.

In conclusione, sebbene il prezzo di 60 centesimi al litro possa sembrare limitato, la sua interdipendenza con la produzione del formaggio pecorino crea un meccanismo che contribuisce a sostenere l’economia dei pastori, valorizzando il loro lavoro e incentivando la produzione di un prodotto di alta qualità, simbolo della Sardegna e dell’Italia nel mondo. L’auspicio è che, in futuro, si possa raggiungere un equilibrio ancora maggiore, garantendo ai pastori un riconoscimento economico ancora più adeguato al loro ruolo fondamentale nella custodia del territorio e nella produzione di un’eccellenza gastronomica invidiabile.