Dove finiscono i crediti rifiutati?

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Se un credito viene rifiutato, ritorna interamente nella disponibilità del soggetto che lo aveva ceduto. Laccettazione o il rifiuto sono decisioni definitive e non possono essere parziali, ovvero non si può accettare solo una parte del credito per tipo e per cedente.

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Il Viaggio Inverso del Credito Rifiutato: Un Ritorno alle Origini

Nell’universo complesso della cessione dei crediti, una delle domande più frequenti riguarda il destino dei crediti che, per un motivo o per un altro, non vengono accettati dal cessionario. Cosa succede a quel valore che era stato ceduto e che improvvisamente si ritrova “respinto”? La risposta, seppur apparentemente semplice, nasconde implicazioni importanti per entrambe le parti coinvolte.

Il punto fondamentale da comprendere è che, una volta che un credito viene rifiutato, esso non scompare nel nulla, né viene dirottato verso oscuri meandri finanziari. Torna integralmente nella piena disponibilità del cedente. Immaginate un fiume che, dopo aver intrapreso un corso incerto verso un nuovo letto, viene bruscamente riportato alla sua sorgente. Il credito rifiutato compie un percorso analogo, ritornando alle mani di chi lo aveva originariamente emesso e ceduto.

Questa restituzione integrale è una garanzia fondamentale per il cedente. Significa che non subisce una perdita definitiva del valore del credito a causa del rifiuto. Può, a questo punto, valutare diverse opzioni:

  • Riesaminare le motivazioni del rifiuto: Comprendere le ragioni che hanno portato alla mancata accettazione è cruciale. Forse il credito presentava delle irregolarità formali, una documentazione incompleta o non conforme, o magari la solvibilità del debitore è stata giudicata insufficiente.
  • Correggere le eventuali irregolarità: Se il rifiuto è dovuto a problemi formali, il cedente può procedere a sanare le lacune, presentando una documentazione corretta e completa, e tentare una nuova cessione.
  • Cercare un altro cessionario: Il mercato offre diverse opportunità di cessione del credito. Un rifiuto da parte di un cessionario non implica necessariamente l’impossibilità di cederlo ad un altro. Ogni cessionario ha criteri di valutazione differenti, e un credito rifiutato da uno potrebbe essere accettato da un altro.
  • Gestire direttamente il credito: In alternativa, il cedente può decidere di gestire direttamente la riscossione del credito, senza ricorrere alla cessione. Questa opzione implica l’assunzione dei costi e dei rischi legati all’incasso, ma consente di mantenere il pieno controllo sul processo.

Un aspetto cruciale da sottolineare è la natura definitiva e non parziale della decisione di accettazione o rifiuto. Non è possibile accettare solo una parte del credito, né distinguere tra crediti dello stesso tipo provenienti dallo stesso cedente. La decisione riguarda l’intero blocco di crediti presentati. Questa regola semplifica notevolmente la gestione delle cessioni, evitando complicate suddivisioni e interpretazioni ambigue.

In conclusione, il destino del credito rifiutato è chiaro: un ritorno alle origini, un viaggio inverso che lo riporta nella piena disponibilità del cedente. Questa restituzione integrale, unita alla natura definitiva della decisione di accettazione o rifiuto, rappresenta una garanzia di trasparenza e semplificazione nel complesso mondo della cessione dei crediti, offrendo al cedente la possibilità di valutare nuove strategie per recuperare il valore del proprio credito. La chiave, in questi casi, è la comprensione delle motivazioni del rifiuto e la capacità di adattarsi per trovare la soluzione più adatta.

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